martedì 31 dicembre 2024

EH ... ORMAI L'HO DETTO


Mi ritrovo nel hard disk del computer, directory MOSTRO subdirectory DOCUMENTI - CDM, un file di testo, chiaramente derivato da conversione con OCR di altre pagine fotocopiate, che consiste nella trascrizione di una telefonata intercettata tra Giancarlo Lotti (chiamante) e Filippa Nicoletti (ricevente) avvenuta il 24.03.1996. Il testo non è di facile lettura, poiché, come solitamente avviene per le conversioni con OCR, salta la formattazione, alcuni caratteri escono sbagliati, gli accenti e gli apostrofi si confondono ecc.ecc.

Del resto, il succo della telefonata è noto; venne citata nei procedimenti a carico dei CDM (incidente probatorio Lotti e poi in aula) e se ne trovano ampi brani sul web (si veda anche il volume “Al di là di ogni ragionevole dubbio” di Bruno – Cappelletti – Cochi). Non ho però trovato, nei siti a me accessibili, la trascrizione completa.

Ho pertanto deciso di trascriverla integralmente, perché a mio parere si tratta di un testo fondamentale per la valutazione della figura del Lotti, colto nel momento in cui è da poco passato da testimone a indagato e deve decidere se, quanto e come vuotare il sacco.

Temporalmente, la conversazione si situa il giorno immediatamente successivo a uno dei primi interrogatori del Lotti da parte del PM Canessa e del dirigente della Squadra Mobile Giuttari; all’epoca, Lotti ha confermato di essere stato presente all’omicidio di Vicchio, ma non ha ancora detto nulla dei precedenti delitti.

Aggiungo che ho corretto soltanto quanto necessario alla lettura, evitando di regolarizzare gli accenti messi a caso, le grafie discordanti e i numerosi toscanismi.

Chi vorrà affrontare la lettura integrale del sofferto dialogo tra Lotti e la sua amica del cuore vi troverà sostegno per ogni ipotesi: da quella (mia) del Lotti estraneo e rimasto incastrato, alla posizione ufficiale proclamata dalle sentenze, finanche alla certezza di Lotti assassino unico. Si tratterà solo di esercitare il proprio personale cherry picking.

Quello che non esce invece per nulla da queste pagine è il Lotti freddo, astuto, calcolatore delineato, nella loro consulenza e poi in aula, dai consulenti Fornari e Lagazzi. Io ci leggo, ovviamente con il mio personale bias, un Lotti oggettivamente lento di comprendonio, incerto, spaurito, sballottato in una vicenda più grande di lui e che sta già perdendo la speranza di tirarsene fuori.

Per una migliore e più dettagliata esegesi del pensiero lottiano, ci rivediamo nel 2025.

Buona lettura e buon anno a tutti.


Lotti intervistato da giornalisti RAI nel febbraio 1996



QUESTURA DI FIRENZE

Squadra Mobile

Proc. nr. 5047/95 RGNR, nr.483/95 R.RIS. P.M. e nr. 970/95 R.RIS. G.I.P.

STRALCIO DI CONVERSAZIONE INTERCETTATA.

UTENZA LINEA GIORNO ORE TEL. GIRI PISTA BOBINA

0575/xxx intestata a N. Filippa, già generalìzzata;



##################################################################################

L'utenza sopra indicata viene raggiunta da tale LOTTI Giancarlo, già (generalizzato?) agli atti di questo Ufficio. Filippa e Giancarlo hanno un lungo dialogo che, considerato rilevante per le indagini in corso, viene trascritto integralmente. I personaggi saranno indicati rispettivamente con F-( Filippa) e G- (Giancarlo).

F- Pronto...

G- So io...

F- Ah !

G- Oh.

F- Oh, come stai ?

G- Eh male.

F- Male? Dove sei ?

G- Non te lo posso dire

F- Eh va bene !

G- No, non te lo posso dire.

F- Si si, va bene va bene, lo so lo so, l'ho letto sui giornali e tutto...

G- Icchè ?...

F- Tutto quello che è successo ...

G- Eh... lo so, e... un va tanto bene...

F- Eh... Comunque non lo so io... e... se tu avevi da parlare potevi parlare anche dieci anni prima, no ora !

G- Dai… dieci anni prima...

F- Eh.

G- Sì, lo so,

F- Eh, lo sai... lo non... a me non mi avevi detto niente..

G- Eh?

F- A me m'avevi mai parlato di queste cose?

G- No.

F- Mai, mai, a me m'hanno interrogato cinquantamila volte anche a me, ora martedì o mercoledì ci devo tornare un'altra volta, (incomprensibile) io... non ci entro niente... io non so niente di queste cose...

G-Ma che stai sempre costì ?

F- Si si, ancora non me l’han data la casa, verso il mese di maggio mi dovrebbero dare la casa...

G-Eh, ma io non ci sto mica più laggiù.

F- E dove sei ?

G- E... non te lo po...

F- Non me lo puoi dire... e vabbè...

