mercoledì 21 ottobre 2015

Mosche a Scopeti (1)






Ritorno - temporaneamente - in campo con qualche informazione sugli sviluppi più recenti.

Il clou del III Convegno sul Mostro di Firenze (a mio personale parere e ovviamente senza voler affatto sminuire gli interventi degli altri relatori) è stata la relazione della Dott.ssa Simonetta Lambiase, entomologa forense, ricercatrice presso l’Università di Pavia, già intervistata da Paolo Cochi all’interno del suo documentario sul duplice omicidio di Scopeti.

Premesso il dato di fatto (ohimè) che relativamente al sopralluogo del 9 settembre pomeriggio esistono solo foto del cadavere della vittima femminile ed un’unica foto di Jean Michel, che però non è utile per l’osservazione in quanto il corpo è raffigurato parzialmente e nascosto tra i cespugli, la Dott.ssa Lambiase ha confermato che

1. i simpatici volatili non depongono al buio;

2. le larve non sono riconoscibili attribuibili a specie né a generi attraverso una fotografia, ma i ditteri più comuni, che per primi colonizzano un corpo, appartengono alla famiglia dei Calliforidi (Calliphoridae) e possibilmente dei Sarcofagidi (Sarcophagidae) - i primi depongono uova e i secondi larve, pertanto poco utili per la valutazione dell’intervallo post-mortale - pertanto le immagini riprese devono rappresentare probabilmente esemplari appartenenti almeno ai Calliphoridae;

3. sulle foto sono comunque riconoscibili larve in diverso stadio di sviluppo, almeno L1 e L2 (che corrispondono ai termini I, II Instar ecc. che abbiamo letto altrove);

4. l’analisi dal punto di vista entomologico delle foto disponibili dei cadaveri (ore 17 ca. del 9 per Nadine, ore 12 ca. del 10 per Jean Michel) esclude una ovodeposizione risalente alle prime luci del lunedì – e conseguentemente la commissione del delitto nella notte tra domenica 8 e lunedì 9, come affermato dalla versione accettata nelle sentenze.

Fin qui, si tratta di una conferma di notizie già apparse in rete dopo la diffusione delle prime interviste filmate tratte dal documentario e, in fin dei conti, della riproposizione (ma questa volta sulla base di foto di entrambi i cadaveri) delle conclusioni cui era giunto il prof. Introna già diversi anni fa. A giudizio della relatrice, infatti, per le mosche che depongono uova (Calliforidi) non si può assolutamente pensare ad un intervallo, tra la deposizione e la schiusa, inferiore a 18-20 ore, mentre per arrivare allo stadio L2 sono comunque necessarie, alla temperatura media di 23° C, circa 50 ore.

Il dato che ritengo qualitativamente superiore è che la Dott.ssa Lambiase non si è limitata a riportare le informazioni presenti in letteratura o ricavate dalla propria attività scientifica, ma ha cercato una conferma attraverso un esperimento condotto nello stesso luogo, piazzola di Scopeti, e nello stesso periodo dell’anno in cui avvenne l’omicidio, ossia nei giorni dal 7 al 9 dello scorso mese di settembre, alla luce del fatto che le temperature del 2015 sarebbero state molto simili a quelle del 1985. L’esperimento è stato condotto deponendo pezzi di carne contenuti in gabbiette in due luoghi contigui della piazzola di Scopeti e verificando poi lo sviluppo delle larve deposte dai ditteri dopo uno, due e tre giorni.

Dalla sperimentazione è risultato che

1. le specie che depongono sul luogo sono di fatto prevalentemente Calliforidi e secondariamente Sarcofagidi;

2. uno sviluppo larvale analogo a quello rilevabile dalla documentazione fotografica del delitto riporta ad un termine per l’ovodeposizione che, fatti i debiti calcoli e ricondotto alle date del 1985, si situa all’interno della giornata del sabato, in parole povere presuppone un delitto avvenuto nella notte del venerdì.

