venerdì 16 maggio 2014

Delle testimonianze (4)

Vediamo ora di applicare quanto letto alle testimonianze sul delitto di Scopeti fornite dai ben noti testi algebrici presentati dalla Procura al processo di appello Pacciani e che il giudice Ferri si rifiutò di ammettere, precisando che traggo in parte le citazioni dal volume "Il Mostro – Anatomia di un'indagine" di Michele Giuttari (BUR).

Gabriella Ghiribelli riferì di aver visto la sera di domenica 8 settembre, rientrando da Firenze insieme al suo protettore, ferma accanto al viottolo che porta alla piazzola degli Scopeti un'auto di colore rosso o arancione con la portiera lato guidatore sempre sul rossiccio ma più sbiadita. Si trattava di un'auto sportiva con la coda tronca (alla fine, esaminando delle fotografie, la individuerà - sono passati però 10 anni – in una FIAT 128 coupé, un modello posseduto da Giancarlo Lotti fino al 1985). Prosegue dicendo che "Circa tre mesi fa ho avuto modo di notare la macchina del Lotti parcheggiata davanti alla biblioteca centrale, e vedendo che aveva la portiera di colore rosa mi venne spontaneo di dire al Lotti in tono scherzoso: -vuoi vedere che sei tu il mostro?-. Alla domanda del Lotti del perché, risposi che la notte del delitto degli scopeti avevo visto una macchina uguale a quella nel colore e con la portiera sbiadita di altro colore come quella sua. Lotti rimase male per questa mia affermazione e mi disse:-Cosa c'entra la mi' macchina con quella che hai visto tu?- Risposi che quella macchina sembrava uguale alla sua soprattutto perché presentava lo sportello di un altro colore ma sempre in tinta..."

E' facile capire che la Ghiribelli, riferendo l'episodio del "riconoscimento" dell'auto a tre mesi prima del suo interrogatorio sta parlando dell'auto posseduta dal Lotti nel 1995, non di quella del 1985, come le farà notare la teste Nicoletti in una telefonata intercettata. Del resto, che la Ghiribelli (Teste Gamma) non avesse contezza dell'auto usata da Lotti nel settembre 1985 risulterebbe pacifico dalla sua stessa dichiarazione di aver fatto la conoscenza del Lotti nel 1986 (citato in consulenza Fornari-Lagazzi), ossia dopo il delitto e quando il Lotti aveva oramai rottamato la famosa 128 coupé intorno alla quale si è giocata tanta parte del processo ai Compagni di Merende. Il contesto viene chiarito anche in dibattimento (udienza del 3 luglio 1997): "Sì, quando l'ho conosciuto io praticamente aveva la macchina celeste" e "Giancarlo, addirittura, veniva addirittura proprio con la macchina rossa. Però non con la macchina che dice, forse, la vorrebbe insinuare veniva con una 131 addirittura. Lo sa perchè so che l'è una 131? Perchè aveva la portiera rosa, da una parte; l'era tutta rossa meno che quella portiera rosa".

Questa discrasia venne abbondantemente discussa nel corso dei processi – sia in prima istanza che in appello (si ascolti l'arringa dell'avvocato Mazzeo, uno dei difensori di Vanni), ma entrambi i giudici decisero di non tenerne conto. Forse perché, ci spiega Giuliana Mazzoni, il fatto in sé di una confessione ha una valenza fortissima sia su chi deve giudicare sia sui testimoni terzi, tale da superare altri tipi di contraddizioni.

Il teste Delta, protettore di Gamma, conferma solo in parte la versione della Ghiribelli, in quanto riferisce anch'egli di aver visto un'auto posteggiata, ma inserisce nella scena lo stesso "mago" Salvatore, che avrebbe portato a fare una passeggiata perché molto ammalato; il particolare sarebbe riscontrato da un commento fatto tra Salvatore e Gabriella alla vista della tenda: "Beati loro che almeno scopano". Mentre secondo la Ghiribelli il motivo del passaggio per via degli Scopeti era proprio di andare a fare un'iniezione a Salvatore che era a letto gravemente ammalato. Tranelli della memoria?

