domenica 14 agosto 2016

La teste Gamma





Gabriella Ghiribelli depone al processo "Compagni di merende2 (foto da Insufficienza di prove




Devo premettere a questo post una nota tecnica. Una seria analisi storico-filologica delle testimonianze non può prescindere da una precisa, letterale rendicontazione verbale delle dichiarazioni. Per quanto, soprattutto dopo le più recenti pubblicazioni, il materiale sull’argomento “processi sul caso del cd. Mostro di Firenze” sia relativamente abbondante, lo stesso rimane non sufficiente alla bisogna.  Del resto, quand’anche venissero pubblicati i verbali integrali, essi non sarebbero adeguati se redatti, come era costume, in forma riassuntiva (ad eccezione dei verbali di udienza). Le osservazioni che seguono vanno dunque prese con beneficio di inventario e futuri possibili adeguamenti, quand’anche l’accesso a ulteriori materiali sembri nell’immediato futuro piuttosto improbabile.


Sia i sostenitori dell’ipotesi ufficiale conclamata nei processi ai “Compagni di merende”, sia gli aderenti all’ipotesi ”Giancarlo Lotti = unico assassino  = MdF” sono certi che Lotti – o quanto meno la sua auto FIAT 128 coupé rossa - sia stato effettivamente avvistato dalla teste Gabriella Ghiribelli la notte di domenica 8 settembre 1985 su via degli Scopeti sotto la piazzola ove avvenne l’omicidio.  Sul cosa ci facesse e perché, in un momento che con grandissima probabilità non era quello del delitto, le due scuole di pensiero su indicate si dividono; ma il fatto dell’avvistamento rimane per entrambi una pietra miliare della propria teoria – teoria che nel primo caso è anche diventata verità giudiziaria.

Ho già parlato più di una volta della genesi dell’indagine su Lotti, che trova il proprio primo fondamento nei SIT di Gabriella Ghiribelli (21 e 27 dicembre 1995); ma forse può valere la pena di ri-narrare e approfondire alcune connessioni.


Sappiamo, grazie anche alla cronologia curata da Francesco Cappelletti per il libro “Al di là di ogni ragionevole dubbio”, che Giancarlo Lotti era stato sentito dalla SAM nel luglio del 1990, insieme con altri amici e conoscenti di Pietro Pacciani. Sappiamo che era stato risentito – informalmente – nel luglio del 1994 dopo la testimonianza Nesi, il quale aveva collocato Pacciani in via degli Scopeti la presunta sera del delitto insieme a un accompagnatore non riconosciuto. In quella occasione era stato chiesto a Lotti quali auto aveva posseduto ed egli aveva pacificamente nominato – tra le altre – una FIAT 128 coupé rossa. Sappiamo inoltre che già in precedenza vi erano stati testimoni (Frigo e Caini – Martelli, non utilizzati nel processo) che avevano parlato di due auto, una bianca e una rossa. Sappiamo infine che nell’ottobre del 1995 il nuovo capo della Mobile di Firenze Michele Giuttari era stato incaricato dal procuratore Vigna di riesaminare il caso per verificare se vi fossero indizi – oltre quelli emersi a processo – di possibili complici del Pacciani. E sappiamo anche che Giuttari aveva reperito (semplifico molto per brevità) tra i “testimoni dimenticati” la coppia Chiarappa – De Faveri, che aveva visto un’auto di colore rosso sbiadito e con la coda tronca stazionare per tutto il pomeriggio della domenica 8 settembre di fronte al viottolo che porta alla piazzola del delitto; in prossimità vi erano due uomini (tra i quali, evidentemente, non era stato identificato Pacciani) che osservavano insistentemente il bosco. Nella convinzione che l’omicidio sarebbe poi avvenuto quella sera, la persistente presenza di un’auto coincidente con quella vista in altre occasioni (Vicchio) nell’immediata prossimità della tenda delle vittime doveva essere sembrata all’investigatore una circostanza di gran conto (e, anche se i giudici non accoglieranno la testimonianza dei coniugi, non possiamo certo, sulla base delle sue conoscenze dell’epoca, dargli torto).

Abbiamo quindi delle testimonianze che portano a sospettare del ruolo di un’auto di colore rosso sbiadito a coda tronca nei due ultimi duplici omicidi della serie. Abbiamo un amico di Pacciani che ha ammesso di aver posseduto, in quegli anni, un’auto compatibile. Non c’è da stupirsi che nel dicembre 1995, nell’approssimarsi del processo di appello a Pietro Pacciani, Giancarlo Lotti venga messo sotto torchio.


Il 27 novembre ( si veda http://i-compagni-di-merende.blogspot.it/2009/12/istruttoria.html ) era stata interrogata Filippa Nicoletti, il cui nome era stato fatto dal Nesi come amica di Lotti e Vanni.  Già alla Nicoletti si chiedono notizie della macchina rossa (lo dirà lei stessa in una telefonata intercettata con Giancarlo Lotti il 16 dicembre; si veda M. Giuttari, Il Mostro pag. 109). Il 15 dicembre è il turno dello stesso Lotti, che a sua volta fa il nome di Gabriella Ghiribelli, la quale viene convocata il 21 dicembre.   Come alla Nicoletti, senz’altro le si saranno chieste notizie dell’auto rossa scodata; ed ecco il colpo di scena, non riportato a verbale, ma confermato da una telefonata intercorsa quello stesso giorno tra la Nicoletti e la Ghiribelli e debitamente intercettata: la persona informata sui fatti ha effettivamente visto, nel posto giusto e nel momento (che si credeva) giusto, l’auto che avrebbe dovuto vedere; infatti, la domenica sera intorno a mezzanotte, dopo aver esercitato a Firenze “ il suo antico mestiere” (così Giuttari, Il Mostro pag.112), Gabriella in compagnia del suo protettore tornava a San Casciano percorrendo in auto proprio via degli Scopeti. E’ un passo ben noto, ma che comunque riportiamo:

<< Io l’unica cosa che posso dire è che io una macchina arancione l’ho vista… sotto le luci piccole, piccole di strada… sai, in una strada piccola potrebbe essere stata arancione… potrebbe essere stata rossa… scodata di dietro… Mi hanno fatto vedere la foto… l’ho riconosciuta…>> (NdA: quali luci? Non vi sono lampioni in quel tratto di via degli Scopeti. Forse i catarifrangenti, se già c’erano all’epoca, che danno una colorazione arancione a qualsiasi oggetto).

 Giuttari, nel suo libro sopra citato, ammette: “dal verbale dell’interrogatorio quelle domande dei miei uomini non risultano, segno che dovevano averle fatte a margine, dopo l’interrogatorio, informalmente” (Il Mostro, pag. 114). Il che gli dà il destro per spostare di qualche giorno in avanti il coup de theatre, quando sarà lui a interrogare direttamente la Ghiribelli (27 dicembre 1995):

 “Alla fine individua una vettura. Una FIAT 128 coupé. Quindi aggiunge che un’auto proprio uguale, dal colore però sbiadito, ce l’aveva all’epoca Giancarlo Lotti.”