Alla mia osservazione che lo stazionamento del cadavere di Nadine nella tenda potrebbe aver accelerato lo sviluppo delle larve, la Dott.ssa Lambiase ha risposto che anche ammettendo una temperatura media più elevata durante le ore di insolazione non si arriverebbe a spostare la deposizione al giorno successivo (domenica). Mi ha anche chiarito che le mosche penetrano facilmente i pertugi più angusti, per cui solo una chiusura totalmente ermetica della tenda – di fatto impossibile, considerati anche i fori dei proiettili - avrebbe impedito la deposizione.

Che dire? L’ipotesi di un delitto da situare temporalmente al venerdì era già stata fatta sulla base di dati non scientifici, ma meramente investigativi. La conferma scientifica che abbiamo avuto è di prim’ordine, perché condotta da un’addetta ai lavori con metodo sperimentale in situazioni ambientali che dobbiamo ritenere ampiamente sovrapponibili a quelle originali. Senza saperlo, la Dott.ssa Lambiase ha risposto anche alle obiezioni di alcuni inguaribili scettici di mia conoscenza, che spero mi leggano.

Di seguito svolgerò qualche considerazione sulle implicazioni che possono derivare dalla certezza ormai definitivamente acquisita che la data ufficialmente attribuita al delitto è sbagliata – e probabilmente non di poco.


(Continua)

12 commenti:

  1. Ciao,
    non partecipo a convegni su queste tematiche, ma mi permetto di ricordare a te e ai tuoi lettori che la piazzola ed il bosco di Scopeti furono devastati da almeno un grande incendio e che esperimenti fatti oggi, a distanza di anni dai fatti e quindi dopo anni di inquinamento e urbanizzazione, non hanno alcun valore scientifico se non per l'osservazione puntuale.
    Oggi è così, ma nessuno può nemmeno ipotizzare che fosse così nel 1985.

    Ciao e , comunque, ottimo lavoro.
    Enrico

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  2. Il tuo atteggiamento sembra un eccesso di cautela, giacché i risultati dell'esperimento coincidono sia con quanto si sapeva in generale dalla letteratura sia con l'osservazione delle scarse foto disponibili. Ho fatto un po' il ruolo dell'avvocato del diavolo con la Dott.ssa Lambiase anche in una successiva corrispondenza privata, ma lei sembra molto convinta e per parte mia non ho motivi per contestare il parere di un esperto in materia. Ovviamente, si tratta di una conferma ulteriore di valutazioni già autorevolmente espresse in passato; dal mio punto di vista, ogni elemento che contribuisce a smontare i falsi sillogismi delle sentenze CdM è utile al ristabilimento della verità, anche se solo in negativo.

    L'accenno agli "inguaribili scettici" non era comunque rivolto a te, ma se vuoi accomunarti, ben venga.
    Mi spiace che il tuo blog sia dismesso, ho molto apprezzato diversi tuoi contributi. Ciao
    Frank

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  3. Ciao,
    il mio blog non è affatto dismesso ed è online, ho solo chiuso il forum perché la piattaforma tecnica che lo ospitava era ormai inadeguata e priva di supporto tecnico: erano più i problemi che creava con i frequenti crash che non i vantaggi, senza considerare, purtroppo, il mio poco tempo a disposizione.

    Tornando al tema, invece, da tecnico ritengo che l'analisi entomologica sia, in questo caso, una pista sterile, che serve solo a creare un po' di clamore mediatico ma niente di più.

    Il problema non è l'analisi entomologica come metodo, ma la completa mancanza di reperti dell'omicidio di Scopeti su cui svolgere le analisi: le fotografie non sono prove, così come non lo sono i test fatti a distanza di 30 anni in un bosco distrutto, nel frattempo, da un furioso incendio.

    Io non contesto il parere della entomologa sui test fatti, ci mancherebbe altro, semplicemente ho seri dubbi che i risultati di test fatti dopo 30 anni possano scientificamente essere estesi al contesto ambientale del bosco di Scopeti del 1985.

    Se poi fa piacere accettare ipotesi suggestive, prive però di solidità probatoria, perché queste si sposano con ciò che si ritiene plausibile, nessuno lo vieta, ma deve essere chiaro che questo non è un metodo scientifico di procedere per arretrare la data dell'omicidio.