G- Eh un segreto di loro, e allora non posso...

F- Va bene, si... sei sotto.. Hai fatto bene a telefonarmi.. ma come stai? Di salute come stai?

G- Eh.. Non tanto bene.

F- Non tanto bene ... eeh ... mi dispiace tanto

G-Con quest'affari qui non è che vadi ...

F- Eh... e lo so...

G-Eh, che voi fa.. ancora un lo so come va a finire.

F- Eh... vedrai che ti metteranno anche in galera anche a te.

G-Eh tu vedrai va a finire in quella maniera.

F- E sì.

G-Speriamo di no.

F- Speriamo di no... purtroppo tu sei stato troppo tempo a non parlare, dovevi parlare prima!

G- Eh...Parlare prima... che tu voi fare...

F- Eh.. comunque se uno dice la verità è giusto che dice la verità.

G- Si... ma ... ti fanno certi colloqui che alla fine io non ce la fò più... e ti imbrogliano...

F- Non lo so io.. non lo so... Giancarlo, io non lo so guarda, m'ha fatto piacere che m'hai telefonato e... anzi a me mi dispiace tanto di tutto questo che è successo.

G- Lo so...

F- E sto soffrendo parecchio.

G- Non ci so mica altro che io!

F- Ah?

G- Non ci so mica altro che io!

F- Eh, lo so.

G-Anche il ragazzo di Montefiridolfi l'è uguale.

F- Ah ! Non lo so comunque...

G- Bah e che...

F- Comunque è stato un brutto colpo.

G- Lo so, e che devo fare ? E a me m'hanno costretto.. vedrai alla fine... non lo so... speriamo di no ma lo dico che vo a finire dentro...... speriamo di no. Eh. c'ero ieri al colloquio e...

F- Eh ora ti fanno incontrare con Vanni....

G-No non lo so.

F- Sì; in settimana ha detto stamattina anche la televisione.

G- Mah!

F- lo che ti devo dire ? Tu hai... Ma è vero quello che hai detto ?

G- Icché?

F- Che l'hai visto ammazzare ?

G-Ma.. Oh... Ormai l'ho detto, non posso mica tornare indietro ?

F-Ma è vero ?

G- Eh vero... ormai l'ho detto. M'hanno imbrogliato loro sennò...

F- Ma... Tu devi dire se è vero oppure no.

G- Si. E ormai l'ho bell’e detto, icché vo a dire.

F- Ma... Tu a me mi devi dire se è vero.

G-Eh, ormai l'è vero.

F- E’ vero... Ma perché allora non l'hai detto subito che hai visto il fatto?

G-E come l'ho visto s'era insieme con quell'altro, come fo a dirlo.

F- Con chi con quell'altro ?

G- Con quello di Monte... s'era andati a Firenze la sera no ...

F- Ah!

G- Eh la sera io non sapevo mica che c'era quell'affare lì ...

F- Eh.

G- Poi m'hanno interrogato dell'ottantaquattro.

F- Eh.

G- Se ero andato... gli hanno visto la mi macchina a coso là ... .. e che gli fo.

F- Eh, se hanno visto la tu macchina...

G- M'hanno imbrogliato su questo fatto qui, se no io... sapevo su uno solo e basta.

F- Di uno solo sapevi?

G-Oh! Quando mi fermai lì, c'era la tenda, vidi la tenda.. e c'era du persone; quell'altro l'ha riconosciute subito.. io non l'ho riconosciute. Però l'è una cosa un po’... Ora un si sa, in settimana come va a finire.

F- Guarda … anche io mi chiamano … ma poi con tutto questo fatto... ma tutto quello che sta dicendo la Gabriella... questa l'è matta.

G-Poi c'è di mezzo MALATESTA... icché c'è... del MALATESTA .

F- Eh.

G- Della... Te tu lo conoscevi ?

F- lo?

G- Oh, quello che stava vicino a te ?

F- Io ho conosciuto l'Antonietta, ma non il MALATESTA... L'Antonietta... la su moglie ho conosciuto.

G- Quella che...

F- Sì, la Milva.

G- Quella che...

F- Sì, quella li ho conosciuto, non ho conosciuto altra gente, io non ho mai visto in faccia né Vanni né...

G-Ieri fecian vedè quando gli era... o si impiccò, non so mica come l'è andata.

F- Come l'è stata...

G- Anche a me me l'hanno detto, ma io non lo so mica di questo fatto, come fo a saperlo... Io ho sentito dì. Non so mica i... sai le chiacchiere a San Casciano… tu lo sai come l'è.

F- Eh, lo so.

G- Eh allora ...

F- In tutti i paesi... A me m'è venuto un colpo... infatti sò stata anche male, sono stata all'ospedale...perché.. ma come... dice che io ero dormivo ero ubriaca fra ... ieri sul giornale.

G- In dò ?

F- Lì a casa... ma se la Gabriella... quando è venuta ad abitare a San Casciano ? E’ venuta nell'ottantatre, l'ottantaquattro.

