sabato 16 maggio 2015

Paolo Cochi riapre i giochi



Ispirando un articolo su La Nazione del 14 maggio scorso e poi in un'intervista sulla TV locale RTV38, Paolo Cochi ha riaperto i giochi con un bel botto sulla datazione del duplice delitto di Scopeti. A quanto è dato per ora di capire, dall'esame di fotografie, non analizzate in precedenza da entomologi forensi (cd. Consulenza Introna), si confermerebbe l'impossibilità di datare gli omicidi alla giornata di domenica 8 settembre, come aveva affermato la perizia necroscopica dell'epoca e (di conseguenza?) il pentito Giancarlo Lotti.

Scrivo "si conferma" perché, come ben sappiamo, l'opinione era già ampiamente diffusa tra gli appassionati e necessita soltanto, per affermarsi definitivamente, di un deciso riscontro scientifico. Probabilmente, per saperne di più dovremo aspettare il nuovo prodotto cinematografico di Cochi, che immagino avrà carte pesanti da mettere sul tavolo. Ma un primo giudizio su questa svolta si può già dare.

Ammettiamo che la questione della data venga finalmente risolta in maniera definitiva. In quale misura la verità conclamata dalle sentenze CdM verrebbe intaccata da una sicura retrodatazione del delitto?

Ho parlato qui spesso della fallacia dei ricordi e della conseguente scarsa affidabilità di testimonianze rese a distanza di anni dai fatti che i testi devono ricostruire. Il punto non è questo: solo gli ingenui possono pensare che si possa ricordare il giorno della settimana in cui ha avuto luogo un determinato evento se non collegandolo ad un altro evento di data certa. Il punto è che il Lotti (e il Pucci con lui) non è incerto, anzi fornisce riscontri esterni (visita alla Ghiribelli) che fissano l'evento ad una data precisa, che coincide con quella ufficiale, quindi riscontra, conferma e rinforza una impossibilità. Nel far ciò, il teste rinuncia alla possibile scappatoia della nebulosità dei ricordi e si autoproclama "falso", per aver volutamente sostenuto - e si sa bene quanto strenuamente fino al dibattimento in appello – una data "falsa". Ma se il teste ha mentito sull'inizio della storia, che è rappresentato dalla sua presenza a Scopeti al momento dell'omicidio, presenza dalla quale discende tutta la successiva indagine, può aver mentito su tutto. Il castello di carte più elaborato crolla se si sottrae una qualsiasi delle carte che stanno alla base.

Bisogna dunque rispondere alla domanda: perché Lotti situa volontariamente il delitto in una data sbagliata? Offro, per cominciare, la mia risposta, che nel mio stile è la più semplice e banale, certo che molti ne avranno da proporre diverse e più fantasiose (absit iniuria verbis). Lotti non sa quando è avvenuto il delitto per il semplice motivo che non vi ha assistito. 

(continua, probabilmente)

11 commenti:

  1. Ma....Introna non è lo stesso luminare che stabilisce che i "fidanzatini di Policoro" sono morti di morte accidentale?

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  2. mi spiace, non mi occupo di "cronaca nera" :-)

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  3. Dimentichi che restano comunque diverse cose da spiegare, delle quali ne riporto qui due.

    La prima: che cosa ci facevano due individui ragionevolmente identificabili in Lotti e Pucci (e se non erano loro, chi erano?) sotto la piazzola di Scopeti l'intero pomeriggio della domenica, come raccontato dai coniugi De Faveri - Chiarappa? Tutti hanno ignorato questa testimonianza, difesa del Vanni e sentenze (a parte Giuttari, il re dei minestroni, che probabilmente non aveva capito una mazza), poichè non faceva tornare i conti nè degli uni nè degli altri. Adesso la ignorano tutti i commentatori, compreso te, il che mi pare grave per la ricerca di una verità storica.

    La seconda cosa è l'avvistamento serale del 128 rosso da parte della Ghiribelli. La donna non aveva mentito, il che è facilmente dimostrabile (storicamente) dalla telefonata che intercorse la sera stessa in cui lo raccontò la prima volta in Questura (senza Giuttari) con la collega Filippa:

    Ghiribelli: Io l'unica cosa che posso dire è che una macchina arancione l'ho vista sotto le luci piccole piccole di strada, sai è una strada piccola. Potrebbe essere stata arancione, potrebbe essere stata rossa, scodata di dietro. Mi hanno fatto vedere la foto e l'ho riconosciuta.
    Nicoletti: Si, ma è vecchia, quella macchina...
    Ghiribelli: Appunto... ma è una cosa assurda!
    Nicoletti: Ma ne ha cambiate tante di macchine, ne aveva una celestina, poi arancione, poi una rossa, poi ne ha presa un’altra rossa, una gialla ce n'aveva...
    Ghiribelli: Senti, mi hanno domandato in Questura - ma il Lotti che macchine aveva? - e io gli ho detto rossa, una con la portiera rosa perchè la portiera gli si era rotta e lui ne aveva presa una al disfacimento, e l'aveva messo questa portiera rosa.
    Nicoletti: Sei sicura?
    Ghiribelli: Son sicura di quello...
    Nicoletti: Ma è stata quell'altra macchina che ha sostituito lo sportello! Quella che aveva prima di ora, quell'altra ancora prima era una sportiva...
    Ghiribelli: Addirittura?

