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Trattoria al Ponterotto - da GoogleEarth |
Riprendo a scrivere sul blog per dare una concisa risposta a
Marco Aufiero, che in video pubblicato su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=USztu5KK72A)
in colloquio con Angelo Marotta, ha sostenuto, contro la mia versione esposta
nelle puntate precedenti di questo blog (http://mostrodifirenzevolumei.blogspot.com/2019/10/lotti-e-le-assicurazioni-1.html
, http://mostrodifirenzevolumei.blogspot.com/2019/11/lotti-e-le-assicurazioni-2.html
e http://mostrodifirenzevolumei.blogspot.com/2019/11/lotti-e-le-assicurazioni-3.html
) che l’auto FIAT 128 coupé di Lotti – la famigerata auto rossa con la coda
tronca – era assicurata fino al 20 settembre 1985, nonostante la polizza fosse
stata volturata sulla FIAT 124 il 25 maggio 1985, come peraltro accertato dalla
stessa sentenza di appello.
Poiché preferisco ragionare sulla parola scritta piuttosto
che sulle chiacchiere, mi sono preso la briga di trascrivere integralmente
(tranne qualche battuta insignificante) quella che secondo Aufiero sarebbe la
deposizione chiave sull’argomento, ovvero
quella di Roberto Longo,
all’epoca titolare dell’Agenzia Allsecures Preservatrice in via Orti
Oricellari, Firenze. Il file audio, relativo all’udienza del 19 maggio 1999, si
può ascoltare come sempre su Radio Radicale (https://www.radioradicale.it/scheda/118216/processo-bis-dappello-per-i-delitti-del-mostro-di-firenze-vanni-2;
la deposizione di Longo è proprio all’inizio del file).
I protagonisti del dialogo che segue sono:
L = Longo Roberto, teste
P = Presidente della Corte d’Appello Arturo Cindolo
P.G. = Procuratore Generale Daniele Propato
M = avvocato Antonio Mazzeo, difensore di Mario Vanni.
P.: Senta, lei si suppone che abbia redatto questa polizza;
se ne vuol prendere visione. Ora, ora… Lei era titolare di questa Agenzia.
L.: Ero agente della
Allsecures Preservatrice all’epoca, sì.
P.: esattamente il 25 maggio del 1985.
P.: Lei ha preso visione di questa polizza…
L.: Sì, sì, sì
P.: e questa polizza risulta rilasciata dal suo ufficio…
cioè dalla sua Agenzia…
L.: Certo dalla mia Agenzia…
P.: Ricorda se l’ha rilasciata personalmente?
L.: Personalmente no. Perché io su San Casciano mi servivo
dell’Officina Bellini, che vendeva automobili, auto nuove e usate, quindi…
l’esazione vera e propria avveniva tramite l’Officina Bellini e io … preparavo
la polizza, gliela davo, loro incassavano e me la ritornavano firmata, quindi
io il cliente non lo vedevo.
P.: Mi sembra di aver letto negli atti che in realtà si
occupava dei contatti con lei … la
moglie del … la signora Mary (Mery? Meri?) Bellini.
L.: Esatto, la signora Mary Bellini, sì.
(…)
P.: (…) adesso io vorrei sapere da lei questo: questa
polizza è sostanzialmente la voltura di una polizza precedente su una macchina
diversa, un’autovettura diversa; perché precedentemente era assicurata una FIAT
128, con questa polizza si è trasferita la polizza dell’autovettura 128 su
un’autovettura 124. Prima di tutto lei conferma la data di emissione?
L:. certo la polizza è stata emessa dal mio ufficio, ora la
data…
P.. C’è la data con il timbro, lei la conferma. Poi vorremmo
sapere: prima di rilasciare questa polizza, voi ritirate o all’epoca ritiravate
il certificato di assicurazione rilasciato sulla macchina che ora non era più
assicurata e ritiravate anche il tagliando da esporre o no? E nel caso
specifico, le risulta che sia avvenuto questo o no?