G- Come fai a ricordarti delle cose precise.. di giomo... Come fai a ricordarti ...

F- E lei dice.. si ricorda il 23 (?) dell'ottanta a casa di Salvatore Indovino... Io a casa di Salvatore Indovino nell'ottanta non ci ho visto nessuno.

G- lo non lo so mica!

F- Non ci ho nessuno … Salvatore era anche un po’ impaurito che io lo piantassi da un giorno all'altro... ti puoi immaginare se facevano certe cose....

G- Ma poi gli hanno scritto dell’ottantuno, quando ti ho conosciuto... o... l'ho belle detto venti vorte.

F- Eh.

G- E allora?

F- ...verità...M’hai conosciuto...

G- Ti trattano in una maniera che non ce la fai più... alla fine e tu dichi delle cose che… poi ti fregano loro... e che posso fare.

F- Ma, Giancarlo... Io non lo so... guarda...è stata una... ma poi anche alla televisione.. per me per i miei familiari, per i miei figli, la mi mamma...

G-So’ di già sul bollettino!

F- Chi?

G- Io. Un tu l’hai visto sul bollettino...

F- Ma su tutti eh.... mica di ora...

G- Ma icché mi nascondano...o se gli è tutto sui giornali!

F- C’è tutto sui giornali ... anche sulle riviste... su Stop, su Visto, ci sono io... no stampata... però scritta... io dormivo... ero la convivente di Indovino... ma io non lo so...

G- Vuoi sapè che gli ha detto questo Mario, il Vanni?

F- Hmmm

G- Dice so stato io a fa’ gli omicidi.

F- Chi è stato... te?

G- No l’ha detto lui ... io sono andato a fare...

F- E ora fate il confronto, sì, fate il confronto di settimana!

G- Speriamo bene!

F- E purtroppo io non lo so... non so niente perché queste cose non lo sapevo, non lo sapevo niente... e non lo so come dirti... per me sei stato una brava persona...

G- Poi mi vogliano domandare dell’ottantatre, l’ottantadue, l’ottanta... come fo’ a sapere queste cose?

F- Ma poi per me è (sei?) stata una brava persona...

G- Ma poi gli hanno visto una macchina ... dice... a Scandicci... ai Giogoli... e io che ne so... ma per l’appunto la mi macchina l’è da tutte le parti. Io se vo a trovare una cugina... io non lo so ... dice ma bisogna che tu dica la verità ... ma ... scusa ma se unna so, perché andà dalla cugina un si può, andare a bere?

F- Ma ascolta ... tu hai confermato ugualmente che eri un guardone andavi a guardare le coppiette?

G- Noo... io non sono mai stato... tu lo sai... non sono mai stato un guardone…

F- Tu... sui giornali c’è scritto che tu ... hai confermato che sei un guardone!

G- Quando c’era? E chi l’ha detto?

F- Sui giornali, sui giornali

G- Io non andavo mica apposta per guardare le cose...

F- E dice ... andava apposta a guardare le coppiette.

G- Eh... si. I giornali gli scrivevano sempre.

F- Eh, lo so più che altro, è vero... Comunque ti dico di farti coraggio, di farti forte se c’hai... la verità devi dire, quello che sai.

G- Quello l’ho detto, di più.. quello che ho detto di diverso non lo posso dire... ora mai non c'è nulla da fà.

F- Eh!

G- Ora si vede l'avvocato come l'hanno messo loro.. però... non lo so come va a finire... io non ti dico nulla perché... non lo so, perché io non ce la fò più a questo punto, non so che fare...

F- Eh... non avrai mica intenzione di suicidarti ?

G- Chi?

F- Tu!

G- Io?

F- Eh.. quello no...

G- No, non credo.

F- Eh allora va.

G- Eh... l'ho detto .

F- Si lotterà.

G- Che tu voi fare, ormai l'è così.

F- Ma dai... speriamo di no.

G- Io spero di no, poi... non lo so... che ti devo dire?

F- Perché ora sei come complice te, perché... se in realtà hai visto e non hai parlato sei come complice.

G- No, prima ero testimone, ora sono super testimone.

F- No… sei indagato.

G- Si, ora ormai sono complice.

F- Eh... certo, perché se tu hai visto o non hai.

G- Anche se hanno messo l’avvocato, ormai non c'è nulla da fare.

F- Eh.

G- Poi ieri, parlai ... ci feci quasi l’una laggiù.

F- Dove ? in caserma?

G- A Firenze... in dove... M’hanno messo in un posto e non posso dì a nessuno, e avvocati, e ha’ visto comellè.

F- Come fai a telefonare ora?

G- Come fo a telefonare...

F- Hai il telefono?

F- Ah ! (?)

G- Quando posso telefonare, telefono.

F- Ma il telefono è sotto controllo lo sai?

G- Ma non mi importa nulla.

F- E tu se hai delle cose... devi dire la verità, quando hai detto la verità ...non si sbaglia mai, capito?

G- Per me ho detto.... icché un gliè ... e sono stato imbrogliato ...

