Recensioni dai Forum
Ho avuto davvero poco tempo negli ultimi mesi e solo recentemente sono riuscito a portare a termine la lettura del testo di Frank Powerful. Credo sia la cosa migliore che abbia avuto modo di leggere, da un bel po' di tempo a questa parte, sulla vicenda del MdF. Tutta la parte storica è ampiamente documentata, è ben scritto ed organizzato ed è un ottima base di partenza per quanti vogliano approfondire la storia del mdF. È scritto con passione ma senza indugiare su l'uno o l'altro dettaglio pur di portare avanti la propria tesi. È davvero un peccato che l'attuale situazione editoriale non ne consenta una più ampia diffusione. Mi auguro davvero di poter leggere anche la seconda e terza parte al più presto.
(Flanz)
Mi associo largamente alle critiche positive. Riguardo la contribuzione alle vendite io ne ho comprati due (un kindle e un cartaceo)
(Anto4pr)
Io lo sto leggendo adesso in epub (comprato regolare con tanto di DRM deh! ci tengo a queste cose): molto ben scritto, mi scuso solo se sarò lento nella lettura perché non ho quanto tempo vorrei per dedicarmici. Complimenti, comunque.
(Mercuzio)
il tuo libro è davvero eccellente...mi permetto sinceramente di consigliarlo a chiunque è interessato alla vicenda...i miei complimenti per il lavoro fatto!
(MK108)
E' una lettura essenziale; il gran lavoro di ricerca ha fatto sì che lo studio fosse improntato secondo la razionalità di un'analisi storica assolutamente accurata e precisa.
(UnLealeMiope)
mercoledì 19 febbraio 2014
sabato 8 febbraio 2014
Perché proprio Mario Vanni?
Il processo verte più che altro
sulle innumerevoli contraddizioni di Lotti, sui non ricordo di Pucci e sul
possesso della 128 coupé rossa il giorno dell'omicidio, che l'accusa dà per
scontata, ma che scontata non è, visto che il Lotti aveva comprato un'altra
vettura due mesi prima del delitto, come cerca di dimostrare il difensore di
Vanni. Senza contare che la data esatta dell'omicidio del 1985 non è affatto
certa, come già aveva fatto notare il G.I. Rotella nella sua sentenza del 1989.
Ma tant'è, alla fin dei conti Lotti è ritenuto credibile perché spalleggiato da
Pucci, Pucci è ritenuto attendibile perché confermato da Lotti e Vanni è
condannato all'ergastolo; e tanta grazia che il Faggi, per cui il PM aveva richiesto
la stessa pena senza uno straccio di prova, viene assolto. Fuggevolmente, la
corte si chiede: ma qual era il movente di questi omicidi fatti dal trio di
merendari? Questo non si sa e non è neppure che interessi molto, ma visto che
il Lotti ha parlato di un dottore che pagava il Pacciani per i delitti, da cui
il profluvio di milioni del lavoratore della terra agricola, meglio indagare
ancora sul fantomatico dottore di cui nulla si sa. Questa ipotesi di un medico
che avrebbe commissionato i delitti era già stata avanzata quando il Mostro di
turno in galera era Francesco Vinci (1982-83), e qui mi cito: In questo senso appare suggestiva la
coincidenza che due sospettati, il guardone Spalletti ed un medico ginecologo,
oggetto di segnalazioni anonime, siano entrambi residenti, come il Vinci, a
Montelupo Fiorentino (il medico sarebbe anzi anche il curante dello stesso
Vinci). Verrà più tardi addirittura avanzata l'ipotesi che il ginecologo non
sia l'autore dei delitti, ma ne abbia ordinato, dietro compenso, la commissione
a Vinci per ottenere i trofei (o “feticci”, come ora si preferisce chiamarli)
delle ragazze. Accertamenti sui conti correnti del Vinci non confermeranno
questa tesi; ma la boutade
resterà probabilmente in mente a qualche inquirente – e non solo -…
Insomma, tutti fanno appello
contro la sentenza e le indagini ricevono nuova linfa alla ricerca dei
mandanti.
(continua)
giovedì 6 febbraio 2014
Perché proprio Pietro Pacciani (3)
Qui la questione si fa più
complessa.