 Incollo a questo punto dal contributo di Cappelletti relativo alle dichiarazioni del 27 dicembre:

“Il verbale quindi reca “Circa tre mesi fa (settembre 1995 n.d.r.) ho avuto modo di notare la macchina del Lotti e vedendo che aveva la portiera di colore rosa mi venne spontaneo dire al Lotti in tono scherzoso ‘Vuoi vedere che sei tu il mostro?’ (…) Il Lotti rimase male e mi disse: ‘Cosa c’entra la mia macchina con quella che hai visto te?’. In seguito il Lotti è venuto a trovarmi con altra macchina e mi spiegò che l’aveva cambiata perché l’altra non funzionava più.” Mostratele 2 fotocopie riproducenti la parte anteriore e posteriore di una Fiat 128 coupè, la Ghiribelli dichiarò che la macchina vista quella sera era dello stesso modello riprodotto nelle fotocopie ed aggiunse: “Il Lotti Giancarlo ho iniziato a frequentarlo dall’anno 1986 e mai, prima della circostanza riferita, avevo avuto modo di notare che auto egli avesse, in quanto era solito lasciare l’auto alla Fortezza o in Piazza Indipendenza e venire da me a piedi. Anche in San Casciano non avevo mai avuto l’opportunità di notare il Lotti in auto”.


A questo punto, però, possiamo osservare che c’è qualcosa che non quadra. La spiegazione fornita dalla teste è molto debole: infatti, quale motivo avrebbe avuto la Ghiribelli nel settembre 1995 (!) di collegare improvvisamente il ricordo dell’auto vista la domenica 8 settembre 1985 con quella da lei vista usare da Lotti a distanza di 10 anni? Ma non solo: quali strumenti aveva la Ghiribelli per identificare un’auto vista di sfuggita più di 10 anni prima con quella posseduta all’epoca da Lotti? Ovviamente nessuno giacché: 1. Nello stesso interrogatorio la teste afferma di aver iniziato a frequentare Lotti nel 1986, ossia dopo l’omicidio (dichiarazione che sarà successivamente corretta, ma dobbiamo riportarci al contesto investigativo del 1995 e ritenerla al momento veritiera); 2. Non aveva mai notato quale macchina avesse Lotti prima del settembre 1995; 3. L’auto da lei vista nel 1985 aveva uno sportello di altro colore (rosa anziché rosso), quindi assomigliava all’auto posseduta da Lotti nel 1995 – ma dal 1985 al 1995 Lotti aveva cambiato per lo meno due auto dopo la 128 coupé. Queste stesse osservazioni critiche nei confronti della teste avrebbero potuto venire avanzate nell’immediatezza dagli investigatori, se non altro per verificare la fondatezza del convincimento della Ghiribelli. Ma non sembra che se ne sia fatta parola.


Un ulteriore elemento del presunto riconoscimento può destare qualche perplessità. Il 27 dicembre la Ghiribelli dichiara che Lotti al suo interrogativo retorico (ma era mica la tua quell’auto?) ha semplicemente risposto: “Cosa c’entra la mia macchina con quella che hai visto te?” e la discussione si è chiusa lì. Il 25 gennaio, però, in una telefonata intercettata tra Ghiribelli e Lotti viene registrato il seguente scambio di battute:

<< Ghiribelli: ‘non ci si può fermare neanche a pisciare’ lo hai detto tu

Giancarlo Lotti: Che c’entra! ….e guardano dove ci si ferma! Me l’hanno detto loro… io non ho mica fatto nulla… A me non me ne frega nulla! Non ritornino  a fare quel lavoro perché non mi sta bene!>> (Il Mostro pag. 137, Al di là di ogni ragionevole dubbio pag. 147; si ponga però attenzione alla frase in grassetto).

In dibattimento (udienza del 3 luglio 1997, reperibile su Insufficienza di prove) la Ghiribelli darà una versione un po’ confusa relativamente ai tempi di questo scambio di battute. A domanda del P.M.: <<Perché quando a me mi sono venuti a domandare addirittura, sono venuti gli inquirenti, sono andati a domandarmi, dice: 'ma te hai visto qualche macchina? Qualche cosa, hai visto nulla?' 'Di dove?' Dice: 'degli Scopeti, perché Giancarlo ha fatto il tu' nome'. 'Ma che a scopo il mi' nome?' Dice... M'hanno domandato questa storia, dico: 'ma io lo dissi già all'epoca che ho visto una macchina rossa scodata perché non mi chiedete mai che tipi di macchine sono perché io delle macchine... però l'era rossa. Senonché, quando vengo a sapere dagli inquirenti che Giancarlo aveva implicato me, che poi praticamente. .. ora dopo fra parentesi lo dico anche quest'altra storia. Senonché dopo io telefono a Giancarlo. Telefono a Giancarlo a San Casciano e gli faccio: 'Giancarlo che puoi venire un attimo a Firenze, c'ho da parlarti?' Gli faccio: 'Giancarlo, come mai hai implicato me? Non è che per caso fosse tua la macchina che ho visto quella sera allora?' E lui mi risponde: 'perché, non ci si può fermare nemmeno a pisciare?' Con questo s'è dato là zappa sui piedi da sé>.>

A domanda del presidente: << G.G.: Ho detto: 'sì, io quella macchina l'ho vista quella sera, era scodata' perché torno a ripeterle, signor Giudice, che io non mi intendo affatto di macchine, sicché che tipo di macchina fosse proprio non lo so. Quando son tornata a casa - visto che mi hanno fatto il nome di Giancarlo, perché si vede che gli aveva fatto il mio - io ho telefonato a Giancarlo a San Casciano e gli ho detto: 'Giancarlo, puoi venire un attimo a Firenze, ti devo parlare? Dice: 'sì'. Arrivato a Firenze gli faccio: 'ma che discorsi fai te nei miei riguardi?' Dice: 'no, mi hanno domandato se io frequentavo qualche ragazza, ho detto che frequentavo anche te, oltre alla Filippa', mi fa Giancarlo. Dico: 'ma non è che, allora, quella macchina rossa che io ho visto, scodata, che forse la fosse tua?' E lui mi fa: 'che, non ci si può fermare nemmeno a pisciare?' Parole sue testuali, lineari. Con questo ha ammesso che la macchina era veramente sua. Ma io l'ho saputo proprio il giorno che mi hanno interrogato quelli della Squadra Anti Mostro.

Presidente: Ma lei l'aveva vista una macchina simile in possesso del Lotti?

G.G.: No, io n'avevo vista una celeste...

Presidente: Come?

G.G.: Lui ce n'aveva una celeste, però comunque lui... soltanto una celeste, perché lui l'ha sempre avute rosse le macchine, comunque. Comunque l'ha ammesso lui che la macchina l'era la sua>>.