F- Non lo so io.

G- Ma icché ti devo dire ío ... non lo so come... ma io ... fino a ora dico quello che ho visto..... Lo sanno, loro come fare... l'è Procuratore...

F- Certo, certo.

G-Se mi vò mette dentro mi mette dentro, che gli posso fare.. e ormai... a questo punto non ho da perder nulla. Te lo dico sinceramente, non ti preoccupare perché ammazzà non mi ammazzo di certo.

F- Stai tranquillo.

G- E lo so, sta’ tranquillo.

F- Stai tranquillo.

G- Insomma anche te ti tocca ritornà.

F- Eh, in settimana, ma io quello che ho da dire, io dico la verità, quello che so, quello che non so, non posso dirlo.

G- Ma quell'altra icché l'ha detto?

F- L'altro giorno era venuta qui ... anche con il giornalista a farmi parlare... ma io non ho niente da parlare.

G- Eh venuta costì ?

F- Si è venuta qui.

G- Chi ?

F- Lei.

G- Ma io l'è tanto che non ci sono ritornato da lei, gliè un pò.

F- Sì, è venuta qui con il giornalista per farmi dire... ma cosa non mi voleva far dire... io quello che c'ho da dire lo dico alla Questura non devo dirlo a lei... Chi è lei ?

G- La c'è stata insieme sai...

F- E m'ha istigato, mi voleva far dire le cose che non è vero, tanto lei si parla sà... è un pò a modo suo.

G- Icché l'ha detto,. l'ha visti i giornali ? Icché ha detto?

F- Icché ha detto, niente ... che dici...

G- Non lo so.

F- E quello è il bene che gli volevi?

G-Eh?

F- Il bene che gli volevi, i soldi che gli hai lasciato...

G- Si

F- Ecco...

G- Li ho spesi...

F- Ora su Visto c'è il prete che parla...

G- Chillè?

F- Quello della Chiesina..

G- Ah, il prete dí Faltígnano ?

F- Si. E dice che eri un bravo ragazzo, ti prestavi con tutti, non pensava nessuno che tu sapessi una cosa del genere.

G- Ma, è ... oh ... anche il capo... lo conosci no?

F- Si.

G- E mi disse ... tu l'avevi detto prima.. l'avevi detto sempre detto così. Quell'altro mi disse: ...andiamo dai Carabinieri... io pensavo una cosa... e invece...

F- Chi te l’aveva detto, andiamo dei Carabinieri ?

G- Quello che era insieme a me!

F- Fernando?

G- Sì.

F- Eh, e tu non ci sei voluto andare?

G- E io non ci sono andato.

F- Eh... invece se ci andavi era meglio... era meglio subito... era meglio.

G- Forse ... ma poi c’è stato il... il peggio c'è stato il delitto dell'ottantaquattro.. gliè quello che m'ha imbrogliato.

F- Ma tu c'eri quella sera lì ?

G- E c’ero ! Ero detto (?) che s'era stati là, s'era stati là o no ?

F- Si c'era stati.

G Io e te. Sì, ma non era nell'ottantuno eh!

F- No. dopo, così.. . quando si facevano le girate.…

G- Loro m'hanno detto... tu l'avevi detto nell'ottantuno.

F - No, quando si facevano le girate.

G- Scusa, ma fa tutti quei chilometri per andà a lì, una girata, l'era un po’ lunga... sa, settantacinque... chilometri.

F- Quanto ?

G- Sò settantacinque, eh.

F- Ma io. L’avevo visto... ma lì. C’era... c’eravamo stati qualche volta.…

G- Ehh, io sono stato imbrogliato su questo fatto qui,... di... siamo stati io e te, poi sono stato con Fernando, e allora... L’é stata una cosa un po’ complicata.. l'è stato tutto l'ottantaquattro, e tu vedrai, l'è una cosa...

F- Ma io ho detto come stavano le cose che girando,.. abbiamo fatto una girata ci siamo fermati lì…

G- Per l'appunto siamo arrivati lì,.. c'è la bottega del prosciutto.

F- E mi ricordo..anche quella lì...ti ricordi?

G- Per l'appunto arrivà proprio lì.. unno so...

F- Si girava, non ti ricordi ? Si girava.

G- Si facevano anche cento chilometri

F- Si anche cento cinquanta chilometri al giorno.

G- Ma poi...disse.. ma che avete fatto l’amore? Ma quello... si sa da noi, dice.. E vanno sempre sui discorsi... se s’era fatto l’amore.. se un s'è fatto... icchè centra icchè ho fatto? Quanto... Ma queste sono cose mie.

F- Vabbene non essere arrabbiato, cerca di stare calmo e dirgli le cose vere se no le... G- No, ieri... il colloquio.

F- Il colloquio con chi?

G- No, io solo , io c’ero e basta. Ieri.

F- Eh.

G- E allora tu vedrai in settimana non lo so quando... o mercoledì o giovedì ... non lo so quando.

F- Con chi?