17 commenti:

  1. 1986 sulla consulenza Lotti è un errore (secondo me è 1976), altrimenti cadrebbero troppe cose. La Ghiribelli l'aveva presentata Pucci al Lotti, che l'aveva conosciuta da solo quando andava a Firenze con la SITA, quindi prima del 1977, perchè in quell'anno Lotti prese la patente.

    Riguardo la presenza di Indovino in auto, direi che più che tranelli della memoria furono manovre del Giuttari, che voleva infilare a tutti i costi il personaggio nella vicenda (per le future teoria esoteriche), e trovò in Galli facile sponda la prima volta che lo interrogò
    La Ghiribelli lo escluse categoricamente (8 febbraio 1996), e Galli al processo: "Non mi ricordo di preciso questo particolare, perché in quel periodo lui stava poco bene e si andava a fargli la puntura, si faceva la puntura".

    Riguardo invece la 131 c'è effettivamente un po' di confusione, secondo me dovuta al fatto che era di colore uguale al 128 di 10 anni prima.

    RispondiElimina
  2. E' possibile che si tratti di un errore materiale, bisognerebbe capire da cosa è tratta l'informazione riportata nella consulenza; mi sembra strano il 1976 perché secondo la stessa G. cominciò a prostituirsi forse nel 1978. Ovviamente, tutto dipende da quale fede si vuole prestare alle dichiarazioni della teste, la quale dice: quando l'ho conosciuto io praticamente aveva la macchina celeste. Al momento non ho sottomano una cronologia delle auto possedute dal Lotti, ricordo che la 124 con cui sostituì la 128 era celeste, ma può darsi ce ne siano state altre. E' comunque evidente che l'innesco della testimonianza è farlocco, in quanto la G. si riferisce all'auto più recente del Lotti, non a quella in uso nel 1985.
    Sai che le coincidenze esasperate mi insospettiscono: qui avremmo una teste che nell'arco dello stesso pomeriggio-sera prima intrattiene i due amiconi a Firenze, poi li reincontra a San Casciano; proprio nel giorno in cui, con tutta probabilità sbagliando, gli inquirenti situano l'omicidio. Ma tu dai per scontato che i due se ne erano stati tutto il pomeriggio a San Casciano nelle vicinanze della piazzuola; mentre il Pucci in dibattimento si sbaglia più volte parlando del cinema a luci rosse. Ora mi chiedo: se la testimonianza della G. è taroccata per il pomeriggio, perché dovrebbe essere autentica per la sera?

    RispondiElimina
  3. Traggo questo dal vecchio sito di Master, non so se sia preciso:
    Viene chiesto a Lotti di indicare tutte le auto da lui possedute nel tempo, e Lotti le elenca:
    850 bianca
    mini gialla
    124 gialla
    124 celeste
    131 rossiccio sbiadito
    Il riferimento è all'interrogatorio del 11 febbraio 1996, punto solo sfiorato nel libro di Giuttari, che nota soltanto l'omissione della 128 coupé.

    RispondiElimina
  4. P.M.: In quel momento lei o Galli, sapevate di chi era quella macchina, o no?
    G.G.: No, io che l'era di lui l'ho saputo ora, dopo tutti questi anni.
    P.M.: Perché quando l'ha conosciuto lei che macchina aveva il Lotti?
    G.G.: Prima aveva una celeste, che poi l'aveva picchiata addirittura. Con la Filippa, l'era ubriaco, andò a finire sotto un fossato. Sì, quando l'ho conosciuto io praticamente aveva la macchina celeste

    http://insufficienzadiprove.blogspot.com/2013/06/gabriella-ghiribelli-processo-contro_6.html

    sul forum, un po di tempo fa, avevo pubblicato lo specchietto diviso per giorni e fasce orarie dei testimoni e delle loro dichiarazioni per auto e moto avvistate.