Insomma, il colloquio tra Ghiribelli e Lotti sarebbe intercorso dopo gli interrogatori subiti dalla Ghiribelli, poiché del particolare della fermata per bisogni fisiologici non vi è traccia nei verbali di dicembre, per quanto vi si parli dell’auto del Lotti con abbondanza di dettagli; l’elemento compare per la prima volta in un’intercettazione telefonica del 25 gennaio, ma riferito a un tempo passato (“l’hai detto tu”); ma a quella data ne aveva già parlato per due volte Pucci agli inquirenti, sia il 2 che il 23 gennaio 1996.  Se il discorso di cui si riferisce nella telefonata intercettata fu precedente o successivo ai SIT del Pucci, non si può sapere con esattezza: in un SIT dell’8 febbraio, la Ghiribelli lo situerà in mezzo ai suoi due interrogatori di dicembre, precisamente il giorno 23 (Al di là di ogni ragionevole dubbio, pag. 149). Tuttavia, se i due compari danno la stessa versione, le spiegazioni più probabili sono fondamentalmente due: o il fatto è vero o la versione è concordata. Un’analisi dei tempi porta ragionevolmente ad escludere un suggerimento (beninteso involontario) degli inquirenti, poiché Lotti venne interrogato, dopo il 15 dicembre, solo l’11 febbraio, quindi ben dopo la famosa telefonata. Quanto a Fernando Pucci, questi era entrato nelle indagini in seguito all’intercettazione di una telefonata tra la Ghiribelli e la Nicoletti del 23 dicembre, era stato sentito più volte prima dell’interrogatorio di Lotti e già il 2 gennaio aveva tranquillamente spiattellato, a semplice domanda, una sua prima versione dei fatti (poi a più riprese integrata e corretta) che collocava lui e Lotti sul luogo del delitto, forse a bordo della FIAT 128 rossa. La concordanza tra Lotti e Pucci, se la frase del Lotti è effettivamente, come sostiene la Ghiribelli, anteriore al primo interrogatorio del Pucci, va comunque spiegata da coloro che sono certi dell’assoluta estraneità ai fatti della coppia Lotti - Pucci.


In merito alla generale attendibilità di questi due testi principali (Alfa = Pucci; Gamma = Ghiribelli) può essere utile un piccolo excursus.

Interrogato in dibattimento il 6 ottobre 1997, Pucci intratterrà con il P.M. questo candido dialoghetto, che riportiamo come al solito da Insufficienza di Prove.

F.P.: (espressione di diniego) Ma io... Ma che c'è mica scritto, costì?

P.M.: Eh

F.P.: No, lo voglio sapere, perché vu' scrivete un monte di robe, io 'un me lo ricordo...

P.M.: Noi, queste robe, per fortuna le abbiamo anche registrate. Quindi...

F.P.: Abbia pazienza... 'Un mi posso ricordare di ogni cosa.

P.M.: No, ma lei non si deve ricordare cosa c'è scritto qui, capito, signor Pucci?

F.P.: Ecco...

P.M.: Lei si deve ricordare se questi discorsi li ha fatti e se sono veri.

F.P.: Ma io non me lo ricordo.

P.M.: Però, vede, se non se lo ricorda ora, è un fatto; se non se lo ricordava nemmeno prima, è un altro.

F.P.: Eh, non è possibile...

P.M.: Ecco.

F.P.: ... non me ne ricordavo nemmeno prima, sicché... Ora, che vuole, è da tanto tempo che... Chi se ne ricorda! Bah...

Gabriella Ghiribelli, dal canto suo, racconterà per anni una messe di informazioni utili a chiarire la vicenda nell’ottica della pista esoterica e dei mandanti gaudenti, tra le quali la preziosa affabulazione – a suo dire proveniente da un Lotti all’epoca già opportunamente defunto – in merito ad un medico svizzero che in una villa vicina ai luoghi degli omicidi usava i feticci acquistati dagli assassini materiali per compiere esperimenti di imbalsamazione (o rinascita?) del corpo della figlia prematuramente scomparsa. Purtroppo tali esperimenti non avevano buon esito perché al papiro delle istruzioni mancava una pagina (!).


E’ il momento di riassumere. Allo stato delle (mie) conoscenze, la sequenza delle dichiarazioni risulta essere la seguente.

Luglio 1994: Lotti viene sentito dalla SAM in merito alle sue automobili. Dice di aver posseduto una FIAT 128 coupé rossa, ma la cose non viene considerata rilevante.

Ottobre 1995: vengono sentiti i coniugi Chiarappa - De Faveri, che confermano la presenza di un’auto rossa scodata sotto la piazzola di Scopeti nel pomeriggio di domenica 8 settembre 1985.

Novembre 1995: su impulso del Nesi viene sentita Filippa Nicoletti, anche in merito all’auto rossa posseduta da Lotti. Successivamente la Nicoletti allerterà Lotti sul contenuto dell’interrogatorio.

15 dicembre 1995: nuovo SIT di Lotti; non risultano domande sulle auto (? ma vedi intercettazione del 25 gennaio). Lotti fa il nome di Gabriella Ghiribelli.

21 dicembre 1995: primo SIT della Ghiribelli; non a verbale, dice di aver visto quella sera una macchina rossa o arancione che potrebbe essere quella di Lotti.

Data imprecisata: colloquio tra Lotti e Ghiribelli; la Ghiribelli rimprovera Lotti per averla immischiata nella faccenda, Lotti dice: “non ci si può neanche fermare a pisciare”.

27 dicembre 1995: nuovo SIT della Ghiribelli, che riconosce decisamente l’auto del Lotti, pur non avendola mai vista.

2 gennaio 1996: SIT di Fernando Pucci, che ammette di essere stato sul posto insieme al Lotti, forse con la 128 o la FIAT 131 (NdA: erano entrambe rosse; viene “saltata” la FIAT 124 celeste che Lotti indubbiamente aveva nel settembre 1985).

23 gennaio 1996: nuovo SIT di Fernando Pucci, che descrive l’esecuzione del delitto da parte di Vanni e Pacciani.

11 febbraio 1996: SIT di Lotti, che dà la stura alla serie di ammissioni progressive che lo porteranno a una condanna di 30 anni di carcere nel processo di primo grado. In un confronto nella stessa data Pucci ricorda a un incerto Lotti che quella sera viaggiavano “sul FIAT 128, quello rosso”.



 

Dimentichiamoci per un momento che Pucci è dichiarato invalido al 100% per oligofrenia e la Ghiribelli darà nel prosieguo della vicenda chiari segni di sfrenato protagonismo sconfinante nella mitomania; assumiamo che quando detto dalla teste sia vero, che abbia visto un’auto forse rossa, forse arancione, con la coda tronca, posteggiata in prossimità del viottolo che porta alla piazzola degli Scopeti. Risulta chiaramente che la Ghiribelli non riconobbe (né poteva ragionevolmente farlo) l’auto del Lotti (prescindiamo qui dalla incerta “esistenza in circolazione “ dell’auto stessa a quella data); ma vide un’auto che o assomigliava all’auto del Lotti nel 1995 (FIAT 131? Ma allora non era l’auto del 1985) o assomigliava a una FIAT 128 coupé (ma allora perché identificarla con l’auto guidata dal Lotti nel 1995?). La certezza dell’identificazione, a detta della stessa Ghiribelli, che si dichiara del tutto ignorante dei modelli automobilistici, scatta alla malaugurata scusante addotta dal Lotti “Non ci si può nemmeno fermare a pisciare”, un Lotti che già al suo esordio si dimostra un maestro nell’incastrarsi da solo nel ruolo di reo confesso e chiamante in correità.  Quindi, più che un riconoscimento, bisognerebbe parlare di una deduzione (apparentemente) logica, alla quale non sembrano estranei motivi di rivalsa (“tu mi hai immischiato me, allora io ti immischio te”); apparentemente logica perché nata dal preteso riconoscimento di un'altra macchina.



Eppure, sappiamo che senza la Ghiribelli non ci sarebbe stato Pucci e senza Pucci non ci sarebbe stato Lotti. E’ onesto dire che la costruzione giudiziaria dei “Compagni di merende” poggia su basi ben fragili. E’ altrettanto onesto aggiungere, da parte mia, che sul punto non ho verità o certezze da propugnare, ma solo domande. Ogni contributo costruttivo e informato è bene accetto.