G- Come con chi

F- Con chi lo devi fare il faccia a faccia?

G- No io, non credo faccia con lui...

F- Con Vanni lo devi fare.

G- Non lo so .

F- Ha chiesto faccia a faccia col Vanni.

G- Ma mica assieme?

F- Si, si... lui devi dire che quando.....insieme.

G- Ma speriamo bene.

F- Eh!

G-Io dico succede (?)

F- Tu devi stare calmo, hai sbagliato che non sei andato subito dai Carabinieri, dovevi andare a dirlo subito, subito che l'avevi visto, già che c'erano state altre cose precedenti, dovevi andare subito a dire questo, questo e questo... c'era tizio e caio. Vedi che subito... invece aspettare tutti questi ... Ora il Pacciani... c'è stato lui che ...lui è fuori.

G- Lui gliè furbo.

F Eh lui è furbo, si vede che è una persona furba. Anche per televisione... perché io di faccia non l’ho mai visto, né lui né Vanni... io non l'ho mai visti tutti e due; e poi la Gabriella ha fatto scrivere sui giornali... dice che soltanto la Nicoletti poteva soddisfare le voglie di Vanni.

G- Come ?

F- Soltanto la Nicoletti Filippa poteva soddisfare le voglie di Vanni.

G- Ma da te a Faltignano c'è stato Mario o no ?

F- No.

G-Oh, io non ti dico altro.

F- Io non l'ho mai visto, questa persona.

G- Una volta disse che doveva venire.

F- Una volta che voleva venire, ma poi non è mai venuto.

G- Poi disse che doveva venire con la vespa, e mi disse a me... anderò con la vespa io.. oh... non lo so se c'è...

F- No,no, non l'ho mai vista quella persona.

G- Oh che ti devo dire.

F- lo ho visto Giovanni, ti ricordi Giovanni?

G- Sì.

F- Lo chiamavano Alberobello.

G- Dopo volean sapere chi ti veniva a trovatti... Ma io gli dissi un certo Luciano... ci veniva... e quell'altro non me lo ricordo, come si chiamava quell'altro?

F- Roberto.

G- Quello che portava il gasolio.

F- Ah, non mi ricordo... Mauro?

G- Mauro?

F- Sì.

G- Non me no ricordo.

F- Si ma Mauro, quello lì, si faceva una bussata e se ne andava.

G- Sì lo so.

F- Eh non è che stava lì. Poi c'era Roberto, quello di...

G- Oh un m'hanno detto anche quello... ma conoscete questo Roberto ? Come si chiama... Il cognome...

F- Vxxx, quello di Scandicci?

G- Si.

F- Eh, Vxxx ...

G- 0h glielo dissi gli stava a Scandicci.

F- Glíelo ho detto anche io, perché quello che è vero è vero, la verità la dico.

G- Lo so… però io spero che non succeda nulla.

F- Mah.

G- Ma io quello che ho detto bisogna lo dica fino a ora.

F- Eh, certo.

G- lo credo non succeda nulla. Al confronto non so se ci si piglia, Speriamo di no, io sono anche nervoso tu lo sai, tu l'avessi a saper, tu mi conosci no ?

F- Eh lo so tu sei nervoso.

G- Eh ... ho passato una settimana, avevo la pressione a duecento.

F- Eh, stai attento eh...

G- Eh, sto attento.

F- Stai tranquillo, devi andarci tranquillo e il tuo sbaglio è che non hai parlato prima. G- L'imbroglio me l'ha fatto sull'ottantaquattro, perché l'ottantaquattro sapeva che faceva l'ottantacinque e allora io sono stato imbrogliato su questo fatto qui. M'hanno fatto parlare e ho parlato più che unnè... e...

F- Non lo so... loro... scrivono ...

G- Eppure quando stavo a Faltignano l'ultima volta prima di andar via di lì. Io credevo m'avessero fotografato, invece m'ha ripreso mi presano, Vensero i giornalisti della RAI, io credevo che non m’avessero preso, invece...

F- Sì, sì ti vidi... eri in pigiama,,..

G- Eh ?

F- Sei in pigiama ...

G- Eh... lo so.

F- Mah.

G- Insomma via, so no questa telefonata la costa di nulla (si sta preoccupando della bolletta telefonica ?)... se no io dico controllano anche quello vedrai..

F- Eh?

G- No, ma non credo... che controllino il telefono...

F- Ah, eh, e so lo controllano, noi stiamo dicendo come stanno le cose... non c'è mica...

G- Che sei a far da mangiare ?

F- Mi stavo preparando un pezzettino di rosbif... so sola oggi eh !! Giancarlo Giancarlo...

G- La macchina l'è ferma... io non mi arrischierò più di certo.

F- Ma stai zitto..

G- Speriamo di no, io spero che (non?) la finisca male...

F- Pò darsi che le cose si risolvono. piano piano, ho, non lo so. Giancarlo…

G- Poi c’è il pretesto anche.

F- Eh , lo so.

