mercoledì 6 maggio 2015

Le ragioni di queste pagine (2)


Taverna del diavolo (2013). La strada in fondo a sinistra è la fine di via dell'Arrigo, all'estremità opposta rispetto alla ex discoteca Anastasia.

Ancora una parola sulla finalità ultima, che purtroppo non è quella di scoprire – e magari catturare – l'assassino o gli assassini. A differenza di alcuni autori di scritti recenti (cito qui Segnini e Scrivo, ma ve ne saranno altri), il mio pessimismo della ragione mi impedisce di sperare che il/i colpevole/i sia/no mai individuati con certezza, ossia tramite prove giuridicamente valide; quindi, temo che il caso del Mostro di Firenze rimarrà per sempre un cold case, visto che anche il principale accusatore sembra ora convinto, a sentire le sue dichiarazioni, di aver potuto raccontare soltanto “la mezza messa”; e non si dimentichi che anche la verità giudiziaria conclamata dà conto soltanto di cinque duplici omicidi su otto (dieci vittime sulle sedici che caddero sotto i colpi della nefasta calibro 22) né è stata in grado di spiegare in qual modo un'unica arma leghi a sé il Mele assassino per onore del 1968, per passare, attraverso un Pacciani serial killer per libidine morto in attesa di nuovo giudizio, nelle mani dei Compagni di Merende assassini di coppiette per commissione, ricevuta peraltro da soggetti rimasti ignoti. Ora, se nella ricostruzione ufficiale alcuni nessi logici indubitabilmente mancano all'appello, delle due l'una: o sappiamo ancora troppo poco o la storia non è andata nel modo che ci è stato raccontato. In entrambi i casi c'è dunque motivo di ulteriore studio, foss'anche solo per raggiungere un risultato “in negativo”.

Se, a meno di un incredibile colpo di fortuna (una confessione postuma, una pistola ritrovata in una qualche soffitta della campagna fiorentina, una prova “reale” di quelle che invano inseguiva il giudice Rotella), è del tutto improbabile acquisire nuove certezze sulla verità dei fatti e ognuno dovrà accontentarsi di quelle, in genere ben radicate e poco suscettibili di essere rimesse in discussione, che già ha di suo, si può però tentare di fornire, attraverso i dettagli, un quadro d'insieme sufficientemente organico e coerente per quanto riguarda la storia delle indagini; il che significa la storia degli indagatori, dei giudici, degli imputati e anche, per quel poco che se ne può sapere, delle vittime. In questa direzione, queste pagine sono un primo abbozzo episodico, battuto sulla tastiera nella speranza di trovare il loro posto all'interno di una storia complessiva.

Terminato il bla bla bla metodologico e autocelebrativo, un paio di indicazioni concrete. Questo volumetto raccoglie gran parte degli articoli postati sul blog dal gennaio 2014 all'aprile 2015, rivisti e disposti nel corretto ordine cronologico con riguardo alla narrazione. Come si vedrà, si insiste ancora anche su Signa, più per integrare e approfondire che per correggere. Tuttavia, non voglio nascondere che qualche particolare seminascosto nelle nuove carte che si sono rese disponibili ha cambiato - leggermente – la prospettiva dei fatti come mi risultava nel 2013. Ne do conto nel testo, che comunque comprende molte altre considerazioni. Mi auguro che questa Appendice sia fruibile anche da coloro che non hanno letto il I volume; anche se non comprendo perché si vorrebbe leggere un'Appendice senza conoscere il testo principale.

Buona lettura.

6 commenti:

  1. Ho appena letto alcuni suoi scritti sul duplice delitto di Baccaiano su fb; se lei ha visto le foto dell'auto del Mainardi (probabile), può dirmi cosa pensa della direzione delle gocce di sangue sul fascione della stessa? Provo a spiegarmi: a mio parere quello sgocciolamento può essere avvenuto solo con l'automobile posizionata in piano,(altrimenti la scia sarebbe dovuta risultare diagonale e non perpendicolare come invece risulta) e non una volta che la macchina si era impantanata nella cuneta. Questo dato che attiene alla fisica, mi suggerisce che alla guida fosse il mostro (di turno), e che il povero Paolo Mainardi si trovasse dietro con la sua compagna; la confusione dei primi soccorritori è, forse dovuta al fatto che i sedili fossero ribaltati. Grazie per l'attenzione, e ahimè...nessuna certezza

    RispondiElimina
  2. purtroppo lo sgocciolamento non fu rilevato dalle perizie, a quanto ne so, quindi non è facile farsi un'idea precisa sulla base di quella foto. i bossoli sul terreno però raccontano un'altra storia. non è neppure detto che i primi sopravvenuti e i soccorritori della Croce d'oro abbiano visto la stessa scena, la vittima potrebbe essere stata spostata tra un intervento e l'altro. leggendo le deposizioni su Insufficienza di Prove (Ulivelli) sembrerebbe che la colatura di sangue non si debba obbligatoriamente collegare ad un'apertura dello sportello. Sulla "nessuna certezza" sono pienamente d'accordo; d'altronde su Baccaiano il Lotti non è smentibile, perché non dice praticamente nulla.

    RispondiElimina
  3. Mentre lei era dietro avvinghiata alla testa di Paolo seduto alla guida, il Mostro spara tre colpi. Il primo, frammentato, colpisce Antonella al naso e alla fronte di striscio, il secondo o il terzo alla fronte in centro e la uccide. Il colpo rimanente colpisce Paolo alla base della mandibola, mentre aveva la testa reclinata all'indietro per l'azione di tiro di Antonella.
    Paolo si accascia con la testa a filo dello sportello, nella cui intercapedine, da sotto la sua bazza, entrano fiotti di sangue. Intanto il Mostro si ferma e si guarda in giro, anche sulla strada, dove passava via via qualche auto. Il sangue ha così il tempo di filtrare sul longherone dai buchi di drenaggio dell'acqua in fondo allo sportello, provocando le cazzo di colature di De Gothia.
    Va bene così?

    RispondiElimina
  4. Poi Paolo si riprende, parte a razzo e il Mostro gli spara dietro altri due colpi, con uno lò colpisce alla spalla sinistra mentre era voltato a guardare la strada, l'altro va a vuoto.
    Mamma mia, ogni tanto sbircio la discussione su fb e leggo tante di quelle scemenze che mi sento male.
    Ciao ciao Frank

    RispondiElimina
  5. ciao Antonio, non mi addentro nella ricostruzione di Baccaiano perché non ho avuto modo di ripensarci dopo che Flanz ha finito di pubblicare le testimonianze. Quello che mi sembra evidente è che la versione del Lotti sul parcheggio delle auto degli assassini sul bordo strada è falsa, nessuno dei molti automobilisti le ha viste; eppure i primi intervenuti sono arrivati, si direbbe, quasi nell'immediatezza del delitto, se è vero che hanno sentito gli spari. Non discutiamo sui motivi della falsità, ma sul fatto credo che concordiamo.
    ciao

    RispondiElimina
  6. Sulle bugie del Lotti siamo perfettamente d'accordo, non concordiamo sulle motivazioni, Ciao.

    RispondiElimina

Il tuo messaggio apparirà dopo essere stato approvato dal moderatore.