41 commenti:

  1. Bravo Omar,
    buon articolo.

    Tre punti:

    1) non capisco in base a cosa (tempi/date compresi) tu scriva "Un’analisi dei tempi porta ragionevolmente ad escludere un suggerimento (beninteso involontario) degli inquirenti"
    - parliamo di SIT "abbreviate" nel redigerle, di "domadande/risposte" poste a SIT già ultimata; parliamo di soggetti(Lotti, Pucci, Ghiribelli) tutti e tre estremamente "fragili" ad acume ed intelligenza; parliamo da parte degli inquirenti di una palese assenza di dubbio e verifiche di fronte a risposte rabberciate e che non tornano; etc

    In base a cosa "escludere suggerimenti"?
    ESEMPIO: e se il 15 dicembre al GL (o alla G. in altra data), nel pour parlez della sit (verbalizzata o ma anche no), la domanda che gli pongo è:
    "ma lei con la sua auto, agli scopeti, non si è mai fermato manco per fare una pisciatina? non c'è niente di male, è una funzione fisiologica... suvvia, non le è mai capitato di fermarsi in macchina per fare una pisciaina?"

    oplà che ti esce l'imbocco (voluto o meno), ripreso e rimasticato dal GL, che pi appare come "gran mistero"

    2) la NON-solidità verificabile delle dichiarazioni dei personaggi in oggetto (il trio Ghi Lot Puc)non può essere subalterna alle semplici date di scansione temporale degli eventi (a meno di non voler presupporre una complicità attiva e assassina dei tre).
    ID EST: quando un attore è inattendibile, è inattendibile punto e stop. NOnsi può fare il cherry picking delle informazioni usandone alcune e scartandone altre.

    3) Puc. Ghi. Lot. ci potevano anche fare una festa danzante a Scopeti la notte della domenica, che tanto la cosa non sposta di un secondo la data effettiva del delitto: che non è in nessun caso possibile la domenica.
    QUINDI? testimonianze oculari impossibili e ricostruzioni fisicamente impossibili, auto si, auto no, GL già con quell'auto o meno, auto scodata del gl funzionante o rottamanta, ghiribelli che la riconosce senza averla mai vista o meno: che importanza ha? Nessuna.


    Forse, per meglio capire la situazione e gli ebenti, sarebbe più importante riuscire a stracciare un pò di più il velo di quell'ordine di VLP a MG di "cercare e trovare i complici" di uno che è stato appena prosciolto dalle accuse di aver commesso un alcunchè!!! [Assolto con anche lo stesso pm a chiederne l'assoluzione, ricordiamocelo. E invece che succede? Sciogli le nebbie su questo, e avrai la risposta :) ]

    Hazet

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto che la macchina sia stata vista agli Scopeti e la presenza del Lotti! la seconda affermazione non è deducibile solo dalla prima affermazione in quanto lo si può arguire da certe intercettazione che: il Lotti era li e ha visto qualcosa. Vedete cosa dice riguardo ai 2 uomini, è costretto a parlare perchè è il Pucci ad aver parlato di 2 uomini.
      Ecco la parte interessante delle intercettazioni:

      N:tu devi dire se e' vero oppure no
      L:si e' vero, ormai l'ho bell'e detto, icche' vo' a dire...
      N:Ma tu a me mi devi dire se e' vero
      L:e' vero! ormai l'e' vero!!

      L:poi m'hanno interrogato sull'84
      L:se ero andato, gli hanno visto la mia macchina a coso la'', che gli fo'...
      N:E, se hanno visto la tu macchina...
      L:M'hanno imbrogliato su questo fatto qui. Senno' io sapevo sono solo e basta
      N:Vabbe', spevi sono solo...
      L:quando mi fermai li c'era la tenda. Vidi la tenda e c'era due persone, quell'altro le ha riconosciute subito. Io un l'ho riconosciute.

      in effetti poi ci sarebbe anche la dichiarazione dei coniugi Chiarappa- de Favero sulla presenza di un auto rossa a Scopeti la domenica pomeriggio.

      Elimina
  2. Rispondo, per ora, al primo punto, sul quale sono d'accordo con te; ma aspettavo che i lettori ci arrivassero da soli :-)
    la cosa è - ovviamente - indimostrabile; ma non per nulla avevo messo in grassetto e richiamato l'attenzione su quel "me l'hanno detto loro... io non ho fatto nulla" della famosa telefonata.
    Sugli altri due punti, mi riservo una possibile risposta. Grazie per il contributo.

    RispondiElimina
  3. Ottimo lavoro grazie!

    Riguardo alla frase di Lotti "me l'han detto loro" ecc. bisogna dire che le parole, mai come in questo caso, sono variamente interpretabili.

    Quando Lotti dice, subito prima: "e guardano dove ci si ferma!" Che significa? Subito dopo dice: "me l'han detto loro". L'interpretazione più ovvia è che "loro" guardano dove ci si ferma e gliel'han detto (a Lotti). Cioè mettono attenzione ai posti dove uno si ferma con l'auto, presumo, infatti aggiunge subito che lui non ha fatto nulla.
    Sembrerebbe che gli agenti gli abbiano chiesto dove si era fermato quella sera: perché lo ritengono una cosa importante (e guardano) ma lui anche se si è fermato lì (per pisciare) non ha fatto nulla.

    Più sibillina la frase seguente: "Non ritornino a fare quel lavoro perché non mi sta bene!". Quale lavoro? Probabilmente quello di cercare di coinvolgerlo nella dinamica del delitto del 1985 ponendolo sulla scena proprio quando ritenevano fosse avvenuto.

    RispondiElimina
  4. potrebbe anche voler dire: << me l'hanno detto loro che la mia macchina era ferma lì perché è stata vista da qualcuno". Lo stesso per Vicchio, dove Lotti dirà: la mia macchina l'è dappertutto; per giogoli: non posso andare a trocvare una cugina? In sostanza, tutte le auto rosse segnalate negli anni (a distanza di km e ore o addirittura giorni dai delitti) diventano quelle del Lotti. Il 15 dicembre, la Ghiribelli è ancora ignota, ma un'auto rossa scodata è stata segnalata in loco per tutto il pomeriggio da De Faveri Chiarappa. Una domandina en passant non verbalizzata ci potrebbe anche stare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quindi la testimonianza della Ghiribelli é stata smontata , ma rimane quella dei coniugi ( e della Carmignani ), ma é un po piú dura dato che sono un po meno mitomani , prostituti e alcolizzati della Ghiribelli ... Mi pare che la loro testimonianza parla chiaro auto rossa scodata , 2 persone dalla descrizione compatibile con gli amici oligofrenici di S.Casciano, quindi questa auto rossa scodata c é stata veramente quel giorno in quella piazzola... sostare x ore guardando la piazzola e il bosco non lo si fá x caso propio nei giorni in cui c' erano 2 cadaveri, addirittura alle 19:30 la macchina rossa era parcheggiata ma i 2 tizi non c' erano, si erano dedicati al podismo sulla statale o si erano inoltrati nel bosco? Possibile che non hanno visto il cadavere del francese? O meglio dato che quella piazzola da quel che ho letto era un via vai di gente paragonabile a via Ceccarini a Riccione nel mese d agosto , possibile che nessuno in 2 giorni e mezzo abbia visto il cadavere del francese ?