G- Eh gli è quello il problema ... lì bisogna tu dica la verità veramente... se no tu vai dentro di certo... c’è l’avvocato... però questo avvocato non lo so ... ma allora gli dissi te sei un avvocato o no? Non lo so io.

F- Ma se tu hai detto quello che hai detto, lui non può andare contro... lui può dire… l'avrà detto in un momento dì smarrimento.

G- Se tu parli qualcosa in più, bisogna tu dichi l'ottantatre, l'ottantadue, l'ottantuno, come fo a sapere tutte quelle cose?

F- Eh.

G- Ma io...

F- Giancarlo...

G- Se Fernando ... io li vidi quando ci mandonno via, io gli conoscei subito l'erano loro, e Fernando li conoscé subito dopo... come ho detto a loro... gli si... loro due... Perché quell'altro e dice che gli ho ammazzatí io?

F- Ma chi, Vanni?

G- Sì.

F- Eh?

G- dice gli ho ammazzati io.

F- Chi lo dice, il Vanni?

G- C'era scritto.. come dicevano quelli che mi accompagnavano per andare al colloquio alla Questura.

F- Sì, sì.

G- Loro dicano a quella maniera, dice.. tu sei stato te... Ah, so stato io?

F- Ma, io ti ho conosciuto nell'ottantuno... sono quindici anni che ti conosco... non eri capace di ammazzare.

G- Ma proprio andà a vedè le coppiette! Sarò passato di lì... ma mica andà a vedè proprio icchè facevano!

F- Ma... che ti devo dire ?

G- … macchina ferma... e possano essere anche armati ... non si sa mica icchè fanno...

F- E questo che c'avevi la macchina lì l'ha detto la Gabriella eh

G- Indò ?

F- Che avevi la macchina ferma lì.

G- Indò ?

F- Agli Scopeti.

G- Come agli Scopeti ? Come la fa a saperlo lei?

F- E dice che è passata di li con Galli e ha visto, andava da Salvatore a farci la puntura e ha visto che c'era la tu macchina ferma lì.

G- L'è lei che mi controllano.

F- Eh stata lei.

G- A che ora la passò di li ?

F- A che ora... verso le undici e mezzo, mezzanotte...

G- Ma era di domenica ?

F- Non lo so se era di domenica o di sabato.

G- Quando successe, fu di domenica.

F- Io non lo perché non c'ero.

G- Ma…

F- lo già ero venuta via... Nell'ottantacinque abitavo con Carlo io. Qualche volta capitavo lì da Salvatore, capitavo un'ora, due, al giorno, ma quando scappavo da Carlo... quando poi stava male.

G- Nell'ottantaquattro dice gli hanno visto questa macchina rossa... questa macchina l'è maledetta ...

F- Eh.

G- Il centoventotto.

F- Ah-

G- Dice l’hanno vista.

F- Dice l'hanno vista ferma in un posto, in un'altra... l'ha girato....Ma allora c’è quegli che ti saltano dietro a guardarti icchè tu fai.

F-.Eh, certo.

G- Poi dice... lì a Giogoli c'era un furgone ... quei due tedeschi ma come fo a dì una cosa se non l'ho vista ... !

F- Eh... Ma tu gli dici che non l'hai visto... se non l'hai visto, non l'hai visto,,, non c'è niente da fare. ma allora c'è quegli che ti saltano … (?)

G- Dice... ma te tu vai da... e questo ícchè vol dire... perché non ci posso andare ? Dice.. ma ti sei fermato a vedere se c’era... e daglie sempre questo discorso... e sai... mi fanno un capo come un coso, e io da quando sono venuto via di laggiù.... e un so più icchè fò... a dire la verità. Son stato.. a giorni... avevo la pressione. Non ce la facevo più.

F- Stai attento che ti viene qualche coccolone.

G- Non me ne frega nulla... tanto a questo punto non me ne importa niente... e che tu voi fare… ormai...

F- Mah... Giancarlo io ti faccio tanti auguri...

G- Ciao.

F- Ciao.

G- Ciao.

F- Non piangere eh!!

G- Sì piango dai.

F- Ciao.

G- Ciao.

F- Ciao,ciao.



°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°FINE CONVERSAZIONE°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°




16 commenti:

  1. Sono un appassionato a fasi alterne della storia incredibile dei delitti del mostro di Firenze. Ho scoperto da poco questo blog. Apprezzo la capacità di analisi e lo spirito garantista che lo animano. Mi sembra che due siano i nodi della questione: cosa vide Lotti con Pucci a Scopeti? Lotti frequentava la piazzola di Vicchio prima dell'84? Purtroppo la telefonata con la Nicoletti non risolve i dubbi. Buon anno all'autore del blog e a tutti i lettori.

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    1. Non credo assolutamente all'avvistamento della Ghiribelli, quindi chiedersi cosa videro Pucci e Lotti mi sembra pleonastico; bisognerebbe sapere dove e quando. Ho il dubbio che Pucci inizialmente racconti un altro episodio in cui i due amiconi furono scacciati da qualcuno che avevano infastidito. La frequentazione della piazzola di Vicchio ante 1984 è l'unico elemento forte che si può portare a favore del coinvolgimento diretto di Lotti (sia come unico assassino che come complice) e su questo in tutta onestà ho pochi argomenti. La telefonata rimane ambigua su questo e molti altri punti.

