mercoledì 11 gennaio 2017

Francesco Vinci alla Boschetta?



Solo una breve nota per osservare che, per quanto il barile delle notizie inedite sia ormai raschiato quasi a fondo, l’ascolto delle registrazioni delle udienze del processo CdM su Radio radicale riserva ancora qualche perla inaspettata. Ad esempio, ascoltando l’ispettore Massimo Fanni, della Squadra Mobile di Firenze, interrogato principalmente sui soldi di Vanni (non poi tantissimi, come si sapeva; udienza del 11 novembre 1997, qui) si viene a conoscere il giorno esatto della scarcerazione di Francesco Vinci nel 1984, ossia il 26 ottobre (minuti 24-25 della registrazione). Si conferma dunque quanto scritto nella cronologia dei fatti contenuta nel ben noto volume “Al di là di ogni ragionevole dubbio”.

Rimarco questa data perché recentemente si era tornati a parlare sul web di una scarcerazione anticipata di Francesco Vinci che gli avrebbe permesso di essere in libertà in occasione dell’omicidio di Vicchio. Scarcerazione anticipata che, sulla base dell’accertamento fatto dall’ispettore della Polizia di Stato presso il carcere di Sollicciano, si rivela l’ennesima leggenda o bufala che dir si voglia.

15 commenti:

  1. L'investigatore privato Cannella sostiene anche che nel settembre 85 FV era in Francia, ma é sicuro che rientró un giorno di quel mese , ( x lui é possibile che ha visto , ucciso , e spedito la lettera proprio quel giorno ) ... Visto che é convinto della pista sarda non mi spiego xé si é incaponito su FV + AV quando SV é sempre stato libero nei periodi degli omicidi ed ha molti più indizi dei 2 messi assieme

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  2. Credo si sia "incaponito" perché è convinto che FV sia il principale indiziato per il duplice omicidio di Signa; cosa sulla quale sono d'accordo con lui.
    Il problema è il dopo...

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  3. Nell'ultima intervista sostiene Salvatore Vinci + Stefano Mele gli autori del delitto 68 , causa del delitto i soldi dell'assicurazione sperperati dalla Locci

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  4. Dici che FV conosceva il mostro? Nell'intervista lasciata a Spezi dopo la scarcerazione sembrerebbe quasi di si

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  5. Stabilito che sulla scena del crimine c'era anche Stefano Mele, riesce un po' difficile vederlo assieme a Francesco Vinci (ma anche a Salvatore, secondo me). Per quale motivo i due, che tanto scemi non erano, si sarebbero portati dietro un debole come lui, per nulla in grado di garantire il silenzio?
    C'è poi la presenza dello zio Piero. Non mi pare ci siano dubbi sul fatto che c'era anche lui, altrimenti per quale motivo Natalino l'avrebbe tirato in ballo, con la costernazione sua e dei suoi familiari? Ma lui con i fratelli Vinci che c'entrava?

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    1. Sul rapporto di sudditanza del Mele nei confronti di ambedue i fratelli Vinci credo ci siano pochi dubbi.
      Sul tema specifico posso solo riproporre quanto scrissi nel libro, visto che argomenti nuovi, a mia conoscenza, non ce ne sono:
      "Sia come sia, è chiaro che nel 1982, quindi, Stefano Mele ripercorre lo stesso percorso del 1968, passando dalla tesi di una sua totale estraneità con accuse ad altri a quella di aver solamente assistito al delitto compiuto dal Vinci; e sostanzialmente è questo l'unico modo in cui può corroborare, visto che Natale non collabora, l'accusa all'amico/nemico.
      Dopo questo incontro senza risultato, Stefano Mele verrà posto a confronto con Francesco Vinci, dotato di ben maggiori capacità logiche, che acutamente farà notare che “se proprio avesse voluto uccidere, che interesse poteva avere a portarsi dietro l'inetto marito della Locci per poi rischiarne anche il tradimento” .
      E questo sembra un ragionamento razionale e condivisibile, ove però non si tiene conto che, se le accuse di Stefano Mele fossero vere, il Vinci portandoselo dietro a compiere l'omicidio avrebbe ottenuto un risultato niente affatto disprezzabile, ossia di far scontare all'altro la pena che, e certo in misura ben maggiore, sarebbe toccata a lui."

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    2. In sostanza avrebbe scherzato con il fuoco, dimostrando di non essere la persona intelligente che invece è stata tramandata. Chi avrebbe rischiato di portarsi dietro il Mele con la speranza che si prendesse la colpa ma rischiando di finire male assieme a lui? Se Francesco Vinci, come Salvatore, del resto, non è stato accusato in modo credibile dal Mele, non rimane che pensare alla soluzione più semplice e ovvia: non c'era.
      Il comportamento del Mele nel 1982 e le parole di Natalino del 1968-69 indicano con chiarezza dove erano i colpevoli: in famiglia.