      Elimina
    2. Mik 84, ho evitato volutamnte di approfondire il discorso sul possesso dell'auto FIAT 128, i dati portati a processo convinsero il PG Propato a chiedere l'assoluzione di Vanni. Comunque ci andrei molto piano a considerare la Carmignani come teste a conferma della Procura (o comunque di Lotti). Nelle sue deposizioni si parte da un'auto tipo Regata di colore indefinito (1985), si passa ad un'auto tipo Regata di colore indefinito sbiadito (1995) e si arriva in udienza ad un'auto tipo Regata di colore che poteva essere rosso sbiadito (1997). A bordo c'è un solo guidatore, che lei non riconosce per Lotti (Pucci dov'era rimasto?) inoltre cosa c'andavano a fare in macchina, visto che ipoteticamente avevano posteggiato e la macchina era rimasta su via degli Scopetitutto il pomeriggio?
      Il problema è che a un certo punto, con l'arrivo sulla scena di un certo investigatore, tutte le auto diventano rosse e tutte le auto rosse sono quella di Lotti.

      Elimina
  5. Bell'articolo, complimenti per l'esegesi (diciamo così) di queste testimonianze confusionarie. Volevo solo sottoporti all'attenzione che la storia della macchina vista agli Scopeti viene confermata dall'altro testimone che tu non citi, il testimone delta, Norberto Galli. Il quale inizia a testimoniare anch'egli a fine dicembre del '95. Ed è proprio la coincidenza tra l'omicidio e la presenza della macchina che, a detta della Ghiribelli, avrebbe rafforzato il ricordo avendone la stessa anche parlato immediatamente al suo protettore Galli. Quindi qualche credibilità imho la testimonianza della Ghiribelli ce la può avere, ma solo sulla presenza dell'auto MA NON SUL COLORE (ignorato dal Galli) NE' SUL SUO PROPRIETARIO. Che ne pensi Omar?

    RispondiElimina
  6. Non ho citato Delta perché la sua testimonianza mi sembra poco significativa.
    In sintesi, i due possono aver visto un'auto, il colore è imprecisato (chiaro, rosso, arancione? del resto di notte non è sempre facile individuare i colori sotto le luci artificiali) e certo non hanno potuto riconoscere all'epoca l'auto del Lotti; anche se so che il mio amico Segnini sosterrà il contrario.
    ciao

    P.S. senza dimenticare che siamo (quasi) tutti convinti che il delitto era già avvenuto.

    RispondiElimina
  7. Ma negli anni 80 i condizionatori nella maggior parte delle macchine non c'erano, mi pare strano che col via vai menzionato anche dalla villa sottostante la piazzola passando con la macchina col finestri8no aperto non abbiano sentito puzzo di morto come riferito invece da un'altra testimone. Io non sono del tutto convinto sia avvenuto il Sabato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. eeehhh...addirittura...
      la villa è parecchio distante, puoi vederlo anche su google earth
      l'incertezza sulla data è da restringere dal venerdì al sabato, secondo le recenti consulenze che puoi leggere nel libro di Bruno - Cappelletti - Cochi

      Elimina
    2. Distante? ma ci sei mai stato. Io ci so' stato diverse volte una proprio qualche giorno fa che ero in val di Pesa. La strada è molto stretta, Ora ti pare col caldo bestiale i finestrini non fossero aperti

      Elimina
  8. ci sono stato parecchie volte e ribadisco che la villa è distante, dubito poi che passando in auto da via degli Scopeti si potesse sentire odore di putrefazione

    RispondiElimina
  9. Piú che altro mi sembra strano che nessuno si sia accorto della presenza di 2 cadaveri oltre che dall' odore anche dallo stato in cui la tenda versava e dal cadavere del francese nascosto si ma non piú di tanto... inoltre non ho capito se il rigor si sia risolto il lunedì o il mercoledì come sostiene Henry... Questa storia é stata resa incredibile non c'é nulla di certo a partire dai calzini di Natalino

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente c'era anche una grossa chiazza di sangue che quelcuno sostiene la Carmignani abbia scambiato per sporco, anche questo mi pare inverosimile. Ma la cosa èpiuù strana è che ci facesse Lotti la domenica pomeriggio e la sera anche alle 23:00 se il delitto era già avvenuto. La Ghiribelli passando a quell'ora aveva certamente smaltito la sbornia. Anche il Bevilacqua fa arguire che i cani al cimitero di San Casciano dovettero essere sedati la Domenica sera. Comunque sia ci sono un sacco di incongruenze

      Elimina
  10. Non sapevo la GHiribelli avesse riconosciuto l'auto di 10 anni dopo su alcuni libri ci si riferisce al 128 roso, ma va detto che il Lotti fino al 1986 presumibilmente aveva ancora il 128. Non volendo magari la Ghiribelli c'ha azzeccato comunque e Lotti avendo la coscienza sporca ha riferito di esserci agli Scopeti perchè c'era davvero

    RispondiElimina
  11. Ciao Frank,
    trovi qualche uleriore mia riflessione in merito, a questo link:
    http://occhioragazzi.securibox.net/viewtopic.php?f=46&p=1438#p1438

    Hazet

    RispondiElimina
  12. ciao Frank,
    ti aggiungo ancora un ragionamento da prendere in considerazione:


    IPOTIZZIAMO CHE:
    - la Ghirbelli abbia effettivamente visto un auto agli Scopeti in orario compatibile con la "data/ora ufficiale" (sbagliate!!!!) del delitto, nel 1985
    - la Ghiribelli abbia effettivamente già nel 1985, riconosciuto quell'auto come quella del Lotti, o almeno che abbia potuto pensare che fosse quella del Lotti
    - la Ghiribelli fin dalla scoperta del delitto, come ci racconta, si sia subito resa conto che il particolare da lei notato era "importante" per le indagine e per far catturare il mostro

    OSSIA:
    - ipotizziamo che la Ghiribelli non abbia subito alcuna imbeccata,
    - che le sue parole non siano state mal interpretate, e abbia lucidamente raccontato il vero su tutto... (beh, su tutto ad eccezione di quanto dice il 27 dicembre 1995 quando fa mettere a verbale che nel 1985 lei non sapeva che auto avesse Lotti... insomma, robetta di poco conto)

    COSA ABBIAMO QUESTO PUNTO?
    abbiamo che:
    - nel 1985, nessuno, nemmeno la Ghiribelli, poteva sapere che il MdF non avrebbe più ucciso
    - nel 1985, la Ghiribelli era in possesso di informazioni su un probaile (concomitanza di tempo e luogo/scena del delitto) di un'auto appartenente ad una èersona da lei conosciuta e frequentata, e che in seguito frequenterà ancor di più (vedasi ancora 27.dic.1995)
    - nel 1985, la Ghiribelli NON si rivolge a Carabinieri
    - nel 1985 NON cerca di incassare 500 milioni di lire dell'epoca di taglia, semplicemenete fornendo le "informazioni utili" in suo possesso agli inquirenti

    MA SOPRATTUTTO ABBIAMO QUALCOSA DI PIU
    abbiamo infatti che:
    - la Ghiribelli può lecitamente pensare che Lotti sia un brutale assassino, squartatore di esseri umani
    - la Ghiribelli non può sapere che da lì in avanti il Lotti (sic!) non ucciderà mai più coppiette o nessun altro