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    2. Completamente d'accordo che la frequentazione di Vicchio è l'unica cosa sospetta. E anche io ho il dubbio che i periodi di frequentazione possano essere stati un po' manipolati e che magari le frequentazioni siano state successive al delitto. In fondo il Lotti sembra attratto dalla figura del MDF ... il suo alter ego. Cosa riscontrabile anche dalle dichiarazioni della nipote del Vanni sul fatto di essere stata portata sulla piazzola degli Scopeti.

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  2. Purtroppo non sapremo mai cosa è accaduto quando è stato interrogato da solo :
    F- Il colloquio con chi?
    G- No, io solo , io c’ero e basta. Ieri.
    .... si potrebbe anche ipotizzare che gli sia stato promesso qualcosa.

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    1. La Nicoletti insiste parlando di un confronto con Vanni, che era stato richiesto dal di lui avvocato, ma la Procura si oppose. Lotti non ne è informato e si sta riferendo al "colloquio" del giorno prima con Canessa e Giuttari. A questo interrogatorio era comunque presente il difensore Neri Pinucci. Purtroppo di questo ho un verbale parziale.

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  3. Ecco un'altra lettura estremamente complicata ma di primaria importanza pe rcapire un po' meglio il tutto: in questo dialogo traspare tutta la confusione mentale di Lotti,una confusione dovuta,a parer mio,non alla volontà di ricordare male,quanto piuttosto alla difficoltà di ricordare tout cour quello che capitò a lui e Pucci quel giorno.Già,ma quale giorno? Nella lunga telefonata non specifica mai il giorno preciso, ne l'orario, né se di giorno o di sera,gli inquirenti ci incastrano a viva forza la dichiarazione di Ghiribelli per far quadrare le loro supposizioni.E sì che ne avrebbero potute trovare di dichiarazioni ben più pertinenti e riscontrabili,basti pensare alle testimonianze dei due coniugi in visita al loro amico che abita nella villa prospicente lo spiazzo di Scopeti nella giornata di domenica 8 settembre(dato certo,sicuro,incontrovertibile). Sconcertante è il passaggio in cui si dice "costretto" a parlare del 1981/82/83(riconoscendo di non saperne assolutamente nulla di quegli anni), se poi lo mettiamo a confronto con quanto riferito in aula.È vero,una sua presenza sulla piazzola di Vicchio in due diversi momenti precedenti il delitto,dovrebbero mettere più di un dubbio su chi crede all'estraneità di Lotti,ma mi sento di applicare anche qui la stessa logica del ricordo di Scopeti: chi ci dice a noi che quando lui ricorda le sue girate a Vicchio prima con Filippa,poi con Fernando, stia parlando proprio della Boschetta? Facevano le girate in macchina,certo,saranno andati anche a Vicchio,possibilissimo,si saranno appartati con lei e si saranno appostati con lui per spiare,altrettanto pacifico:ma il ricordo(per me sbagliato) che il luogo di tutto ciò sia proprio La Boschetta,secondo me nasce anch'esso dalla confusione mentale che lui stesso si trova a fronteggiare e a cui non sa resistere."La pressione a 200", "e ti fanno certi discorsi"," e t'imbrogliano"," la mi' macchina l' è dappertutto":frasi apparentemente poco significative,ma che ben si attagliano a quanto detto sopra.

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  4. Non capisco come questo verbale, redatto durante la fase investigativa, contraddirebbe le successive dichiarazioni di Lotti in tribunale, unico luogo in cui dopo il vaglio da parte delle figure per legge preposte a ciò, si formano le prove. Mettere in dubbio sentenze o interpretare verbali e perizie, oltre che irrispettoso della capacità dello Stato di amministrare la Giustizia, è una pericolosa arma a doppio taglio: se la si ritiene utile per avversare il contenuto di un documento ufficiale (condanna, es.) a noi sgradito, allora nulla vieta ad altri di poter fare lo stesso verso un qualsiasi altro documento ufficiale (assoluzione, es.) a loro sgradito. Nel caso a volte ce lo si dimentichi: le condanne inflitte a Vanni e Lotti: hanno passato, in coerenza, ben tre gradi di giudizio. Non uno, non due, ma ben tre.

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    1. Prendo atto della sua opinione. Ricordo che per la seconda volta si sta tentando di chiedere la revisione della sentenza, il che fa pensare che in questo Paese si possano comunque nutrire dubbi sul giudicato senza essere irrispettosi nei confronti della Giustizia con la G maiuscola. La rinvio a quanto scritto dall'amico Daniele Piccione nel primo capitolo del recentissimo "Il labirinto del Mostro di Firenze" (pag. 22-23); concetti che condivido pienamente.