L.: Nel caso specifico, signor giudice, non me lo ricordo,
però la prassi regolare era quella che dovevano ritirare il vecchio certificato
e il contrassegno, se no la compagnia rischiava di coprire due vetture, cioè la
vettura che veniva sostituita e la nuova autovettura, quindi… Siccome il certificato, il contrassegno
portano la firma della compagnia, la compagnia è responsabile fino alla
scadenza del contratto della circolazione del veicolo, quindi se non viene
fatto questo atto la compagnia rischia su due vetture, mentre invece
risulterebbe solo una vettura per il premio incassato. Questa è la prassi
regolare però, ora, signor giudice, non mi ricordo se in quel caso fu fatto o
meno…
P.: ecco, lei sostanzialmente mi dice dunque che non
attendeva che le pervenissero questi documenti prima di rilasciare la polizza,
in questo caso.
L.: no.
P.: … visto che lei agiva per interposta persona?
L:. io di solito, le polizze emesse nel mese precedente
venivano pagate, sistemate una volta al mese. Il mese successivo, passava un
mese dall’emissione del contratto, quindi a volte io non lo sapevo se veniva
ritirato al momento o dopo il contrassegno vecchio, quindi… Perché era una
prassi che non avveniva immediatamente presso il mio ufficio, avveniva presso
la subagenzia di San Casciano, che io andavo una volta al mese regolarmente.
Quindi non potrei confermare se in quella fattispecie fu fatto come doveva
essere fatto.
P.: La ringrazio, ci sono domande?
P.G.: volevo capire meglio cosa facevate a Firenze e cosa si
faceva San Casciano, cioè la polizza la compilavate qua a Firenze, poi la
mandavate tramite qualcuno a San Casciano?
L:. Esatto. Beh, diciamo… I contratti vengono sottoscritti
esclusivamente dalle Agenzie, perché le Agenzie sono responsabili nei confronti della Compagnia della emissione
delle polizze, poi il subagente cura l’incasso e rimette i simpli diciamo
all’Agenzia (Nota: simplo = Termine in
uso gergale per definire l’esemplare della polizza, che di norma è in tre
copie: la prima per l’Assicuratore, la seconda per l’eventuale Intermediario e
la terza per l’Assicurato; da “Sito consulenza sinistri”) ; .. Il discorso
delle variazioni era un po’ difficile perché a volte si davano dei certificati
e contrassegni per poter cambiare senza
andare materialmente ogni volta…
P.G.: Quindi la signora a San Casciano faceva da tramite,
consegnava materialmente la documentazione…
L.: Esatto
P.G.: … e ritirava il certificato…
L.: Esatto, doveva ritirare il certificato vecchio…
P.G.: e gliel’avevate chiesto? Lo sapeva questa signora?
L.: La prassi lo sapeva quello che doveva fare, poi se nella
fattispecie l’ha fatto io non glielo posso dire però la prassi…che doveva
ritirare il vecchio certificato e dare quello nuovo, sì.
(…)
P.G. : questo certificato… il contrassegno …
L.: è quello esposto al vetro che si chiama contrassegno e
il certificato quello che dovrebbe stare nel …
P.G.: e lei cosa voleva di questi due?
L.: Tutti e due.
P.G.: Tutti e due… poi … questo certificato non l’ha avuto
perché l’abbiamo noi… quindi non è che stavate dietro a controllare …
L.: questo però è una copia, non è l’originale, eh
P.G.: No, no, io parlo della FIAT 128, il certificato che
lei dice andava restituito, quello è stato consegnato al giudice successivamente,
e non dall’Agenzia. Quindi la domanda è:
una volta partita la polizza da Firenze, non è che qualcuno aspettava, diceva,
ehi mandami i documenti che non sono arrivati…
L.: questo no.
Interviene l’avvocato Bertini con una domanda sulla polizza
della FIAT 124 stipulata nel maggio 1985, in sostituzione della precedente.
Il teste Longo ritorna sul punto discusso col P.G.