    EPPURE:
    abbiamo che:
    - non solo la Ghiribelli NON prende le distanze dal Lotti, possibile brutale ed efferato assassino
    - non solo la Ghiribelli non lo denuncia
    - MA ADDIRITTURA: continua a frequentarlo e a frequentarlo maggiormente che nel 1985 (stante la sit 27.dic.1985)
    - E ADDIRITTURA (1995), la Ghiribelli arriverà pure a dirgli in faccia (al telefono) di aver visto la sua auto agli Scopeti la notte "ufficiale"(sic) del delitto
    - E ADDIRITTURA (1995), la Ghiribelli arriverà pure a chiedergli in faccia (al telefono) se non fosse lui il Mostro di Firenze

    OSSIA:
    per quasi 10 anni, la Ghiribelli ha informazioni "importanti" [sua citazione] sul delitto e sul mostro, che le indicano che Loti possa averci qualcosa a che fare se non addirittura che il Lotti sia direttamente il mostro, e....
    - non lo denuncia (manco con la prospettiva di incassare una barcata di soldi)
    - continua a frequentarlo
    - E ADDIRITTURA arriva a dire in faccia al Lotti, cioè d un possibilissimo assassino secondo la sua "importante" informazione di prima mano, che lui potrebbe essere l'assassino

    CREDIBILITA DI UNA SIMILE POSSIBILITA?
    - zero.
    - niente.
    - nulla.

    Hazet

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ciao Hazet
      per una volta sono pienamente d'accordo con te. Posso concedere come ipotesi (alla quale personalmente non credo) che il duo Gamma e Delta abbia visto un'auto generica. Ora sono fuori casa e non posso approfondire; lo farò semmai al ritorno.

      Elimina
  13. aggiungo anche che:

    - pure il Lotti (ossia colui che per la Ghiribelli è presente nei veri pressi di una scena del delitto mentre questo avviene (secondo versione ufficiale di data/ora. versione tra l'altro, errata, ma la Ghiribelli non poteva saperlo, come non poteva sapere che dopo il 1985 il mostro avrebbe smesso di uccidere) continua a frequentare la Ghiribelli

    - non risulta da nessuna parte che nessuno, meno che meno il Lotti (che pure aveva possibilità diretta di frequentare la Ghiribelli), abbia attentato alla vita di una così "preziosa e precisa" testimone.

    - non risulta da nessuna parte che ciò sia accaduto nemmeno dopo che la Ghiribelli aveva spiattellato in faccia (al telefono) al Lotti, di aver visto la sua macchina proprio sulla scena del delitto al momento (sic) del delitto.


    Inoltre, usare come corroborante le parole del Lotti/Pucci con quelle della Ghiribelli e/o quelle della Ghirbelli con quelle del Lotti/Pucci:
    - è palese circolo vizioso, e non elemento esterno di convalida l'uno/a dell'altro/a.

    Hazet

    RispondiElimina
  14. ciao Frank,
    pensa un pò cosa stavamo dimenticandoci.... e sì che è pure in bella vista su Insufficienza di Prove proprio alla voce Ghiribelli !!!

    - "Il 25 maggio 1983, era stata denunciata insieme a Norberto Galli per ricettazione continuata, contraffazione e alterazione di titoli di credito."


    Quello che invece non si trova citato da nessuna parte è una assoluzione/detenzione per quelle accuse.
    Che quando anche ci fossero state assoluzioni o accuse, resterebbero comunque un ennesimo macigno di ulteriore possibile "debolezza" della stessa nei confronti degli inquirenti (oltre allaprofessione esercitata e al legame col fidanzato "protettore").

    Hazet

    RispondiElimina
  15. uno pensa sempre di aver finito, ma poi... insomma, basta rileggersi due righe su Insufficenza di Prove, ed ecco che saltano subito fuori altri altarini !

    Vediamo di cosa si tratta:

    la Ghiribelli è "così affidabile" fin dall'inizio (prima SIT 21 dicembre), che proprio in quella sua prima SIT dichiara:
    - "Per quanto riguarda Pacciani Pietro io l’ho visto a casa di Indovino Salvatore quando arrivava il camper del personaggio che faceva il medium e che parlava siciliano (mago Manuelito n.d.r.)". *1
    - Peccato che già il 27 dicembre 1995 a SIT, smentirà quella sua affermazione.

    Ricordiamo che:
    - la SIT 21 dicembre è quella stranamente senza le verbalizzazioni a proposito dell'auto agli Scopeti, nonostante sia certo che di quell'argomento se ne parlò (vedasi successive intercettazioni telefoniche).

    Ora, cosa si può dedurre da una simile dichiarazione/smentita?
    - Si può dedurre ben fin da subito che la Ghiribelli si dimostrò già in prima battuta "disponibilissima" a venire incontro alle esigenze investigative (che avevano Pacciani come bersaglio primario).

    - ma si può anche dedurre che la Ghiribelli mica poteva venire incontro alle esigenze investigative se quelle non le fossero state "presentate"!
    Del resto, e lo si vedrà ancor meglio nel proseguio delle investigazioni quando si vorrà mirare ai "mandanti-livello superiore", anche in quel caso della Ghiribelli tutto si può dire, tolto che non si sia dimostrata con le sue dichiarazioni "ben sensibile" alle esigenze accusatorie-investigative.

    A questo punto, quindi:
    - se a questa prima rettifica del 21, abbiniamo anche la mancata verbalizzazione (o chiacchiera off-the-record o forse a SIT già finita, ma pur sempre SIT) a proposito dell'auto...
    ----> ancor di più si ha la piu che netta impressione di un "accondiscendere una richiesta"

    Cosa questa che ovviamente non può che far crollare ancor di più la ipotetica fiducia nei confronti di una "testimone" come la Ghiribelli (coi suoi cambi di dichiarazioni, con le sue sparate modello "papiri egizi con le pagine mancanti", coi suoi vizi con l'alcool e ANCHE col il suo pregresso di denunce (1983) per "ricettazione continuata", "contraffazione" e "alterazione di titoli di credito"... altro elemento che la metteva in una posizione ancora più debole di fronte agli investigatori ). *2

    *1] http://insufficienzadiprove.blogspot.co ... zioni.html
    *2] http://insufficienzadiprove.blogspot.it ... parte.html

    Hazet

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Incredibile, una montagna di chiacchiere per negare l'evidenza. Risparmia le forze Hazet, tra non molto probabilmente darò qualche mazzata al mostro tuo...

      Elimina
  16. Antonio,
    aspetterò e aspetto con impazienza.
    E spero che il "papiro" che produrrai, almeno il tuo, contenga tutte le "pagine".