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  5. Tentativi di revisioni più che legittimi visto che anche in questo caso, fan testo le Leggi. Leggi che prima della liceità di poter chiedere la revisione di un processo a fronte di specifiche condizioni quali nuove prove e/o elementi mai precedentemente valutati, altrettanto normano che è solo in giudizio che si formano le prove in base alle quali stilare sentenze di condanna o meno. Condizioni di nuovo e/o non valutato che in nessun modo possono appartenere ad un verbale già sottoposto agli esami dibattimentali.

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  6. Ma la questione può essere affrontata da un punto di vista assolutamente distaccato da quanto emerso dalle varie sentenze? Cioè,ferme restando le condanne e le motivazioni offerte dalle varie corti, è possibile quantomeno commentare e disquisire serenamente su certi passaggi poco chiari( nello specifico questa conversazione telefonica )? Almeno per quanto mi riguarda,quello che ho provato ad esporre nel commento precedente,vuole solo essere un tentativo di discutere su una mia supposizione,pronto ad accogliere qualsivoglia risposta:che poi questo verbale sia già stato vagliato dagli inquirenti,nulla impedisce che possa essere commentato da chicchessia senza che questo si traduca in una implicita denigrazione o delegittimazione degli stessi

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  7. @Maralino Ma certamente che tutto, nel senso di ogni documento e pure sentenza, sia lecito discuterlo 'al bar' del web. Ma se il fondamento recondito di quelle discussioni è il voler mettere in dubbio una, triplice omogenea, sentenza e puntare ad una revisione processuale:
    allora anche le discussioni da bar sono necessariamente soggette a sottostare alle ben più concrete Leggi dello Stato Italiano che, a differenza dei clienti dei bar, non si accontentano di pareri personali di emeriti sconosciuti mentre sorseggiano un caffè o uno spritz, ma normano e richiedono: prove nuove ed elementi non precedentemente già sottoposti a vaglio giudiziario.
    Ergo: o si discute restando sul piano delle pure chiacchiere amichevoli fine a se stesse, come appunto tra avventori in un bar, ed allora è tutto valido tanto quanto discutere di calcio o delle canzoni di Sanremo; o, se davvero si reputano errate quelle sentenze ed il fine ultimo che ci si pone è quello di muovere passi in avanti verso una revisione delle stesse , allora le analisi e le discussioni devono (devono!) attenersi e sottostare ai paletti normativi che regolano appunto l'istituto delle revisioni processuali.

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    1. Infatti qui non siamo in Corte di Appello, ma in uno dei tanti "bar del web". Spero che sia un bar che serva buon caffé e brioches ben preparate, un po' meglio di altri bar che si trovano in giro. Poi, non è colpa di nessuno se le contraddizioni di Lotti e Pucci, anche in Tribunale, laddove si formano le prove, quelle serie, sono così contraddittorie da prestarsi al fiorire di chiacchiere da bar.

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  8. Sperare che il caffè sia buono da parte del barista che lo prepara, non so perché ma ricorda molto il detto del chiedere all'oste come è il suo vino. Il chiacchiericcio da bar sarebbe fiorito altrettanto, a direzione inversa, se là dove si formano le prove, ossia in Tribunale, a Termini di Legge i CdM fossero stati assolti. Secondo l'approccio da bar, una simile ipotetica sentenza avrebbe dovuto comportare che fossero da credere colpevoli o siccome il giudizio ad alcuni baristi sarebbe piaciuto allora sarebbe stato corretto e sarebbe andato bene? Incredibile come semplici clienti da bar si credano così importanti da immaginare di potersi sostituire a investigatori, periti, medici, testimoni, giudici, corte e sentenze.

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    1. Più che sperare (che il caffé che gratuitamente offro sia buono), ne sono fermamente convinto; chi non gradisce, può cambiare bar. D'altronde, colui che non fa altro che appellarsi al principio di autorità senza saper argomentare dimostra già per questo la propria pochezza. Non insista su questa linea.

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  9. Secondo la sua visione mi par di capire dunque che sarebbe opportuno che i processi si svolgessero rigorosamente a porte chiuse,senza lasciare spazio al comune cliente da bar di formarsi una propria idea: l'aula di tribunale vista come un luogo interdetto ai non addetti ai lavori,troppo meschini ed intellettualmente inferiori per poter esprimere una propria versione dei fatti. Ahilei, purtroppo è possibile fare il contrario, e,seppur io sia un perfetto ignorante in materia giuridica,nulla mi vieta di giudicare totalmente inattendibili e prive di logica,gran parte delle dichiarazioni portate a processo,sulla base delle quali si è condannato un individuo all'ergastolo.Ebbene,me ne sbatto altamente della sua prosopopea, e dall'alto della mia ignoranza continuo a sostenere che quella condanna è uno dei peggiori abomini giuridici mai visti

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    1. Preso atto della disparità di opinioni e dell'assoluta discrepanza e inconciliabilità delle posizioni, nella mia qualifica di barista chiudo questa discussione.

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