martedì 21 giugno 2016

Due minuti a Baccaiano


E' possibile non vedere due auto posteggiate in quella posizione?


Il cuore del recente libro di Bruno - Cappelletti - Cochi (titolo: Al di là di ogni ragionevole dubbio - Enigma Edizioni) sta a mio parere in alcune (poche) pagine centrali dedicate al duplice delitto di Baccaiano.

In questo capitoletto, Cochi e Bruno (ritengo che Cappelletti si sia occupato principalmente - e ottimamente - della cronologia, che occupa la prima parte del volume) tentano una ricostruzione della scena del crimine sulla base di alcune testimonianze rilasciate alla PM Della Monica nell'immediatezza (21 giugno 1982). Tali testimonianze, estratte dai verbali dell'epoca, erano inedite, anche se (parzialmente) riproposte nel processo "Compagni di Merende". Lo scopo dichiarato, ovviamente, è di verificare se la versione dell'episodio fornita dal Lotti durante le indagini e in corso di processo è veramente compatibile con quanto videro e dichiararono i testimoni oculari che si trovarono a passare da via Virginio Nuovo in corrispondenza del presumibile orario del delitto.

Premessa questa cornice, vediamo il contenuto. Gli autori prendono in considerazione due gruppi di testimoni. Il primo gruppo è a bordo di un'auto (A) che da Baccaiano si dirige verso Fornacette; si tratta di un ragazzo e due ragazze, le quali stanno facendo pratica di guida con l'aiuto dell'amico. Una delle due è alla guida, l'altra presumibilmente sul sedile posteriore; il ragazzo sul sedile anteriore del passeggero. Questi, nel passare accanto alla piazzola del delitto (sono circa le 23.45), nota alla sua destra l'auto del Mainardi regolarmente parcheggiata nella piazzola, con i vetri appannati e la luce interna accesa. Non vede persone all'interno né accanto all'auto. L'auto prosegue oltre il bivio per Poppiano e poco più avanti ("un centinaio di metri") incrocia un'auto (B) che procede in direzione opposta e che i nostri testimoni riconoscono per quella di un loro amico. Dopo un tempo X questa seconda auto, che percorre via Virginio Nuovo da Fornacette verso Baccaiano, passa anch'essa davanti alla piazzola, ma la scena nel frattempo è radicalmente cambiata: l'auto di Mainardi si trova dal lato opposto della strada, posta di traverso e con le ruote posteriori nel fosso, tanto che gli occupanti della seconda auto pensano che si tratti di un'auto incidentata non ancora rimossa. Si tratta dei due ragazzi che una volta giunti a Baccaiano avranno l'idea di tornare indietro a vedere cosa sia effettivamente successo e infine, insieme ad un altro gruppo giunto contemporaneamente sul posto, daranno l'allarme sia ai carabinieri che all'ambulanza.

Dando per veritiere le testimonianze dei due gruppi, che in effetti si riscontrano reciprocamente, gli autori danno per certo che il duplice omicidio sia avvenuto nello spazio di tempo che intercorre tra il passaggio dell'auto A (l'auto del Mainardi è nella piazzola, con luce interna accesa) e quello dell'auto B (l'auto è dalla parte opposta, con le ruote infossate). Vi è, a dire il vero, un salto logico: cosa ci assicura che, al momento del passaggio della prima auto, il delitto non fosse già avvenuto? Conosciamo tutti bene l'ipotesi dell'avvocato Filastò secondo la quale sarebbe stato l'assassino stesso a mettersi alla guida e, sbagliando manovra, a finire nel fosso. Anche se gli autori non scendono nei dettagli, immagino che preferiscano aderire alla ricostruzione ufficiale della dinamica (indipendentemente dalla identità dell'/gli assassino/i) a motivo della posizione dei bossoli sulla strada, che sembrano raccontare un inseguimento a colpi di pistola sulla carreggiata. Sul presumibile momento dell'omicidio abbiamo anche un'altra testimonianza: una coppia di ragazzi che ha posteggiato in una piazzola prima di quella del delitto (si intende, più vicina a Baccaiano) sente dei rumori, come schioppettii; sono le 23.45 circa, quindi, se quelli che sono stati sentiti sono effettivamente gli spari, la coincidenza temporale è perfetta. Il problema sta dunque nel circoscrivere il tempo che scorre tra il momento A e quello B, atteso che tutto l'episodio deve essersi svolto in quel ristrettissimo lasso di tempo; un lasso di tempo che gli autori calcolando, in maniera obbligatoriamente approssimativa ma comunque attendibile distanze e velocità, arrivano a determinare in circa 90 secondi.