    Hazet

    RispondiElimina
  17. dove era la macchina del Lotti... e dove la vide la Ghiribelli

    1) LOTTI (qualche esempio), dice:
    - "la mia macchina... era sulla strada" [19-1-97]
    - "una piazzolina indo' si mette da una parte, per 'un sta sulla strada asfaltata." [Nov.-Dic. 1997]
    - "Giunti sul posto, ho fermato la macchina nel posto già indicato e siamo scesi, salendo verso la piazzola." [11-3-1996]
    - "gl'era sulla strada lì" [11-12-1997]


    2) Pucci (qualche esempio) dice:
    - "fermati all'inizio della stradina che conduce nella piazzola" [2-1-1996]
    - in corrispondenza dello stradello che conduceva alla piazzola, con il muso rivolto verso San Casciano [2-1-1996]
    - "Abbiamo lasciato la nostra macchina sul bordo della strada e ci siamo avviati a piedi per il viottolo in salita" [23-1-1996]


    Per rendere più facile una comprensione visiva...
    - [ri-editata da Calibro 22]
    [IMG]http://i65.tinypic.com/2lizakz.jpg[/IMG]

    - [ri-editata da Insufficienza di Prove]
    [IMG]http://i63.tinypic.com/15x3hgo.jpg[/IMG]

    - [ri-editata da Storia del mostro di Firenze]
    [IMG]http://i67.tinypic.com/1zutew.jpg[/IMG]

    - [ri-editata da Storia del mostro di Firenze]
    [IMG]http://i67.tinypic.com/izqa8n.jpg[/IMG]


    3)Per la Ghiribelli invece.....
    - "era ferma in prospettiva proprio in corrispondenza della tenda, tanto da coprirla per circa tre quarti" [27-12-1995]
    - "proprio in corrispondenza della tenda" [27-12-1995]

    INIZIO STRADELLO e IN CORRISPONDENZA DELLA TENDA:
    sono due punti differenti. distanti diversi metri e con una ben differente "geografia" attorno:
    - la tenda è in alto su uno spiazzolo rialzato
    - l'imbocco di uno stradino, è punto di riferimento ben più facile da identificare

    Hazet

    RispondiElimina
  18. A proposito dalla testimonianza della Ghiribelli e il Galli sulla macchina vista agli Scopeti:
    -Il Galli asserisce di non aver visto la tenda i giorni precedenti pur essendo passato dalla Scopeti, al contrario della Ghiribelli, e effettivamente la tenda non si nota dalla strada(figuriamoci la notte, quando di solito passavano per tornare a casa da Firenze);
    -Mi sorprende come durante l'interrogatorio al processo l'avvocato di Vanni, che mi pare fosse Pepi in quel momento, non chiese alla Ghiribelli, che asserì di ubriacarsi tutti giorni per poter fare il mestiere che faceva("per prendere coraggio", dice Canessa alla corte), se quella notte, al ritorno dalla "giornata di lavoro" a Firenze, avesse bevuto o meno...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La forza (per così dire) della testimonianza della Ghiribelli sta tutta in quella conferma indiretta che avrebbe ricevuto dal Lotti a fine '95 (non ci si può nemmeno fermare a pisciare) che corrisponde alla spiegazione data da Pucci il 2 gennaio 1996. Come già ampiamente dimostrato, la Ghiribelli poteva anche aver visto un'auto, ma non era certo in grado di identificare quella di Lotti. In quest'ottica, che fosse sbronza o meno non mi sembra così importante. piuttosto, occorre spiegare la coincidenza delle due versioni, se è vero che i compari da anni non si frequentavano più. Anche postdatando l'affermazione di Lotti, l'intercettazione è del 25 gennaio (la frase è comunque stata pronunciata in precedenza) ma le prime reticenti ammissioni di Lotti sono dell'11 febbraio. Qualcosa non torna.

      Elimina
    2. Bisognerebbe sapere se c'è stato qualche contatto tra la Ghiribelli e Pucci prima della convocazione di quest'ultimo, visto che è lei a tirarlo in ballo una decina di giorni prima in una intercettazione soprendendosi sul perchè non abbia fatto il suo nome.
      Aiuterebbe forse a capire il passaggio tra la macchina (posseduta o meno) del Lotti vista agli Scopeti, fatto riscontrato almeno a livello teorico in maniera congrua dalla temporalità delle affermazioni del trio, e le palesi fandonie sulle azioni successive riguardanti l'omicidio (sia per le incongruenze del racconto, sia per il fatto ormai credo accertato che quella domenica non c'è stato nessun omicidio ma erano già stato bello che fatto).
      Credo rimarremo sempre nel mistero, mancano troppi passaggi.

      Elimina
    3. Dubito che Ghiribelli e Pucci abbiano parlato tra loro in quel lasso di tempo; ma naturalmente non si può escludere.
      Vorrei però richiamare la tua attenzione sulla successiva frase di Lotti, riportata nello stralcio di intercettazione:
      "che c’entra! ........ e guardano dove ci si ferma! Me l’hanno detto loro .......... io non ho mica fatto nulla! "
      Cosa significa quel "me l'hanno detto loro"?
      Chi è il soggetto della frase? cosa e quando è stato detto?
      Tenendo in considerazione che Lotti fu interrogato il 15 dicembre (quel verbale lo abbiamo e non si parla affatto di Scopeti) e poi l'11 febbraio, effettivamente, qualche passaggio (importante) sembra mancare.

      Elimina
    4. A quel che si legge, dovrebbe parlare del fatto di essersi fermato agli Scopeti a fare un bisogno.
      Bisognerebbe capire se nelle trascrizioni degli interrogatori(o in altra circostanza in cui Lotti ha parlato con gli inquirenti), ci sia stata una domanda suggestiva in cui gli fanno notare che il Pucci ha detto che si erano fermati per un bisogno agli Scopeti.
      Di tale domanda non c'è traccia nell'interrogatorio dell'11.
      Abbastanza suggestiva però quella dove gli si dice che la sua auto è stata vista agli Scopeti, fino a quel momento invece la Ghiribelli non dice questo come hai ben scritto te nel post(non lo sarà manco in seguito, parlerà de relato e per deduzione) e parecchia incertezza l'aveva sul punto anche il Pucci che confonde due macchine saltando la 124 blu.
      Dal quel che si ha sembra genuino il racconto di Pucci e Lotti sull'essersi fermati agli Scopeti in tale circostanza.
      Che questa versione iniziale però, di comodo secondo la verità dei processi, quindi falsa, visto poi lo spifferare dei due, sia identica tra i due, lascia pensare parecchio...forse è genuina perchè quei due veramente si fermarono quella Domenica agli Scopeti a omicidio già avvenuto per un bisogno?
      Tornerebbe tutto a quel punto, sia che sono stati effettivamenti lì quel giorno sia che non sapessero un accidente dell'omicidio.

      Elimina
    5. in sostanza, gli hanno detto loro che lui si era fermato lì a fare un bisogno. che lo abbiano detto loro anche al Pucci?
      a questo punto la coincidenza si spiegherebbe facilmente...