    il sorprendente è che nessuno di loro mai ha segnalato le auto degli altri testimoni, pur avendole dovute incrociare nei casi di stretta compatibilità di fascia oraria.

    e poi non dimentichiamoci che il più "divertente" è far - impossibile - combaciare la tetsimonianza della Ghiribelli/galli con quella del Nesi (e vice versa)

    RispondiElimina
  5. Sulla deposizione della Ghiribelli al processo ci andrei piano. Per prima cosa la donna era chiaramente alterata da qualche bicchiere bevuto di buon mattino. Poi ormai le sue testimonianze erano viziate dalla sua tendenza al protagonismo, ben sfruttata da chi aveva interesse a farle dire quello che gli interessava. Di lì a poco sarebbe arrivato il papiro egizio per gli esperimenti di mummificazione!
    Personalmente considero sempre meno valide le sue parole via via che il tempo passava.
    Riguardo il pomeriggio della domenica, non mi pare che lei avesse mai avvallato le contraddittorie dichiarazioni di Lotti e Pucci di essere andati a trovarla. L'unico accenno, molto poco convinto, lo trovo nella sua deposizione al processo:

    P.M.: Lei ricorda se la domenica in cui poi la sera vide, tornando da Firenze, quella macchina rossa, se quel pomeriggio erano venuti il Lotti, il Pucci o qualcun'altro?
    G.G.: Sì, perché loro il pomeriggio venivano sempre da me. Di domenica poi, il sabato e la domenica erano sempre da me.
    P.M.: Non ne mancavano una?
    G.G.: No, no. Non ne saltavano uno di sabati e di domeniche.
    P.M.: Bene.
    G.G.: Poi mangiavano magari da me e se ne andavano questo è il discorso.
    P.M.: Lei si ricorda se quel pomeriggio, quella sera vennero da lei, quella domenica?
    G.G.: Io senta, ora perché Giancarlo l'è in gabbia, perchè sennò sono convinta che non sarebbe scappato nemmeno ora insomma. Loro venivano, non c'è verso.
    P.M.: Quindi lei ricorda che ..siano venuti anche quella domenica...
    G.G.: Sì.
    P.M.: Lei ha possibilità, a distanza di così tanto tempo, di ricordare l'orario? O si ricorda grosso modo in che orari venivano?
    G.G.: Mah, l'orario l'era questo: che loro venivano alle due e mezzo, le tre loro erano lì.

    RispondiElimina
  6. E' evidente che la donna dice sì non perchè lo ricorda, ma semplicemente perchè non vuole dire no.

    Riguardo il fatto che la sera avesse visto il 128 rosso a Scopeti e non la 131 a me sembra piuttosto chiaro. Se si va all'origine origine delle sue testimonianze si arriva alla registrazione della telefonata con la Nicoletti che fece la sera del suo primissimo interrogatorio (neppure con Giuttari, ma con i suoi collaboratori) il 21 dicembre 1995. Ebbene, c'è questa sua frase direi inequivocabile:

    Io l'unica cosa che posso dire è che una macchina arancione l'ho vista sotto le luci piccole piccole di strada, sai è una strada piccola. Potrebbe essere stata arancione, potrebbe essere stata rossa, scodata di dietro. Mi hanno fatto vedere la foto e l'ho riconosciuta.

    Si parla dunque di auto scodata, come la 128 e non come la 131, che scodata non era di certo.

    Nella stessa telefonata la Nicoletti dice:

    Ma ne ha cambiate tante di macchine, ne aveva una celestina, poi arancione, poi una rossa, poi ne ha presa un’altra rossa, una gialla ce n'aveva...

    Anche la Nicoletti parla di una prima auto celestina, ma secondo me non tanto perchè il Lotti ce l'avesse avuta davvero, quanto perchè ne aveva cambiate tante e poteva essere oggettivamente difficile ricordarle bene in sequenza.