Giuttari si dedica alla riesumazione degli atti degli anni Ottanta
ed alla ricerca dei possibili complici di Pacciani, che nella sua ottica
possono solo essere i suoi compagni di bisboccia, o, come diverrà proverbiale, “di
merende”. Vengono inquadrati il postino Vanni e il senzacasa Lotti, che a sua
volta è (era all’epoca) grande amico dell’oligofrenico Pucci . Posto sotto
controllo il telefono del bar, si individuano la prostituta alcolizzata
Ghiribelli e il suo pappone. In maniera rocambolesca e del tutto priva di
logica, ne esce fuori che la Ghiribelli ha visto la macchina del Lotti che
insieme al Pucci ha visto Pacciani e Vanni uccidere la coppia francese a
Scopeti nel 1985. Nel frattempo si celebra il processo di appello a Pacciani e
questa volta, non si capisce bene perché, tutti si aspettano come inevitabile
che venga assolto per assoluta mancanza di indizi (come dire: vabbè ragazzi, la
prima volta stavamo scherzando). Il che avviene, ma la Procura il giorno prima
presenta i nuovi testimoni mascherandoli sotto lettere dell’alfabeto greco; il
che a sua volta causa la loro non ammissione al processo (anzi Vanni viene
anche arrestato). La giustizia schizofrenica con una mano proclama Pacciani
innocente, con l’altra mette in galera il suo presunto complice. Le cose vanno
avanti e Lotti e Pucci cantano come canarini, ancorché spesso stonati. Lotti si
autoaccusa e ancora oggi nessuno ha capito bene perché, visto che poteva
limitarsi a dire di essersi fermato lì a fare pipì, come da prima versione. Il
risultato è che viene indagato, ma usufruisce della protezione riservata ai “collaboratori
di giustizia”, vitto, alloggio e stipendio. La Cassazione annulla il processo
di appello Pacciani a causa del rifiuto di sentire i “testimoni algebrici”,
cosa di cui il giudice Ferri si pentirà per sempre. I procedimenti vengono mantenuti
separati, così teoricamente in uno Pacciani potrà essere assolto e nell’altro i
suoi complici condannati (o viceversa). Si addiviene al processo ai Compagni di
Merende (Vanni e Lotti, cui si è aggiunto un certo Faggi i cui reali rapporti
con Pacciani non saranno mai appurati) dal maggio 97 al marzo 98, mentre
Pacciani muore per conto suo prima di subire un nuovo processo. La procura
sceglie di esercitare l’azione penale solo per gli ultimi cinque omicidi,
quelli di cui Lotti dice di sapere qualcosa; scelta legittima, ma che costituisce
una sconfitta dal punto di vista investigativo: due duplici delitti (settembre
74 e giugno 81) non conosceranno mai una verità giudiziaria - ma anche per gli altri non siamo così sicuri.
(continua)
mercoledì 5 febbraio 2014
Perché proprio Pietro Pacciani (2)
Riprendiamo il discorso iniziato qualche giorno fa.
In sintesi, dando per buona la
versione ufficiale: l’incrocio tra il messaggio anonimo del settembre 1985 e lo
screening dei condannati per reati sessuali liberi in corrispondenza temporale
degli omicidi evidenzia il nome di Pacciani. Il precedente del 1951 (feroce
omicidio con indubbio movente passionale) pare a PL Vigna un’anticipazione dei
delitti seriali di un lustmoerder, con la debole motivazione che l’assassino
avrebbe avuto l’intenzione di uccidere anche la fidanzata colta in fallo (ehmm),
poi salvatasi a prezzo di una prestazione sessuale accanto al cadavere ancora
caldo del B .e senza di questa condiscendenza della Miranda, certo si sarebbe
avuto un duplice omicidio di una coppia infrattata, in perfetta somiglianza (?)
con quelli del MdF; già che si è in vena di fantasia, si inventa la scena
primaria del seno sinistro di Miranda, una delle peggiori illogicità di tutta
la storia, visto che l’escissione del seno sinistro compare solo negli ultimi
due delitti (oltre a essere la scelta normale per un maniaco destrimane).
Vigna scatena Perugini alla
caccia di indizi sulla pista Pacciani; il raccolto è suggestivo, ma scarso,
qualche giornale, un paio di quadretti, un album da disegno. Scavando in
profondità (sic), si trova la pallottola nell’orto, compare più o meno
miracolosamente un’asta guidamolla. Si va ad un processo ove il PM Canessa, con
quasi niente in mano, fa obiettivamente un gran lavoro (dal suo punto di vista).
Pacciani deve essere condannato, tanto tutti sono convinti che se lo merita e
che il MdF, morto o partito per altri lidi, non colpirà più. Però alcune
testimonianze non si inquadrano bene nella versioni PP = serial killer unico;
Nesi ha visto un’altra persona insieme a Pacciani, Ivo Longo lo ha visto su un’altra
macchina; alla testimonianza dell’avvocato Zanetti, che sarebbe in teoria un
teste a discarico, viene “capita al contrario”. La sentenza Ognibene condanna
Pacciani, ma per dare conto di queste discordanze è costretta a supporre l’esistenza
di complici. Si cerchino dunque i complici, fantasmi usciti dalla effimera
verità giudiziaria della corte di Assise del 94. Perugini è in America, all’arduo
compito viene chiamato Michele Giuttari.