In cosa dunque questo calcolo contrasta insanabilmente con il racconto del Lotti? Il problema è che né gli occupanti dell'auto A né quelli dell'auto B vedono persone sulla scena o auto parcheggiate lungo la strada; e in quella posizione non avrebbero potuto non vederle se ci fossero state. Ma secondo il racconto del Lotti, in quello stesso lasso di tempo di 90 secondi (ma aumentiamoli pure a due minuti, il problema rimane) avrebbero dovuto aver luogo le seguenti cose: arrivo in loco delle due auto dei CdM, parcheggio lungo la carreggiata sul lato opposto alla piazzola, discesa del terzetto omicida, conciliabolo per dare istruzioni a Lotti di fare il palo, attraversamento, spari, nuovi spari dall'altra parte della carreggiata per abbuiare i fari (questo può anche essere spostato dopo), discorso col Lotti che se ne vuole andare e "piano piano" se ne va (Pacciani e Vanni restano lì), decisione di rinunciare al prelevamento dei "feticci", lancio delle chiavi dell'auto nel fosso, abbandono definitivo della scena. Troppe cose in troppo poco tempo. Cosa dice infatti il Lotti della fase finale dell'agguato, proprio quella che tanti dubbi ha sempre suscitato? Nulla, se non queste stentate parole, in incidente probatorio : << (...) poi dopo gli spari mi allontanai, non stessi li...(...) Di lì la macchina si spostò e venne verso la parte opposta di qua. E poi credevano che non avesse sparato... eppoi si spostò la macchina e li ripresero per bene (...). Aspettavano andar via la macchina...a muoversi la macchina...e allora andettero di là e di lì. Li fermarono li...non si mossero più>>; e in dibattimento: <<Quando veddi che avevano finito di sparare presi e andetti via e mi fermonno. Pietro dice:-te un tu vvai via, e come un vo via?! E prese... a questo punto io che facevo lì? Poi piano, piano mi fecero andar via.>>

Il racconto di Lotti non coincide quindi in alcun modo con le testimonianze né per quanto riguarda la posizione delle auto di Pacciani e dello stesso Lotti né sui tempi dell'azione. E il Lotti su Baccaiano non sa dire nulla al di là della versione ipotizzata dagli inquirenti, sia che voglia nascondere qualcosa, sia (come sembrano pensare gli autori e come ritiene anche chi scrive) per sua totale ignoranza dei reali accadimenti di quella notte. 

(SEGUE)

4 commenti:

  1. Permettimi di precisare , che i 5 testimoni di cui sopra , non furono assolutamente sentiti sul punto è siccome nei processi conta solo ciò che risulta in dibattimento, l accenno di Filasto nella sua arringa circa il loro "passaggio" fu del tutto sterile in termini processuali. Si dovevano sentire i testimoni su questo punto , invece di insistere sulla posizione del Mainardi, che ha elementi ed testimonianze contrastanti. Paolo Cochi

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  2. Sì, certo, Paolo. Ma è' più o meno quello che ho scritto io. Se tu potessi verificare a verbale se la coppia Concetta e Graziano era in moto o ferma al momento in cui sentì gli spari, credo che possa essere un elemento utile riguardo ai tempi dell'azione. Ti ringrazio.

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  3. Ho visto sul tubo una trasmissione sul nuovo libro di Cochi, mi ha sorpreso che lo stesso Cochi ha dichiarato che x lui l omicidio del 68 é ha opera del mostro... Mi piacerebbe sapere chi intente, SV o un estraneo ai sardi?

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  4. Penso di saperlo, ma meglio che risponda lui.

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