    Sulla conoscenza Lotti-Ghiribelli, sono convinto del 1986 sia un errore materiale. Pucci dichiarò di averla presentata lui al Lotti, il che mi fa supporre che sia avvenuto nella seconda metà degli anni '70 per quello che ho già detto. La Ghiribelli, nel trafiletto riportato sulla consulenza Lotti, dice invece che l'ha conosciuto tramite la Filippa quando abitava a San Casciano, e lei da San Casciano era venuta via nel 1983.

    RispondiElimina
  7. Sul fatto che il pomeriggio a Scopeti fossero Lotti e Pucci i due individui visti dai coniugi De Faveri-Chiarappa mi sembra davvero difficile poterlo negare, soprattutto da parte di chi non crede alle coincidenze. Troppe cose tornano nella descrizione sia dei due individui sia della loro auto.

    RispondiElimina
  8. Dimenticavo un'osservazione per Hazet. La testimonianza Nesi era falsa, Pacciani con questa storia non c'entra nulla, a mio parere, se non per il fatto che conosceva il vero ed unico Mostro che era Giancarlo Lotti, una coincidenza che fa storcere il naso al buon Omar. Ogni tanto però le coincidenze ci sono, l'importante è che siano accompagnate da prove sufficienti a giustificarle, e in questo caso ce ne sono in abbondanza. Ritenere Lotti estraneo alla vicenda costringe a salti mortali molto più audaci che il non credere a quella coincidenza. A mio parere, naturalmente.

    RispondiElimina
  9. Credo proprio di aver scritto una inesattezza sul fatto che la Ghiribelli fosse venuta via da San Casciano nel 1983, anzi, pare che vi si fosse stabilita con il Galli nel 1984. Ad ogni modo mi sembra evidente che quel 1986 scritto nella consulenza Lotti è un errore. Come sarebbe possibile che la circostanza, importantissima, non fosse mai stata evidenziata da nessuno per confutare le dichiarazioni della Ghiribelli? Ad esempio, l'8 febbraio 1996 la donna dichiarò che la domenica successiva al delitto di Scopeti il Lotti era andato da lei da solo dicendole che la sua amicizia con il Pucci era finita per sempre.

    RispondiElimina
  10. ma io non credo in toto alle testimonianze ghiribelli, con l'unica possibile eccezione di aver visto un'auto rossa scodata la domenica sera 8 settembre 1985; auto che dieci anni dopo le ricorda un'altra auto - del tutto diversa, a parte la portiera scolorita - posseduta in altra epoca dal Lotti. Dimmi tu se è possibile che questo riconoscimento costituisca uno dei pilastri del processo.
    l'esempio che mi fai del particolare sulla rottura dell'amicizia tra Lotti e Pucci non è che un'ulteriore prova della mendacità abituale della teste, poiché esiste altra versione, più credibile, fornita da un testimone disinteressato, di cui ho parlato in post precedenti.
    La data 1986 può essere benissimo un errore, non mi ci voglio fissare; certo non è facile accertare quando inizia il rapporto tra una prostituta e un cliente, se ambedue i soggetti concordano, con motivazioni diverse, su una versione, pur non autentica. Rifletterei però che la circostanza sarebbe importantissima se la G. avesse detto di aver riconosciuto l'auto del L. nel 1985; siccome il "riconoscimento" avviene nel 1995 - e dopo essere stata interrogata dalla polizia, quasi per una sorta di "vendetta" - la testimonianza perde a mio parere alcun valore, in quanto riferita alla persona Lotti. C'è differenza tra il vedere un'auto rossa e il vedere l'auto rossa di Lotti, spero che su questo possiamo essere d'accordo.

