venerdì 2 settembre 2016

Il teste Delta







Articolo da L'Unità


Scrivo questi articoli non per esporre elementi nuovi, ma fondamentalmente per raccogliere le idee, mie e di coloro che vorranno leggere, intorno ad un argomento – la nascita dell’ipotesi investigativa “Compagni di merende” – che trovo affascinante.

Conclusa dunque l’analisi delle dichiarazioni della teste Gamma – e avendo letto con attenzione l’interessante contro-deduzione di Antonio Segnini – proseguo più brevemente con il teste Delta, ovvero Norberto Galli, che all’epoca conviveva con la Ghiribelli e, per dirla elegantemente, la aiutava nel suo lavoro.

Mi risulta che Galli fu sentito a SIT il 27 dicembre 1995, subito dopo la seconda deposizione Ghiribelli, e poi l’8 febbraio 1996; prestò testimonianza al processo il 3 luglio 1997. Delle SIT, delle quali non mi è disponibile il verbale, si può ricostruire (ma solo parzialmente) il contenuto leggendo ambedue i libri di Giuttari (solo 27 dicembre) e la cronologia del libro di Bruno-Cappelletti-Cochi (fonti secondarie). La deposizione a processo è documentata, come al solito, in Insufficienza di Prove (fonte primaria, ma versione fornita a 11 anni dai fatti).


Tanto premesso, veniamo al merito.

Avendo sentito il 27 dicembre la Ghiribelli sostenere di aver visto un’auto rossa scodata ferma su via degli Scopeti in corrispondenza della tenda, auto che la teste ritiene identica a quella del Lotti (sulle modalità del riconoscimento si veda post precedente), il commissario Giuttari decide di sentire immediatamente Norberto Galli, che quell’8 settembre 1985 accompagnava la Ghiribelli di ritorno da Firenze a San Casciano. Il Galli viene portato in questura la sera stessa, per evitare che i testi – che peraltro non stanno più insieme da anni – possano concordare una versione comune. Nel resoconto di Giuttari, sostanzialmente concorde in entrambi i suoi testi, Galli, dopo un’iniziale titubanza, ricorda “bene” di essere passato in auto dagli Scopeti la notte dell’8 settembre insieme a Salvatore Indovino “e forse Gabriella Ghiribelli”.  Avendo notato un’auto di media cilindrata parcheggiata in prossimità della piazzola, Indovino avrebbe commentato “Beati loro che almeno scopano!” Il commento fa pensare che nell’immediatezza l’auto vista dai testi sia stata ritenuta l’alcova passeggera di una coppia appartatasi in prossimità di una piazzola che notoriamente si prestava bene alla bisogna [Nota: nel libro “Il Mostro” il commento sarebbe stato invece rivolto agli occupanti della tenda, ma potrebbe trattarsi di un errore di lettura del verbale]. L’elemento più importante riferito da Giuttari è che Galli ammette, dopo una certa titubanza, di non aver detto nulla ai carabinieri per paura di avere noie con la giustizia, in tal modo confermando quanto riferito dalla Ghiribelli nel pomeriggio. Possiamo integrare il racconto di Giuttari con un dato espunto da “Al di là di ogni ragionevole dubbio”: Galli parlò in quell’occasione di un’auto di forma un po’ squadrata e di colore chiaro [Nota: non era un mistero, dopo il processo del 1994, che Pacciani all’epoca possedeva una Ford Fiesta bianca]. Vi è poi l’excursus sulle auto di Lotti, delle quali il teste ricorda la 124 acquamarina e un 128 coupé [Nota: sono queste effettivamente le auto usate dal Lotti nel periodo di permanenza del Galli a San Casciano].

Del SIT dell’ 8 febbraio so purtroppo ben poco; probabilmente si trattò di ripetere davanti ai magistrati (P.M. Canessa e Fleury) quanto il Galli aveva già raccontato alla polizia giudiziaria. Un elemento che sembra confermato è la presenza di Indovino; Galli infatti riferisce che solitamente non passava, per tornare a San Casciano, da via degli Scopeti, ma quella sera era stato lo stesso Indovino a chiedergli di portarlo a fare una passeggiata in macchina [Nota: la Ghiribelli invece negherà recisamente che Indovino fosse con loro quella sera, spiegando anzi che stavano andando a fargli la puntura; ma la sequenza cronologica dell’avvistamento rispetto alla puntura non è del tutto chiara]. In questa testimonianza, inoltre, la FIAT 128 coupé, che nel SIT precedente era rimasta di colore imprecisato, diventa correttamente rossa.  

