sabato 9 settembre 2023

Non celo dicono, ovvero: Verbale Stefano Mele del 23 agosto 1968 - ore 11,35

Sono stato accusato dal sempre fastidioso Hazet, di aver omesso - con un "comodo" (illeggibile) -  un brano del verbale di dichiarazioni rese da Stefano Mele nella mattina del 23 agosto , quando, alla presenza del cognato Mucciarini, aveva accusato Salvatore. La prima pagina del verbale in mio possesso si interrompeva prima dell'ultima riga con le parole "detto che", quindi mancava il contenuto di quanto, asseritamente, la Locci aveva riferito al marito. Di recente, il volume "Mostro di Firenze - La madre di tutte le indagini" scritto e pubblicato privatamente da Gian Paolo Zanetti, riporta anche la parte mancante della frase, che quindi provvedo a inserire, ripubblicando qui il verbale.

Evidenzio al contempo un problema dal punto di vista filologico. Lo Zanetti, lo spiega nella prefazione, ha avuto accesso agli atti del fascicolo presente in Procura, ma, a quanto pare, non quello di trarre copia degli stessi. Quindi il volume è frutto di rielaborazione dei testi, non di trascrizione letterale; ovviamente, dice Zanetti e non ho dubbi in proposito, "riportando tutti i minimi particolari riferiti negli atti visionati". Ne discende, se non capisco male, che i testi presentati dall'Autore sono fedeli nella sostanza, ma non nella forma, agli atti giudiziari esaminati.

Tanto premesso, procedo a integrare il verbale con quanto contenuto nel volume predetto. 

Anticipo comunque la morale della storia, sulla quale ognuno potrà farsi il proprio parere: in questa fase, per Stefano, i ruoli di Francesco e Salvatore sono intercambiabili: ciò che viene addossato all'uno, sarà poi, più o meno negli stessi termini, addossato all'altro.



Legione territoriale carabinieri di Firenze

gruppo di Firenze – reparto operativo

nucleo investigativo


Processo verbale di interrogatorio di

Mele Stefano di Palmerio e fu Murgia Pietrino, nato a Fordongianus il 13 gennaio 1919 (...) Coniugato, manovale muratore.

L’anno 1968, addì 23 del mese di agosto, in Lastra a Signa Ufficio stazione carabinieri, alle ore 11:35.

Avanti a noi sottoscritti, ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria sottoscritti è presente Mele Stefano, il quale opportunamente interrogato, spontaneamente dichiara:

“Prima di iniziare l’interrogatorio del Mele si dà atto che allo stesso assiste il signor Mucciarini Pietro (…) Residente a Scandicci (…).

Dall’anno 1960 conosco il signor Vinci Salvatore abitante a Vaiano località La Briglia, il quale ha avuto numerosi contatti carnali con mia moglie. Ne ero a conoscenza perché sia mia moglie che lui lo avevano ammesso che sia perché io personalmente li avevo visti uscire insieme.

Durante il periodo in cui sono stato ricoverato in ospedale e questo nel febbraio di quest’anno, mio figlio mi ha riferito che il Vinci Salvatore veniva a dormire a casa mia nel letto con mia moglie e a lui lo facevano dormire nel lettino in un’altra stanza.

Nell’anno 1960 – 61 il Vinci ebbe ad acquistare una moto Lambretta facendola intestare a mio nome adducendo il pretesto che non aveva la residenza in Toscana. Dopo qualche tempo il Vinci ebbe un incidente stradale a Sesto Fiorentino per cui sono stato costretto – in giudizio – a pagare i danni provocati all’investito. Nel febbraio di quest’anno mi è occorso un incidente stradale per il quale l’assicurazione della macchina investitrice mi ha pagato un risarcimento di lire 480.000 che ho riscosso nella seconda decade del mese di giugno 68. Il Vinci Salvatore faceva l’amante geloso di mia moglie. Più di una volta ha minacciato mia moglie di morte perché non voleva che andasse con altri. La minaccia è stata fatta in mia presenza e più di una volta era stata fatta anche a mia moglie da sola e mia moglie mi aveva riferito le minacce del Vinci e mi aveva espresso la paura che il Vinci le aveva prodotta talché questa più di una volta mi disse anche che un giorno o l’altro la avrebbero ammazzata. Il Vinci Salvatore circa un mese fa venne in Lastra a Signa a casa mia e mi chiese la somma di lire 150.000 in prestito. Nello stesso periodo aveva ottenuto da mia moglie altro prestito più o meno dello stesso importo. Successivamente a questo periodo chiesi al Vinci di restituirmi i soldi che aveva ottenuto da me e mia moglie, il Vinci che evidentemente non possedeva la cifra ebbe a rispondermi: – io prima o dopo faccio fuori tua moglie e così facciamo pari del debito. Io risposi: che non ero contento e non volevo anche se mia moglie si era comportata male. Il Vinci replicò che siccome io non avevo il coraggio di ammazzare mia moglie e per questo motivo ci pensava lui e andò via.