    RispondiElimina
  11. Che quella fosse l'auto del Lotti è lui stesso ad ammetterlo, in una telefonata tra i due quando disse "Non ci si può neanche fermare a pisciare".
    Ad ogni modo non è corretto isolare un elemento dal contesto. E' come per la storia di Signa, quando si giudica una singola frase del Mele o di Natalino ignorando gli eventuali incastri che potrebbero aumentarne di molto il valore, o anche diminuirlo, se non si trovano.
    In questo particolare caso vedo che anche te non prendi nella dovuta considerazione la testimonianza dei coniugi De Faveri-Chiarappa. Che i due videro due personaggi simili a Lotti e Pucci su una macchina simile al 128 rosso del Lotti non ci piove. E allora chi erano quei due? Facciamo così, evito di intervenire nella discussione fino a che non prendi in esame questa testimonianza cercando delle spiegazione logiche, perchè secondo me è un macigno sul quale sono destinati a cadere tutti coloro che ritengono Lotti e Pucci estranei alla vicenda.

    RispondiElimina
  12. Riguardo la rottura dell'amicizia tra Lotti e Pucci, il fatto va pesato. Che i due a partire dal dopo scopeti avessero smesso di frequentarsi del tutto è da escludere, ma non è da escludere un cambiamento del loro rapporto, da frequentazione assidua a frequentazione più saltuaria. La testimonianza della Ghiribelli, se spontanea, e forse verbale alla mano si potrebbe anche stabilire, dà conto di una importante crepa nel rapporto tra i due che costituisce un elemento di ulteriore conferma che qualcosa era successo.

    RispondiElimina
  13. vabbè Antonio, se sposti l'attenzione su altri argomenti, temo che dovrai aspettare l'uscita del II volume :-)
    comunque ti prego di continuare a leggere e ad intervenire quando ti va.

    RispondiElimina
  14. Scusami Omar, non c'era intenzione polemica, c'è soltanto la preghiera di non esaminare un singolo elemento alla volta, per di più partendo non dall'inizio di una sequenza logica. A me non sembra che in questa sede l'oggetto del contendere possa essere tanto l'attendibilità in assoluto di una teste, quanto la probabilità di un fatto, in questo caso la presenza del 128 rosso del Lotti la sera sotto Scopeti. O perlomeno questo è come la vedo io, perchè disquisire su che cosa abbia detto la Ghiribelli di per sè non porta lontano.
    Per quanto possa considerarsi inattendibile un teste, perchè in mille occasioni ne ha dato dimostrazione, ciò non toglie che anche una sola volta possa aver detto il vero. Se esistono elementi a sostegno magari si è costretti a concludere così.
    E allora, tanto per tornare a bomba, chi non vuol credere alla Ghiribelli di aver visto l'auto del Lotti sotto la piazzola di Scopeti, deve però anche trovare una spiegazione alla testimonianza dei coniugi. Perchè se quei due erano davvero Lotti e Pucci, la probabilità che anche l'alcolista prostituta Gabriella Ghiribelli possa aver visto l'auto del Lotti alla sera diventa molto alta, 131 o non 131, assicurazione o non assicurazione, portiera rosa o non portiera rosa.
    Per questo sono disposto a intervenire soltanto quando si affronta questo argomento centrale, senza girargli intorno.
    Tutto qua, ma tu vai pure avanti con la tua scaletta, ci mancherebbe altro.

    RispondiElimina
  15. Come avrai capito, ho affrontato questa vicenda con l'atteggiamento dello storico e non quello dell'investigatore, ruolo cui peraltro mi sento molto poco portato. Non avendo una tesi precostituita da difendere a spada tratta, non mi sento obbligato a trovare spiegazioni a tutti i fatti e le dichiarazioni, ma approfondisco volta per volta. Discorrendo di testimonianze, mi pareva valesse la pena di chiarire perché la G. mi sembra un teste a dir poco inaffidabile. La testimonianza De Faveri- Chiarappa non l'ho ancora affrontata in dettaglio, per cui rischierei di scrivere delle sciocchezze; senz'altro lo farò andando avanti nella narrazione. Ho naturalmente presente la tua ricostruzione, che è molto ingegnosa. Capisco il limite di "affrontare un argomento alla volta", ma in questa sede non si può fare diversamente; e del resto sono ancora molto lontano dall'avere pronta una "Storia definitiva e completa del Mostro di Firenze", se mai ci sarà. Il senso del blog è, nel frattempo, di proporre dei "pensieri in libertà", che mi auguro comunque ben argomentati.
    Detto questo, ti invito a continuare a leggere ed intervenire, perché ogni discussione può essere fruttuosa.
    Ciao