 
Panorama da via di Faltignano


Fin qui, tutto bene. Facciamo ora un salto in avanti al processo CdM udienza del 3 luglio 1997.

Rischio di annoiare il lettore riportando testualmente brani della trascrizione dell’udienza, ma ritengo che sia necessario leggere con attenzione (il grassetto è ovviamente mio).

Galli risponde sull’auto vista a Scopeti

P.M.: Senta ancora una cosa: lei ricorda l'episodio della macchina vista davanti alla piazzola di via degli Scopeti?

N.G.: Senta, io come ho detto, io non mi ricordo alcun particolare. Io non potrei dire che macchina né se era bianca, né se era rossa. Io mi ricordo, nel passare, però, io non è che mentre passavo, accanto a me, non mi ricordo se c'era, la Gabriella - lei c'era sempre - o se c'era anche Salvatore Indovino. Cioè, io...

P.M.: Cioè, lei ha questo ricordo: la Gabriella c'era sicuramente, forse, secondo lei, c'era...

N.G.: Non mi ricordo di preciso questo particolare, perché in quel periodo lui stava poco bene e si andava a fargli la puntura, si faceva la puntura. E, nel passare, io ho visto così, con la coda dell'occhio il culo di una macchina però non potrei dire di che colore era. Mi sembra una macchina... una macchina di media cilindrata. Io non potrei dire altro, non vorrei dire altre cose.

(…)

P.M.: Senta, e di questa macchina che poi... vicino a questa piazzola, lei ricorda, questa di media cilindrata, com'era posizionata?

N.G.: lo ho visto con il... così, nel passare, mi sembrava che fosse il culo verso la strada. Io...

P.M.: Verso Firenze? La parte...

N.G.: Verso l'imbocco della strada perché io andavo in su.

P.M.: Bene. E il frontale della macchina, quindi, era verso San Casciano.

N.G.: Sì, verso in su. Così, non l'ho visto...

P.M.: O verso la piazzola?

N.G.: Verso, verso come lei dice la piazzola. Io ho visto qualcuno così, nel passare. Mi sembrava una macchina... Ho detto, io... media, così, normale.

P.M.: Quindi, se mi è consentito, un po' abboccata verso la strada che va alla piazzola, era questa macchina.

N.G.: Sì, abboccata così, lungo la strada, volta in su.

 Galli risponde sulle auto del Lotti

P.M.: Lei sa che macchina aveva il Lotti Giancarlo? Che macchine ha avuto?
N.G.: Io l'ho visto quasi sempre, quelle volte che l'ho visto passare, ci aveva un... o era un 124 o un 125 color verde, più o meno un colore in quel modo vecchio.
P.M.: Il 128 coupé glielo ha mai visto?
N.G.: Io il 128 coupé l'ho visto, mi sembra, perché me lo rammentò lei, una volta.
P.M.: Lo ha mai visto...
N.G.: Io l'ho sempre visto in giro con quella macchina lì.
P.M.: Lo ha mai visto Giancarlo con il 128 coupé?
N.G.: Una volta mi sembra di averlo visto, perché me lo rammentò lei, perché sennò io...
P.M.: Io le ho rammentato che ce l'aveva, lei ricorda...
N.G.: Sì, e se lo avevo visto. Però io lo vedevo sempre con questa macchina verde in giro, lo avevo visto. Una volta l'ho visto con quella rossa, sì.
P.M.: Era...
N.G.:
Era rossa tutta scolorita, sarà stata arancione, non rossa, non so (Nota; il colore del coupé FIAT 128 ufficialmente era “rosso arancio” .  Si noti la quasi perfetta coincidenza con la descrizione data dalla Ghiribelli nell’intercettazione telefonica del 21 dicembre 1997).
P.M.: Perfetto. Questo, volevo sapere.

Galli risponde sul discorso con la Ghiribelli

P.M.: E di questa macchina avete poi parlato con la Ghiribelli dopo che c'era stato l'omicidio?

N.G.: Mah, io questo... Si sarà parlato, ma non...

P.M.: Lo ha detto lei, eh, signor Galli.

N.G.: Sì. Io... ascolti, io posso, non posso ricordarmi con certezza. Si sarà parlato certamente.