Infatti mia moglie nei momenti di debolezza quando con me si confidava, mi ha detto che (illeggibile).
Versione tratta dal libro di G.P.Z.: Inoltre mia moglie , quando si è confidata con me nei momenti di maggior debolezza, mi ha riferito di essere stata seguita più volte da Salvatore.

A.D. R. Il Vinci Salvatore mi ha minacciato affinché facessi  intestare a mio nome il motorino, acquistato da lui  nel 1960 – 1961.
A D. R. Io avevo paura del Vinci Salvatore. Mi disse che aveva ucciso la sua prima moglie, con la quale era sposato solo civilmente, disse infatti che aveva ammazzato la moglie lasciando di proposito la bombola del gas aperta. Il fatto si è verificato in Sardegna, a casa dei genitori del Vinci. 
Quando il Vinci era d’accordo con mia moglie e cioè quando mia moglie praticava soltanto il Vinci e lui dormiva a casa mia, ha tentato più di una volta uccidermi lasciando il gas aperto. Aggiungo che il Vinci mi ha riferito che quando ha ucciso la moglie in Sardegna in casa vi era anche il figlio, che era stato salvato dal gas. La versione fornita circa la proposta del Vinci Salvatore ad uccidere mia moglie e trattenersi le L. 300.000 è tutta la verità. Non avevo alcuna intesa con il Vinci di riferirmi sull’esito del suo proposito e cioè di farmi sapere quando aveva ucciso mia moglie. Per cui il Vinci non è più tornato a casa mia e io ho appreso la notizia dell’uccisione di mia moglie soltanto da voi.
Fatto letto, confermato e sottoscritto:

 Mucciarini Piero

 Mele Stefano

 Funari Filippo M.M.C.C.

 Giacomini Pietro C.C.

 Gerardo Matassino B.C.C.

11 commenti:

  1. -----| questo è personale |-----
    da buon ligure (come me) la dovresti riconoscere in un batter d'occhio:
    "Dai diamanti non nasce niente / Dal letame nascono i fior".
    AKA
    per quanto "stronzi" e "conflittuali", restiamo due che, senza fronzoli e senza fantasie da lisergico 'sugar cube' 67ino, la vicenda la conosciamo bene.

    hzt

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  2. e ovviamente dimenticavo il punto:

    10) nessunissima elemento, prova, indizio, citazione, suggerimento, lamentela, protesta:
    - nè di un SM "picchiato"
    - nè di un "NM torturato "a colpi di accendino" (o altro)

    Anzi, proprio tutto l'opposto.

    hzt

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    1. Tutto l'opposto: quindi Stefano e Natalino hanno picchiato e torturato i carabinieri.... hahahahahahaha, mi fai morire.
      Ma quando mai ho scritto che Mele e Natalino sono stati picchiati e torturati. E se anche fosse scappato, nei confronti del padre, qualche ceffone, voi salvatorvincisti pensate di trovarne traccia in qualche verbale?
      Permettimi un'altra risata...
      hahahahaha
      Omar

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    2. omar quatar27 settembre 2019 alle ore 10:15
      "Quando Ferrero estorce l'ammissione a Natalino..."

      "estorce"[cit] ???
      Questo non è presente ne' a verbali nè in aula.