      Elimina
  19. Ciao Omar, vorrei aggiungere un altra considerazione alla testimonianza della Ghiribelli. Lei afferma al processo: "il lunedì mattina, con Roberto, con il galli, andavamo a far la spesa al mercato di San Casciano." e successivamente dirà, parlando dell'auto vista a Scopeti: "Ne abbiamo parlato il giorno dopo.
    P.M.: Quando? G.G.: Perché la mattina dopo siamo andati noi a fare la spesa e abbiamo... P.M.: Era un lunedì? Lei ci ha detto andavate a fare la spesa il lunedì. G.G.: Sì. E abbiamo trovato un sacco di Carabinieri in borghese. Tra l'altro, le devo dire di più, che un signore che mi è venuto a cercare a casa, che è della Polizia della SAM, Squadra Antimostro, è alto... ora il cognome non lo so, il nome nemmeno. E' alto ha i capelli rossi. Io già l'avevo visto proprio lì, alla piazzola, questa persona."
    Questa testimonianza rilasciata al processo è piuttosto problematica. Come hanno fatto la Ghiribelli e il Galli a parlarne il lunedì mattina se il delitto non era ancora stato scoperto? Anche se fossero stati a fare la spesa nel pomeriggio (Ma la G è chiara, sono andati la mattina!) i conti non tornano, perché la notizia del crimine giunge in caserma a S.Casciano alle 15:30 e di certo mancano i tempi per riempire il mercato di carabinieri in borghese. Invece è più probabile che il lunedì successivo ci fossero poliziotti in borghese al mercato per raccogliere voci e la Ghiribelli doveva essere allenata a riconoscerli. Per cui se mai discussione fra Galli e Ghiribelli questa è più probabilmente avvenuta il lunedì 16 settembre ed era riferita alla domenica precedente, ovvero il 15 settembre, una settimana dopo il delitto, se non due. Inoltre non si capisce quando e in quale circostanza la Ghiribelli avrebbe incontrato un agente della SAM sulla piazzola. E Canessa cambia repentinamente discorso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Luca, temo che le cose siano molto più semplici. Ne possono aver parlato il martedì, il mercoledì, il giovedì ecc.; o anche mai. Nulla cambia, perché all'epoca i due non dissero nulla di quello che avrebbero visto. La Ghiribelli è estremamente inaffidabile fin dall'inizio del suo intervento, non spontaneo, nella vicenda.
      Quanto al signore della SAM, mi pare evidente che la G. dice di averlo visto nei giorni successivi al delitto nella piazzola (ossia faceva il suo lavoro) e di averlo rivisto in occasione degli interrogatori. Non creiamo misteri dove non ce ne sono.

      Elimina
    2. Ma infatti, la mia intenzione non era quella di creare mistero, tutto il contrario! E' quella di dimostrare ancora una volta, se ce ne fosse bisogno (e purtroppo come ben sai anche tu, pare ce ne sia ancora bisogno), la totale inattendibilità di questa testimone. Per me il racconto sull'uomo della SAM può far tranquillamente coppia con la considerazione che il famoso rito di resurrezione officiato dal mago non aveva funzionato perché mancava una pagina al papiro egizio.

      Elimina
  20. Il titolare della Falcon n investigazionidi lucca consulente di difesa Pacciani e compagni a scoperto per certo che alla data del delitto degli scopeti lautol rossa scodara era ferma da tempo davanti casa guasta e se non ricordo male senza le ruote

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo la data della messa fuori uso della 128 rossa non è affatto documentabile con certezza, a meno che non saltino fuori documenti inediti. Questo sarebbe stato un motivo di revisione del processo più valido delle larve.

      Elimina
  21. Quali sono gli avvistamenti dell'auto rossa a Vicchio? Quello dei coniugi Martelli Caini? forse la memoria mi tradisce ma mi pare l'unico - con tutte le incertezze sul colore e gli aggiustamenti dalle S.i.t. al processo. E' esatto dire che gli avvistamenti più attendibili di un'auto compatibile col 128 di Lotti sono quello di Nenci a Giogoli e di Vittorio Chiarappa e consorte a Scopeti?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nenci parla genericamente di 128 (non cooupè), quanto meno a verbale viene scritto così. Su Vicchio oltre a Martelli-Caini c'è la teste Frigo, inattendibile (IMHO) ma molto utile per incastrare Lotti (SIT 6 marzo 96): Ora che me lo chiede e dopo che mi è stato detto espressamente che nel 1984 non solo è stata vista
      una macchina come quella del PACCIANI ma anche una come la mia, devo dire che anche nel 1984
      io ho visto il PACCIANI ed il VANNI, ma senza essere visto da loro, mentre commettevano
      l'omicidio.
      I fatti nel 1984 sono andati nel seguente modo. La sera dell'omicidio ... ecc.

      Elimina
  22. Una considerazione circa alcuni punti delle dichiarazioni rese da Fernando Pucci in dibattimento. Esaminato da Filastò, il Pucci asserisce che, appena scesi dall'automobile lui e Lotti nella stradina che conduceva alla piazzola dove trovarono la morte i due francesi, si udirono spari e lui e il compare si recarono a vedere che cosa stesse succedendo ("andiamoavedericcheccè"). Ora, dal momento che, stando a quanto lui stesso dice, Pucci non sapeva che in quel posto doveva quella sera essere commesso un duplice omicidio, la reazione che egli si attribuisce manca assolutamente di verosimiglianza, poiché confligge con un potente istinto, proprio dell'essere umano come degli esseri viventi in genere, quello di autoconservazione, il quale avrebbe richiesto, nella circostanza, che, quantomeno, ci si astenesse dall'avvicinarsi al luogo dal quale proveniva il rumore degli spari (per il Lotti si potrebbe dire che lui già sapeva quanto doveva compiersi in quel luogo e in quel tempo, ma non è così per il Pucci). In modo assolutamente innaturale, invece, in Fernando Pucci, diversamente che negli esseri umani e negli esseri viventi in genere, la curiosità fa premio sull'istinto di autoconservazione, il quale, stando al sedicente testimone oculare, si sarebbe poi manifestato, sotto forma di paura che lo avrebbe indotto alla fuga verso l'automobile (peraltro per un poco rassicurante spazio di poche decine di metri e con una prolungata sosta, forse nell'attesa che chi era armato lo raggiungesse), dopo che ebbe sentito provenire dalla tenda i "lamenti" della donna (che ebbe forse, nei primi attimi dell'aggressione, il tempo di cacciare un urlo, ma difficilmente poteva "lamentarsi" fulminata da un proiettile che le aveva trapassato il cranio).

    RispondiElimina
  23. Può aggiungersi che, sempre a dibattimento, Pucci trova modo di cambiare tre volte in pochi minuti la versione circa le vicende di domenica 8 settembre 1985: prima dice che lui e L. partirono per Firenze e Ghiribelli verso le due circa, comunque nel primo pomeriggio, poi dice che partirono per Firenze dopo cena e andarono in un cinema e che in orario pomeridiano erano andati a Firenze la domenica precedente, cioè il 1° settembre, quindi torna alla versione originaria, secondo la quale erano andati a Firenze nel primo pomeriggio dell'8 settembre (e non si capisce bene come abbiano fatto poi a trascorrere ben quattro-cinque ore con G.G.) con sosta intermedia a scopo di voyeurismo agli Scopeti, dove per coincidenza arrivano proprio mentre i due francesi amoreggiano (come per coincidenza la sera dello stesso giorno arriveranno proprio all'inizio dell'azione omicidiaria), in uno scenario che, per come lo descrive la teste Carmignani con riferimento a quello stesso pomeriggio, non invitava affatto a una tale attività, svolta peraltro senza la minima precauzione per la privacy (apertura della tenda, che la Carmignani peraltro vide chiusa) e con tale partecipazione da non consentire ai due francesi di accorgersi dei due guardoni nonostante i dieci minuti durante i quali si sarebbero trattenuti per assistere allo spettacolo. Le dichiarazioni del P., come quelle del L. sugli altri delitti, avrebbero forse trovato la loro idonea collocazione nel contesto di conversazioni da bar, nel quale esse avrebbero giustificatamente attirato sui dichiaranti le derisioni e i lazzi degli altri avventori, laddove nel contesto di un altro procedimento giurisdizionale penale esse potevano correre, e di fatto hanno corso con successo, il rischio di essere prese sul serio.

    RispondiElimina
  24. Come disse Propato in appello, la testimonianza Pucci nel dibattimento avrebbe dovuto venir giudicata inutilizzabile

    RispondiElimina

Il tuo messaggio apparirà dopo essere stato approvato dal moderatore.