(…)

P.M.: Lei, insisto nella domanda, successivamente, il giorno dopo quando ha saputo dell'omicidio, ne ha parlato con la Ghiribelli? Lei ora stava dicendo: 'sa, io in quell'epoca avevo noie con la legge...'

N.G.: Io, ma noi si può aver parlato benissimo, si sarà parlato, ma...

P.M.: Dice la Ghiribelli che lei gli ha detto: 'lasciamo perdere, non lo diciamo a nessuno'.. È vero, o no?

N.G.: Questo se si è detto si sarà detto tutti e due d'accordo. Perché tanto lei sa che la Ghiribelli...

P.M.: Io le chiedo: indipendentemente da chi lo ha detto, questo discorso lo avete fatto?

N.G.: Questo si può averlo detto tutti e due. Io non mi ricordo se l'ho detto io o l'ha detto lei.

P.M.: Benissimo. 

N.G.: Perché prima cosa lei sa che è una donna che, al momento, allora, quando la conoscevo io, beveva come una spugna.

P.M.: Ma il discorso è questo: voi avete fatto quel discorso. Lei dice: 'non ricordo se lo abbiamo fatto di comune accordo, se l'ho proposto io e se lo ha proposto lei. Comunque ci siamo detti di questo fatto... ' 

N.G.: Sì, perché tutti e due si aveva, si aveva un piede, insomma...

Nel seguito dell’udienza, il Galli dirà, in termini molto incerti, che probabilmente erano passati da via degli Scopeti perché la superstrada era interrotta (si veda la deposizione di Lorenzo Nesi al processo Pacciani); invece secondo la Ghiribelli era la strada più comoda tornando da Firenze per passare da indovino e fargli la puntura.

Possiamo trarre delle conclusioni da questo (purtroppo scarso) materiale?

Interrogato senza preavviso, Galli conferma, con qualche incertezza, il fatto dell’avvistamento. Quanto al tipo e al colore dell’auto vista, è chiaro che va a tentoni e i suoi ricordi non sono affidabili. Ricorda la presenza di Salvatore Indovino, particolare che mal si attaglia alla situazione descritta dalla Gabriella. Su insistenza di chi lo interroga, ammette di non aver voluto parlare del fatto per la situazione irregolare in cui sarebbe venuto a trovarsi (sfruttamento della prostituzione).  La vaghezza del ricordo certifica di per sé che, se l’avvistamento è veramente avvenuto nel luogo e tempo riferito, fu dal teste ritenuto poco importante. Quanto al Lotti e alla sua auto, né in corso di indagini preliminari né a processo il teste mette in collegamento la FIAT 128 coupé con l’auto da lui vista quella sera; anche se i ripetuti accenni in udienza chiariscono che, nel secondo SIT, il tema fu toccato, su esplicito suggerimento degli inquirenti. Galli ha visto un’auto, di media cilindrata, forse bianca (lo dice prima di conoscere la versione data dalla compagna). Decise di non avvisare le FF.OO. per salvaguardarsi. E’ chiaro che, nei successivi tre anni di convivenza con la Ghiribelli, l’accostamento al 128 coupé di Lotti non venne mai fatto.

L’analisi critica ci conduce alle stesse risultanze alle quali aveva condotto l’esame della teste Gamma. Il massimo che si può dire è che, passando in macchina per via degli Scopeti, la coppia Galli – Ghiribelli ha forse visto un’auto posteggiata all’imbocco della stradina. Che quest’auto abbia avuto a che fare con un delitto commesso uno o due giorni prima rimane però tutto da dimostrare.

Nella ricostruzione accusatoria fatta propria dalla sentenza contro i “Compagni di Merende” il ruolo dei testi Gamma e Delta è quella di riscontro esterno alla confessione del Lotti; riscontro parziale, in quanto i testi avrebbero visto non il Lotti, ma la sua auto, o meglio un’auto simile a quella che – ritiene la sentenza – il Lotti forse utilizzava ancora all’epoca (avendone già da mesi acquistato e assicurato un’altra).  Ma questo riscontro va ulteriormente ridimensionato: esso vale solo accettando come scontata la veridicità della confessione dello stesso Lotti. Infatti il ragionamento è: il Lotti dice di essere stato in quel momento in quel determinato luogo e in effetti due testimoni videro in quel momento e in quel luogo “un’auto” che poteva essere quella del Lotti.

Foto dal sito www.cronaca-nera.it