    RispondiElimina
  16. Va bene, allora chiuderei i miei interventi su questo post con una chiarificazione ad uso di chi ci legge e può non aver capito quale sia la mia posizione sull'argomento Pucci e Lotti a Scopeti, come forse il buon Hazet.
    E' pacifico che quella domenica i due francesi erano già morti, furono uccisi il venerdì notte del loro arrivo, per tutti i motivi più volte discussi in mille occasioni. Però Lotti e Pucci trafficarono, sicuramente il pomeriggio, perchè la testimonianza dei coniugi è sicura, descrissero macchina e persone, e sarebbe oltremodo incredibile la coincidenza di due individui simili a loro con una macchina simile a quella del Lotti sostare sotto la piazzola per un intero pomeriggio, quando i due furfanti dieci anni dopo sarebbero entrati nella vicenda a gamba tesa. Il buonsenso dice che erano loro, e il buonsenso dice anche che la Ghiribelli aveva visto la stessa macchina alla sera.
    Perchè Lotti e Pucci erano li? Rispondere a questa domanda credo sia il primo dovere di ogni storico che voglia dare un'interpretazione della vicenda, perchè l'unica sentenza di condanna definitiva per i fatti del Mostro è quella che parte da lì.
    La mia risposta è chiara: Lotti aveva ucciso i due e quella domenica era tornato sulla scena del crimine. Non vedo alternative, e mi fa sorridere l'ipotesi che avessero visto i corpi e fossero lì per la curiosità di assistere alla loro scoperta.

    RispondiElimina
  17. .ciao a tutti (e due)

    Antonio, grazie del chiarimento (anche se la tua posizione mi è nota).
    Approfitto dello spazio qui concessoci a questo punto, per fare a ia volta una piccola specificazione con te.
    - sul 99% degli aspetti, la vediamo esattamente uguale; ossia sulle linee generali fondamentali (mostro unico, no gruppi, non sette, no vendita feticci a farmacisti o medici, delitto già il venerdi; insussistenza di tutta una serie di "testimonianze" etc).
    quella che "separa" le due tesi che separatamente portiamo avanti è il "nome" del mdf.

    ma, a mio modo di vedere, questa è, quasi per assurdo, il particolare minore, nel senso che in entrambe le ipotesi, quello tendiamo a mettere in evidenza è come nel quadro globale della vicenda mdf, i tasselli si incastranino, da principio alla fine, e senza la necessità di aggiungere indetermitae variabili per piegare l'assenza di logiche ad una ipotesi che se no presenta inspiegabili buchi.
    Io di principio, accetto anche un Pacciani o uno sconosciuto come mdf.
    Infatti, non avendo prove fisiche tangibili, non posso dire X è sicuramente il mdf, anche i ragionamenti logici e il buon senso mi han portato ad indicare la pista che sai (sv) e su quella trovare, imho, piena coerenza anche documentale sotto ogni aspetto (ma ovviamnete soggettivamente parlando).
    Abbiamo seguito percorsi differenti e letture delle informazioni sotto ottiche differenti. quindi giustamente siam giunti a conclusioni differenti. ma tolto ciò, il tragitto seguito è sovrapponibile. e questo mi conforta perchè vuol dire che logica, analisi e buon senso portano ad escludere determinate tipologie di opzioni e macrocategorie.

    per i singoli specifici punti, purtroppo, i commenti su blogspot sono un pessimo medium di confronto.
    ci si ved ein forum per i dettagli specifici, se vogliamo, e poi qui si riportano le conclusioni, al limite

    hzt

    RispondiElimina

Il tuo messaggio apparirà dopo essere stato approvato dal moderatore.