L.: (…) quindi fino al 20 settembre 1985 può darsi
che il cliente abbia avuto in mano anche il certificato vecchio… questo …
questo … abbia avuto in mano anche il certificato vecchio, se non è stato
ritirato. Quindi la compagnia era responsabile fino al 20 settembre 1985, se
non viene ritirato il certificato e il contrassegno, del contratto precedente. Però questo non glielo posso garantire
perché non so se è stato ritirato il certificato o meno.
P.: La ringrazio.
M.: Senta lei ha
detto, l’ha chiamata prassi, che in caso di voltura in corso della durata del
contratto da un veicolo a un altro dell’assicurazione, lei l’ha chiamata prassi,
l’agente è tenuto nell’interesse della compagnia che rappresenta e così vale
per il subagente immagino, quando consegna il certificato e il contrassegno
nuovo a ritirare quelli vecchi, perché sennò … perché sennò … può spiegare alla
corte quali sarebbero le conseguenze? In caso di questa omissione, non so se mi
è sfuggito, l’ha già detto? Cioè la compagnia risponderebbe…
L.: per tutti e due i veicoli sì. Le conseguenze sono
queste.
M.: Lei l’ha chiamata prassi, ma forse c’è un altro termine,
mi corregga se sbaglio, è un obbligo dell’agente di fare questo, perché sennò
ne risponde la compagnia.
L.: è un obbligo dell’agente, però se il subagente mi dice,
guarda, l’abbiamo ritirato, l’abbiamo smarrito, ora ce lo porta, ce lo dà,
capito … a volte perché … Non siamo fiscalmente, cioè … Ora sono più, le
prassi sono più … All’epoca… All’epoca diciamo, eravamo un po’ più malleabili,
diciamo, per queste cose qui, se uno ci dichiarava che effettivamente non
viaggiava più su un altro veicolo, a volte, si poteva ammettere che aveva
smarrito o distrutto il certificato o il contrassegno…
M.: ecco lei sa che comunque la legge prevede in caso di
smarrimento o distruzione, può dirlo alla corte cosa prevede?
L.: Certo. In caso di
smarrimento o distruzione dovrebbe fare la denuncia affinché noi possiamo
annullare il contratto.
M.: bene. E il vecchio certificato e il vecchio
contrassegno, quando vi vengono restituiti, voi che ne fate?
L.: Noi li spilliamo al simplo dell’agenzia, non li mandiamo
alla compagnia. Lo spilliamo sempre al simplo dell’agenzia. Cioè l’incartamento
cartaceo deve rimanere nell’Agenzia. La
direzione no. Anche gli attestati di rischio, ecc.; ora sì, perché c’è stato
altre cose, quindi le compagnie vogliono gli originali, mentre invece prima si
accontentavano delle copie oppure di dire, l’agente sapeva che ritirava il
certificato e il contrassegno, poi noi avevamo una volta l’anno un’ispezione
amministrativa che ci controllava i documenti.
M.: Senta a me risulta che a quell’epoca il vecchio
certificato e il vecchio contrassegno, una volta riconsegnati all’agente o al
subagente, venivano semplicemente strappati.
L.: A quell’epoca non mi risulta, se la signora Bellini lo
aveva fatto …
M.: … perché cessavano di avere qualunque validità ed era
interesse della Compagnia distruggerli, proprio per la ragione che ha detto lei
prima, che un’eventuale messa in circolazione di questi documenti poteva
comunque obbligare la compagnia verso un terzo danneggiato, a risarcire…
L.: Certo, obbligare la Compagnia verso un terzo
danneggiato, però di solito era meglio conservare il certificato e il
contrassegno vecchio , perché se l’ispezione amministrativa non trovava questo,
ci poteva fare un verbale negativo.
M.: Quindi lei mi sta parlando di prassi, qualcuno poteva
fare in un modo, qualcuno poteva fare in un altro.
L.: Esatto.
M.: Un fatto è certo, però, che voi chiedevate la
restituzione di questo.