    Non si può considerare un falso questa telefonata, o almeno, se si vuole farlo bisogna dare delle adeguate giustificazioni.

    Ancora due parole sul 128 rosso. Tutti, compreso te, rassicurano le proprie convinzioni con il fatto che Lotti non lo utilizzava più al momento del delitto, per le vicende che sappiamo, ma nessuno lo ha ancora dimostrato.
    Cochi aveva promesso che avrebbe tirato fuori qualche carta nuova, ma per ora nisba, e ci gioco le mie vecchie palle che non la tirerà fuori mai.

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  4. ma sulla Ghiribelli ne abbiamo già parlato, no? la telefonata non è falsa, ma è riferita ad un'altra auto!
    molto più importante la questione dei due tizi stazionanti al pomeriggio della domenica davanti alla piazzola. qui bisognerebbe appurare se la fiat 128 rossa fosse ancora in circolazione, ma non siamo in grado di avere certezze (paolo cochi risponderà se vuole, io non ho notizie). l'idea che fossero proprio lotti e pucci che essendosi accorti dell'omicidio in un'azione di guardonaggio aspettassero di vedere cosa sarebbe successo non è da buttare via, ma appunto il riconoscimento delle persone dipende dalla macchina.
    sta di fatto che giuttari cerca la macchina rossa che era stata vista anche a vicchio ed ecco che gli viene servita su un piatto d'argento. ma a scopeti di macchine ne sono state viste parecchie altre... tutte però il giorno sbagliato.

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  5. Un momento. Che la Ghiribelli avesse visto una macchina rossa la domenica sera sotto Scopeti mi pare che venga contestato dai più, dunque ammettere che l'avesse vista davvero non mi sembra cosa da poco. A mio parere la telefonata con la Nicoletti nello stesso giorno del suo primo interrogatorio (21 dicembre 1995) lo dimostra.

    Guarda caso i coniugi avevano visto un'auto simile nello stesso posto per l'intero pomeriggio. In più la descrizione dei due personaggi attorno era altamente compatibile con Lotti e Pucci.

    Ma non è finita, perchè anche la Carmignani aveva visto a metà pomeriggio un'auto rossa abboccarsi alla piazzola, con dentro un tizio che non sarebbe un azzardo definire compatibile con il Lotti.

    Ora, siccome te alle coincidenze non credi, dovresti ritenere assai probabile che quei due tizi fossero proprio Lotti e Pucci, anche perchè quando fu loro contestato, lo ammisero senza tante storie tutti e due, sia di fronte a Giuttari sia (il Lotti) al telefono con la Ghiribelli. E poi perchè Lotti una macchina come quella, che non era un modello tanto diffuso, ce l'aveva davvero.

    A mio parere nella prima parte del pomeriggio i due compari c'erano entrambi, poi Lotti accompagnò a casa Pucci e tornò da solo (quando lo vide la Carmignani). Stette un altro paio d'ore poi se ne andò anche lui. La sera tornarono assieme.
    C'è soltanto da capire a far cosa, considerando che i francesi erano bell'e morti.

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  6. purtroppo della telefonata c'è solo lo stralcio e nell'interrogatorio molte domande non vennero verbalizzate, per cui non è chiaro come si introduce nelle ricordanze della Ghiribelli la macchina rossa. ma certamente può averla vista e forse era la stessa che era ferma lì dal pomeriggio. che fosse quella del lotti è impossibile dirlo con certezza; se fosse così, l'unica spiegazione è che i due compari avevano visto i corpi (non escludo affatto che il delitto sia del venerdì) e stessero a godersi lo spettacolo del ritrovamento, che però non ci fu.

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  7. Certamente ci si può accontentare anche di questa spiegazione, basta essere di bocca buona, Con qualche altro boccone si deve comunque masticare amaro, ad esempio con quello che riporta alla frequentazione della piazzola di Vicchio del Lotti assieme alla Nicoletti. Giuttari è stato proprio un uomo fortunatissimo ad aver incontrato un soggetto del genere... meglio non gli poteva capitare per il suo diabolico piano.

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  8. beh Antonio, qui mica pretendiamo di sapere tutto, vero?
    anche perché i documenti sono quelli che sono (carenti).

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  9. Dai Franco, quello che voglio dire è che su Lotti non si vogliono vedere gli elementi che lo coinvolgono partendo sempre dal presupposto di una sua totale estraneità. E così si finisce per accettare che un Giuttari qualsiasi sia riuscito a tessere una tela sul nulla così efficace da riuscire ad arrivare alla cassazione con una condanna al povero Vanni.

    Quando veramente ha tentato di costruire sul nulla come sai gli è andata male, e non poteva essere altrimenti.

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  10. L'ipotesi della retrodatazione è a mio parere suffragata dalla testimonianza dei due "fidanzatini " che si fermano a mangiare un panino agli Scopeti;in particolare la ragazza non può sbagliare data in quanto era il suo compleanno; per quanto invece riguarda le varie perizie,non credo più nella buonafede di nessuno.....

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