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    3. Non credo che questi individui fossero delle grandi menti criminali, quindi la scarsa razionalità di alcuni comportamenti la trovo accettabile.
      Conosco la tua spiegazione del 1968 e la trovo ben congegnata, ma naturalmente ipotesi resta. In genere, cerco di ricondurre i fatti ai comportamenti più "normali", per così dire. Generalmente, la donna fedifraga viene (o veniva) uccisa dal marito o dall'amante; un complotto di famiglia, pur possibile, mi appare meno probabile.
      Detto questo, credo che tutte le dichiarazioni, dal 1968 in poi,siano totalmente inquinate e la verità non la sapremo mai con certezza. Seguo comunque con interesse lo studio che vai portando avanti sul tuo blog, anche se non intervengo perché ho poco spirito di osservazione e non mi sento in grado di azzardare ricostruzioni ipotetiche.

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  6. su FV con SM a Signa non c'è nulla a sostegno; meno che meno una ipotizzabile logica.
    Discorso assai differente invece per il SV.
    SV che a differenza del FV, col SM intratteneva ben altro tipo di rapporto.

    E sulla "necessità" che altri fossero sul luogo del delitto assieme al SM, è dato al cui sostegno esistono plurimi elementi.
    - parole del SM stesso
    - parole di NM
    - impossibilità per il SM in soli piedi o bicicletta, di potersi presentare in tempo sul luogo del delitto (a lui come ad altri) indeterminato a priori, e scopribile solo pedinando la coppia (in auto) dall'uscita del cinema

    Inoltre, sul perchè della "necessità" di un SV/FV col SM, è bene tenere presente che:
    - SM era l'ultima ruota del carro nel clan Mele
    - che per un estraneo al clan Mele (sardi), uccidere qualcuno di famiglia (sarda), avrebbe potuto innescare una faida. A meno che non avesse dalla propria qualcuno del clan stesso
    - che (nel caso SV) SV e SM condividevano reciprocamente un segreto. E se ti fidi a condividere quel genere di segreto, in quegli anni, in quell'ambiente, puoi anche fidarti a condividere qualcosa di più rilevante penalmente ( ma meno rilevante da un punto di vista d'onore).

    Inoltre, alla prova dei fatti documentati, risulta che:
    - l'alibi di SV fosse falso (con tanto di moglie che depone pure in tribunale che SV proprio non era rientrato a casa quella notte)
    - l'alibi di FV, per quanto debole in quanto solo supportato dalla parola di sua moglie, è invece un alibi che ha sempre retto e di cui nessuno fino ad ora è riuscito a portare un solo elemento di contraddizione delle dichiarazioni della moglie, tali da far anche ssolo sospettare che possa aver mentito

    E poi c'è sempre il problema dell'arma...
    - che se c'è FV a Signa, diventa obbligatorio che passi di mano visto che FV era in carcere durante due delitti (nessuna prova esiste di passaggio arma, nessun indizio, nessuna soffiata, niente di niente)
    - e se c'è SV invece: il problema non sussiste (e SV è sempre stato fuori carcere durante i delitti)

    Hazet

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  7. Sig pawerful/omar Qatar Vi faccio una domanda Che apparentE mente e' fuori tema con SV:secondo voi il Lotti e' innocente? C'era sul luogo dei delitti?... Attende vostre risposte grazie.

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  8. La mia posizione si desume chiaramente da tutto quello che ho scritto in questo blog fino ad ora. Lotti era innocente e non era sul luogo dei delitti, quanto meno mentre questi venivano commessi. Che nel 1981 sia stato alla Boschetta di Vicchio (se è vero) o che la domenica pomeriggio fosse in prossimità della piazzola degli Scopeti (se è vero) non lo fa diventare il Mostro di Firenze.

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    1. Mi pare che la sua posizione su Pacciani sia meno netta di quella su Lotti. Lei crede attualmente, come Perugini ha sempre sostenuto e in una recente intervista ribadito, che il Mostro abbia esordito nel 68 e agito sempre da solo?

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    2. Mi sembra l'ipotesi più probabile anche se nel delitto del '68 vi sono delle note discordanti, tra le quali quelle per me più importanti sono: la difficoltà psicologica più che fisica della passeggiata notturna di Natalino; l'accusa spontanea nei confronti dello zio.
      Quanto a Pacciani, fu individuato a causa dei suoi precedenti + la segnalazione del vicino (elementi poco significativi) e mi sembra che tutto quello che si scoprì fu una compatibilità con un profilo geografico del soggetto ignoto. Veramente poco; poi tutto può essere.

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    3. Nell'ipotesi che il Mostro avesse colpito già a Signa, crede a un assassino sardo o comunque nel giro degli amanti/spasimanti della Locci o a un serial killer che scelse casualmente le vittime? in questo caso, il timore della donna di essere uccisa in uno dei suoi incontri notturni sarebbe una curiosa e macabra premonizione o forse semplicemente una leggenda postuma. O addirittura una scusa della donna per respingere le avances di un uomo che non le piaceva.

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    4. Potrebbe ben essersi trattato di una scusa per rifiutare delle avances; nel qual caso ci troveremmo di fronte a un'altra (cronologicamente la prima?) delle diaboliche coincidenze di cui questo caso è pieno. E' anche vero che alcune coincidenze, a un esame più attento, si rivelano null'altro che bufale (vedi la leggenda che i delitti avvenivano vicino a corsi d'acqua); ma questa, confermata da un testimone per il resto assai reticente, è difficile da smontare.Quindi è possibile che la Locci conoscesse il suo assassino; ma temo che noi non lo sapremo mai.

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