(continua)
Calenzano 1981
Per il venerdì 23
ottobre 1981 era stato indetto uno sciopero nazionale delle categorie industria e
agricoltura (quasi generale, escluso il pubblico impiego). Questo permette di inserire di fatto il delitto di Calenzano tra quelli avvenuti la sera di un giorno festivo, ossia tutti meno uno, il primo.
Che strano...
martedì 4 febbraio 2014
Giancarlo Lotti (2)
Insisto:
le confessioni a puntate di Giancarlo Lotti sono centrali nel processo ai
compagni di merende (l’unico che abbia portato ad una condanna definitiva di
imputati dei delitti attribuiti al MdF!).
Ora, ci sono 3 ipotesi possibili:
GL è mitomane (ma nessuno, credo, lo ha mai sostenuto; e
coinvolgerebbe nella sua mitomania altri testimoni, in una sorta di processo
alle streghe di Salem);
GL inventa per suo tornaconto (ma ne esce con una condanna a
26 anni di galera);
GL dice la verità (ma molti elementi sono dubbi, non
coincidono ecc).
Nessuna delle ipotesi è pienamente soddisfacente.
Quarta ipotesi, di Antonio Segnini: Lotti è il MdF, da solo.
lunedì 3 febbraio 2014
Giancarlo Lotti
Lotti comincia a confessare l’11 febbraio 1996 (il mostro
pag. 164) ed è ammesso al programma di protezione collaboratori di giustizia.
Questo fino al 2000, sentenza definitiva a 26 anni, quando viene ristretto in
carcere (ooops, mi dicono 2001, dove sia stato dopo la sentenza non lo so). Ha 60 anni, ha “goduto” del programma di protezione per 4 anni. Muore
il 30 marzo 2002 , quindi sta in carcere solo 2 anni. Se la salute lo avesse
assistito, poteva starci altri venti. A questo punto occorre chiedersi: quale
convenienza aveva ad autoaccusarsi? E’ stato incastrato dagli investigatori,
che lo hanno fatto passare, inconsapevolmente, da testimone a reo
confesso? Se è così, perché non ha
ritrattato e cambiato versione nei successivi gradi di giudizio?
Tenendo anche conto che il profilo psicologico tracciato dai
periti non è negativo come vorrebbe la nomea di grullo del paese...
sabato 1 febbraio 2014
Perché proprio Pietro Pacciani
Pacciani entra nelle indagini per
due motivi: lo screening sui condannati per reati sessuali disposto da Vigna,
per il quale sarebbe anche forse fuori dai limiti di età, ma prima ancora per
la lettera anonima del settembre 85 immediatamente successiva al delitto di
Scopeti, scritta, come poi si scoprirà, da un compaesano che del Mostro nulla
sa, ma è insospettito dallo stile di vita di PP. La lettera non accusa
esplicitamente Pacciani del delitto, come sostenne al processo Perugini, ma, al di là delle legittime
proteste in chiave difensiva dell’avvocato Bevacqua, il collegamento è
chiarissimo, nei fatti e nelle date.
Ora, che l'ultimo delitto della
serie sia avvenuto a San Casciano è indubbiamente una casualità.
Mi chiedo: se il MdF avesse
ucciso in un qualsiasi altro comune della provincia di Firenze, come aveva già
fatto e ben poteva ancora fare, se i francesi si fossero accampati da qualche
altra parte o se a rivestire il ruolo di vittime fosse stata un'altra
sfortunata coppia, la lettera anonima sarebbe ugualmente partita? Probabilmente
no... e in quel caso il nome di Pacciani sarebbe mai stato ri-tirato fuori dopo
la perquisizione negativa del 19 settembre, visto tra l'altro che i duplici
omicidi terminarono? I sospetti a suo carico non sembrano essere molto cogenti,
anche la ricerca di quelli che erano liberi al momento degli omicidi e impossibilitati
nei periodi di silenzio non gli si attaglia per nulla, Pacciani è
ininterrottamente libero dal 1968 al 1985 (e oltre), salvo errore.
Naturalmente, senza Pacciani non
c'è più Vanni, non c'è Lotti, non c'è il dottore, non ci sono i mandanti
gaudenti, nulla; nel senso che le indagini avrebbero potuto prendere tutt'altra
strada. Invece, tutti i processi sono condizionati dalla figura di Pacciani e
del suo ruolo, mai dimostrato, di esecutore-killer. Quindi, a quanto pare,
tutto parte da una denuncia anonima di uno che non sa niente se non che Pacciani
maltratta moglie e figlie.
O sbaglio?
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