    Non si tratta di "inguaribile scetticismo", quindi, ma di sano e, a mio parere, più che opportuno realismo tecnico.

    Come sai, io sono stato fra i primi a sostenere che l'omicidio non sia avvenuto nella notte fra domenica e lunedì, ma ogni ipotesi deve basarsi su fatti certi e qui non ci sono fatti ma solo ipotesi, che si reggono su immagini - peraltro non inedite - che non possono offrire certezze.

    Basta ricordare, per esempio, la possibilità che la piazzola di Scopeti, scena del crimine, possa essere stata all'epoca dei fatti inquinata (da un punto di vista entomologico, ovviamente) dalla presenza di altre zone di deposizione dei ditteri e che le larve fotografate in instar avanzati sul corpo dell'uomo fossero semplicemente migrate da queste zone, che nulla avevano a che fare col duplice omicidio (possibilità, peraltro, documentata anche negli atti, anche se, immagino, difficilmente questo dato sarà emerso nel convegno).

    Concludendo, io resto saldamente ancorato alle evidenze e, purtroppo, quelle entomologiche non sono prove, ma solo ipotesi suggestive.

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  6. Povero henry62. Persino la piattaforma tecnica non ce la faceva piu a sopportare il tuo protagonismo mostrologico represso.

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  7. Ciao , esiste una spiegazione scentifica che spiega il perché il rigor mortis della donna lunedì sera era risolto mentre mercoledì mattina nel ragazzo era solo parzialmente risolto ?

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  8. La situazione,caro amico, è ancora peggiore di quanto tu scrivi.
    Come è possibile che la rigidità cadaverica nella vittima maschile alla mezzanotte del giorno 9 è risolta (ovunque totalmente, ma dal ginocchio in giù solo parzialmente, il che in italiano già mi sembra un contraddizione in termini)
    mentre la mattina del giorno 11, diciamo 34 ore dopo, la rigidità cadaverica è presente nei vari distretti corporei,(ma vincibile a livello delle grandi articolazioni degli arti)?
    Eppure ambedue queste frasi sono presenti nelle perizie; evidentemente qualcosa ci sfugge, azzardo a causa della nostra incompleta conoscenza del documento.

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  9. La cosa incredibile di tutta la vicenda é che non esiste un "qualcosa", un dettaglio che sia certo , dal 68 al 85 é un enigma nel mistero ... Mi ritrovo un giorno ad essere Lottiano un altro paccianista, un altro salvatorvinciano a dipendenza se leggo Segnini, Ale o Hazet... ognuna di queste tesi hanno degli indizi a favore , alcuni pesanti ma anche controindicazioni ... Su una cosa penso di non sbagliarmi, il mostro era tra quella brodaglia tra sardi e cdm , tutti e 3 conoscevano il Mugello , Scopeti era di casa per 2 dei 3 , e soprattutto 2 dei 3 avevano valide ragioni x appendere pistola e coltello al "chiodo"dopo l 'ultimo duplice omicidio...

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  10. Ho letto con interesse l'articolo di Henry62 su Scopeti e lo trovo abbastanza verosimile; c'è da dire anche come ho giò scritto che basta leggersi la sentenza Ognibene per capire che il delitto al limite può essere avvenuto il Sabato e non assolutamente iul Venerdi essendo lo Iacovacci vicinissimo alla tenda non ha notato alcuna chiazza di sangue ne puzzo di morto.
    C'è poi l'alibi del Pacciani che si è costruito artificiosamente proprio per il Venerdi smontato sia da riscontri generali che da testimoni.
    La domenica pomeriggio ricordianmoci c'erano 2 uomini sullla scena del crimine non mi sembra un fatto marginale

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  11. non mi sembra proprio che Pacciani si sia costruito un alibi per venerdì (6 settembre 1985) quindi un alibi inesistente non poteva essere smontato. forse è un errore.
    quanto ai due uomini visti la domenica vicino alla scena del crimine forse (dico forse) si erano accorti del delitto e aspettavano che succedesse qualcosa per godersi la scena; o forse erano lì per altri motivi.

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    1. Infatti volevo dire sabato scusate. Riguardo ai 2 uomini quanto da te asserito mi sembra poco verosimile

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