L.: Io le dico, nell’85 era un po’ più malleabile la legge,
diciamo. Cioè, delle compagnie… compagnie… agenti… diciamo che… siccome c’era
una mole… anche la mia agenzia aveva una mole notevole di emissione di
contratti, quindi… su duecento, trecento contratti emessi poteva capitare che cinque, sei contratti non
avessero il certificato o il contrassegno precedente allegato al simplo della
polizza, quindi non era sempre che si faceva, come dice lei, che si strappava
il certificato o il contrassegno, di solito si allegava alla polizza nuova il
vecchio certificato, a volte andava smarrito dal cliente, dichiarandoci,
conosciuto eccetera, eccetera.
M.: … che avreste dovuto denunciarlo…
L.: … si evitava di … a volte … - e si faceva male – si
evitava di dire al cliente: vai a denunciare questo smarrimento. Il subagente o
l’agente si fidava del cliente che gli diceva, guarda io l’ho strappato, l’ho
smarrito, non viaggio più con la macchina…
M.: Si fidava del cliente. Lei l’ha mai conosciuto questo
suo cliente, Lotti? Lei si fidava?
L.: All’epoca non l’ho conosciuto perché i rapporti li aveva
con la signora Bellini.
Segue una domanda dell’Avvocato Filastò, non inerente il
tema, con la quale si chiude l’interrogatorio, dopo di che il teste viene
congedato.
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Officina Bellini a San Casciano, oggi (da GoogleEarth) |
Ho evidenziato in neretto i due passaggi sui quali si basa
il falso sillogismo di Aufiero, che è il seguente: poiché Lotti non aveva
restituito il certificato del 128 (il suo avvocato lo presentò al giudice di I
grado, anche se, come abbiamo visto, non è ben chiaro da chi e come lo abbia
avuto), la compagnia assicuratrice doveva essere ritenuta responsabile per i
danni causati dalla FIAT 128 coupé fino alla scadenza del certificato e
relativo contrassegno, quindi l’auto era, di fatto, assicurata fino al 20
settembre 1985, data riportata sui documenti originali, non restituiti alla
Allsecures Preservatrice.
E’ evidente che il ragionamento fa acqua da tutte le parti. Per
chiarirne i punti deboli senza disquisizioni di tipo legale, proviamo a fare un
esempio pratico e, con uno sforzo di immaginazione, trasferiamoci
a San Casciano, nei panni di Lotti,
negli anni Ottanta del secolo scorso. Immaginiamo però un Lotti estremamente
astuto, tendente a delinquere, benestante e ricco di fascino con le donne,
dovuto sia al suo eloquio forbito che alla sua prorompente virilità; quelle
doti, insomma, che ne fanno nello stesso periodo un ricercato e apprezzato ospite
dei festini dei mandanti gaudenti nelle
varie ville dei misteri del contado fiorentino (e non il vero Lotti al quale la Nicoletti assegna, come amante, un misero 4 in pagella). Bene, questo Lotti qui,
a un certo punto decide di comprarsi una macchina nuova (in realtà usata, ma
gli garba quella), ma per qualche motivo non vuole rinunciare a quella attuale
(che non va più, ma non si sa mai), assicurata fino al 20 settembre 1985. Come
fare per usarle entrambe, pagando una sola assicurazione? Semplice. Basterà
fare gli occhi dolci alla subagente dell’assicurazione, una certa Mery, che,
nel fare la voltura della RCA, dimenticherà di chiedergli di restituire il
certificato e il contrassegno della macchina vecchia. Il callido Lotti, che in
gioventù ha fatto, dopo la quarta elementare, alcuni esami di diritto privato e
un Master in diritto delle assicurazioni all’università del Bargino, sa infatti
che, finché detiene quei due documenti, è in una botte di ferro: dei danni risponde la Compagnia, a lui che
gliene frega. A quel punto, perché fermarsi; Lotti pensa bene di regalare un’auto
nuova-usata all’amata Nicoletti; nuova voltura, nuova mancata restituzione (la