      Per fortuna però, gli "storici", sanno invece che:
      - gliela "estorse"[cit] (reato),
      - e poi in allegra compagnia di colleghi e superiori pure mentirono a verbale (reato),
      - e quindi sempre allegramente e sempre in gruppo, fin anche coi colleghi e superiori di Firenze, mentirono tutti anche in tribunale (reato).

      (divertentissimo tornare a rileggere vecchi post e commenti... mi fa ri-sentire ggggiovane)

      hzt

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    3. ERRATA CORRIGE
      3) indagini, si certo con pecche e dimenticanze (anche stupide o gravi) e bias, ma molto meno superficiali di quanto alcuni hanno sempre cercato di vendere

      va letta con
      "ma molto meno superficiali"

      mea culpa, mea errata corrige

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    4. ma insomma le indagini furono superficiali o no? Furono tanto accurate che il risultato a sentenza fu logicamente insostenibile: Mele assassino solitario, un po' in bicicletta, un po' a piedi, insegue gii amanti in bicicletta, poi accompagna a piedi il bambino, poi torna a casa da un'altra strada, la pistola dov'è? la bicicletta dov'é? Quindi errore giudiziario certo e quando c'è errore giudiziario le indagini sono per forza di cose per lo meno incomplete o comunque falliscono nella ricerca degli accadimenti reali..

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    5. esempio di estorcere in vocabolario Treccani online: estorcere una confessione con minacce. Mi sembra appropriato al caso in discussione.

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    6. Ora Hazet risponde che dire: "Bada Natalino se non dici la verità questa notte rifaremo la stessa strada, al buio, senza scarpe" non costituisce, agli occhi di un mbmbino di sei anni, minaccia.
      Di fronte a questa ennesima sciocchezza espressa con saccente protervia ,mi vedo costretto a ripristinare il ban perpetuo nei confronti del medesimo Hazet, che ha dimostrato, ancora una volta, di non cercare un fruttuoso confronto di opinioni, bensì la polemica fine a se stessa e il trollaggio ad infinitum.
      Qundi, Hazet, mea culpa per averti temporaneamente riammesso e vai a parlare delle cose che più ti piacciono con coloro di cui ti fidi. Un caro e definitvo saluto.

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  3. cominciamo col punto 1) - PARTE PRIMA -

    Nei verbali si legge di più di una persona, di 'stretta' conoscenza del SM che fa entra e fuori dal carcere e/o che c'ha parenti al carcere etc .

    Ora, domanda:
    se tu hai bisogno di un'arma per uccidere qualcuno, come te la procuri?
    1) in armeria, regolarmente non la puoi comprare (perchè poi a te ci risalgono in un batter d'occhio)

    2) la puoi rubare, ma...
    - o sai di qualcuno che ne ha una in casa, poi forzargli casa, cercarla, trovarla etc (e svaligiare una casa ci devi essere capace, avere gli strumenti e non devi farti beccare mentre lo fai)
    - o ti tocca affrontare, disarmato, qualcuno da disarmare per strada (un metronotte, esempio)

    3) se sei un 'terrorista' , le armi te le passa il gruppo (ma ci devi fare le cose che il gruppo ordina, non i tuoi cazzeggi)

    Resta quindi una sola altra opzione:
    ti devi rivolgere a qualcuno.

    Esistono oggi, così come esistevano ieri, gli "armieri della malavita": che ti possono vendere o affittare un bel pò di cosette (ma siccome non hanno l'insegna appesa sul balcone e siccome ci tengono a non finire dentro: non vanno in giro a raccontare al bar cosa fanno nè lo raccontano al SM.)

    Non ti resta quindi che chiedere a qualcuno in giro.
    - Ma siccome non è che puoi chiedere al primo che passa, nè ha senso chiedere a qualcuno che con crimini e armi non centra nulla...
    s...olo a chi 'bazzica' le galere puoi chiedere.
    Mica che tutti nello stretto giro di proprie amicizie c'ha galeotti, ma SM invece sì. Toh guarda.
    Perchè chi c'ha quel turn-over dentro fuori lì, qualcuno che possa venderti quello che ti serve: o lo conosce o conosce chi lo può conoscere.