Mery, totalmente affascinata, non sospetta nulla) e a quel punto sono tre le
auto che viaggiano, coperte da assicurazione, con un solo premio pagato. Gli
amici del cuore Vanni e Pucci sono sprovvisti di patente, quindi facciamo un
regalino alla cara Ghiribelli: quarta
macchina che gira impunemente con documenti a prima vista in regola, almeno
fino alla scadenza del primitivo certificato di assicurazione. In questa
situazione, che ho volutamente reso paradossale, Aufiero sosterrebbe che, poiché
la compagnia, rappresentata dalla subagente Mery, non ha ritirato / distrutto i
precedenti certificati e contrassegni, in caso di incidente la Compagnia
risponderà dei danni ai terzi, quindi tutte e quattro le auto circolanti sono
di fatto assicurate. In realtà, viste le
successive volture, le polizze precedenti sono esaurite /invalidate e l’unica
auto ad essere regolarmente assicurata è l’ultima (nella finzione, quella
regalata alla Ghiribelli, nella realtà la FIAT 124), mentre i danni a terzi provocati dalle altre auto sarebbero
stati risarciti dalla Compagnia (questo almeno quanto sostiene Longo in
udienza), la quale si sarebbe poi inevitabilmente rivalsa sul cliente
truffaldino Lotti, sulla subagente sbadata / infedele Mery e probabilmente sull’agente
disattento Roberto per culpa in vigilando.
Questo solamente dal punto di vista civile, lascio agli avvocati di individuare
i reati previsti dal Codice Penale e Codice della Strada commessi dal nostro ipotetico
Lotti (truffa, frode, falso ideologico, mancata copertura assicurativa…?).
In questo quadro, sostenere che la FIAT 128 era assicurata
fino al 20 settembre 1985 è un’assurdità. Al massimo si può dire che,
ammettendo che la 128 fosse ancora marciante e che Lotti avesse volutamente omesso di restituire certificato e contrassegno,
poteva passare indenne un controllo volante delle Forze dell’Ordine, poiché l’informatizzazione
dei dati RCA era di là da venire.
Una spiegazione possibile, ma ovviamente indimostrabile, è
che la signora Mery non pretese indietro la documentazione assicurativa della
FIAT 128 non perché si fidasse in astratto del suo cliente, ma perché sapeva
che l’auto non era più in grado di viaggiare e poteva solo essere rottamata. E’
plausibile che Lotti, prima di decidere di acquistare la “nuova” FIAT 124,
abbia fatto controllare lo stato del 128 proprio dall’Autofficina Bellini, di
cui, come sappiamo, era cliente, ricevendone il consiglio di rottamarla.
Illazioni, ovviamente, ma che non mi sembrano campate in aria.
Ma rimangono alcune domande. La prima è la classica: Cui prodest? Perché il nullatenente Lotti
avrebbe dovuto mantenere contemporaneamente due auto, di cui una assicurata
solo all’apparenza, con possibili ripercussioni civili e penali negative per
lui? Sapeva, a maggio, che in un giorno di settembre avrebbe dovuto partecipare a un
duplice omicidio? Preferiva andare sul posto con un’auto malandata e facilmente
riconoscibile invece che con un’anonima FIAT 124 celeste? Perché al processo dice
un sacco di bugie per difendere la tesi accusatoria della Procura, che si
ritorce ovviamente contro lui stesso?
En passant,
ricordo che nessuno di coloro che videro la presunta auto di Lotti la domenica
pomeriggio (ovvero Carmignani, Chiarappa e De Faveri) riconobbero Lotti (e
Pucci); mentre il riconoscimento serale della Ghiribelli è, come ho più volte
dimostrato, destituito di ogni fondamento.
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La draga del Ponterotto, oggi (da GoogleEarth) |
L’argomentazione portata da Aufiero non dà alcuna risposta a
queste domande. Rimango quindi pienamente convinto di quanto sostenuto nelle
puntate precedenti in cui ho trattato l’argomento.