    E SM di quelle persone risulta agli atti ne conoscesse ben più di una.

    QUINDI:
    - in linea di puro principio ipotetico, questa documentazione ci dimostra che il SM avrebbe potuto anche pianificare, trovare i mezzi, e compiere il delitto senza passare attraverso nessuno dei 'soliti noti sardi'.

    La cosa è affascinante.
    E sempre in linea di ipotetico principio può aprire 'nuove' strade.

    Ma... ma c'è un "ma" (più di uno).

    [segue parte II]

    hzt


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  4. [parte II]

    Riprendiamo con i "ma"...

    Ipotizziamo, facendo finta che, SM si fosse davvero stufato della BL e in testa gli fosse venuta l'idea luminosa di volerla uccidere, ed usiamo questo come metro nel ragionamento.

    SM, e dai suoi comportamenti e verbali lo si evince benissimo: fino a che non confessa, di farsi la galera proprio non ne ha voglia, e anche quando-e-dopo che confessa cerca di scaricare parte della colpa su altri.

    Ma non solo, è lui il primo a far presente che se proprio lui avesse voluto ucciderla: lo avrebbe fatto molto più 'comodamente' in casa (fingendo un incidente casalingo? fingendo uno sbotto d'ira ed una scenata? insomma, di nuovo tutta roba da come minimo attenuanti se non pure proprio di farla franca).

    Che il povero-in-canna SM si dovesse andare a spendere gli ultimi piccioli rimasti dell'assicurazione per andare a comprarsi un arma per sparare alla moglie "fuori casa" (e pure in compagnia di un uomo che magari potrebbe anche reagire):
    - non ha alcun senso di sponte sua.
    Ne ha talmente poco che pure i SM stesso, appunto, dice che caso mai avrebbe agito differente.

    CONCLUSIONI
    la presenza a verbale di quelle informazioni, PUR aprendo un 'nuovo' tipo di possibilità di lettura eventi:
    - se lo si analizza con attenzione con attenzione, porta invece a:
    1) confermare che il SM non fu il pianificatore nel 'desideratore' della morte della moglie
    2) confermare che almeno un altro soggetto abbia quanto meno indotto il SM su quella strada
    3) confermare che il "duo"(o più) non è che dovesse per forza avere chissà quale fosco passato o aggancio di 37°livello politico-satan-massonico per poter comunque entrare in possesso di un'arma
    4) che parlare della pistola scomparsa a Villacidro, così come cianciare di arma scomparsa con l'alluvione:
    - sono e restano quello che sono: due pesi piuma in balia del vento

    I punti 2) 3) di queste conclusioni trovano deciso ed ancor maggior sostegno quando andremo ad analizzare sostegno NM...

    SPOILER ALERT
    --------------------------
    l'unica ed importante cosa che viene concretamente fuori dalle logiche che si ragionano grazie al contenuto di quel faldone (ma non solo di quello) quel faldone, è che:
    - NON è assolutamente possibile che a Signa ad uccidere possa essere stato un "già-mostro" arrivato da fuori e poi fuori tornatosene fino alla successiva serie 74-85

    [ end ]
    hzt

    RispondiElimina
    Risposte
    1. [Cit. Hazet: l'unica ed importante cosa che viene concretamente fuori dalle logiche che si ragionano grazie al contenuto di quel faldone (ma non solo di quello) quel faldone, è che:
      - NON è assolutamente possibile che a Signa ad uccidere possa essere stato un "già-mostro" arrivato da fuori e poi fuori tornatosene fino alla successiva serie 74-85
      [ end ]

      Dal faldone non viene fuori proprio un bel niente di quello che sostieni; il faldone esaminato dal bravo Zanetti riguarda le indagini fatte nel 68-70 su parenti / conoscenti / presunti amanti della Locci, queste indagini hanno fornito un esito totalmente inattendibile (Mele solo assassino), quindi semmai se ne dovrebbe ricavare che i soggetti indagati nulla c'entravano. Questo se si "ragionasse" con la rigidità di pensiero di un Torrisi o di un Hazet. Con mente aperta, invece, occorre ammettere che le indagini furono inconcludenti, pertanto ogni soluzione rimane percorribile.

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