sabato 31 ottobre 2015

Mosche a Scopeti (6)


Foto © Umberto Leonardi 2009: tratto Cerbaia - Ponte Rotto... lungo Pesa

Concludiamo ora la serie facendo un breve excursus sulla posizione di colui che sostituirà, dal 1989, SV nelle cure degli inquirenti (questa volta non carabinieri, ma polizia): Pietro Pacciani.

Bisogna dare atto a Mario Spezi di essere stato il primo, almeno a mia scienza, a puntare il dito sull’errata datazione dell’ultimo delitto del MdF, nell’ambito di una serie di articoli pubblicati su La Nazione nell’imminenza del processo di appello a Pietro Pacciani: il titolo dell’articolo apparso nell’edizione del 23 gennaio è infatti: “Scopeti, la data della morte si tinge di giallo”; e l’occhiello riporta: “un piccolo insetto testimone muto a favore di Pietro Pacciani” (l'articolo è, come sempre,  consultabile nell'emeroteca di "Insufficienza di prove"). La tesi, ovviamente, pur con qualche imprecisione, è quella che la data reale del delitto deve essere anticipata (secondo Spezi decisamente al sabato), come verrà in seguito confermato dalla consulenza Introna e, da ultimo e concordemente, da tutte le relazioni citate nel documentario di Paolo Cochi. Seguiamo però il ragionamento di Spezi, ricordando che, alla data dell’articolo non sono ancora comparsi dal cilindro della Procura i testimoni algebrici. La conseguenza che ne trae il giornalista è che perdono rilevanza le testimonianze di coloro che affermano di aver visto Pacciani quella sera vicino alla zona del delitto, quindi Lorenzo Nesi e Ivo Longo. Nell’articolo non si parla assolutamente di un alibi di Pietro Pacciani per il sabato sera, la cui citazione sarebbe stata, come facilmente si intuisce, di grande utilità per la contro-inchiesta di Spezi. All’epoca, infatti, Spezi ha già in mente, dopo i colloqui con la Nabb, il “suo” colpevole.
Non si capisce allora su quali nuove basi, ossia su quali elementi acquisiti successivamente al 23 gennaio 1996, Mario Spezi abbia poi contribuito, in libri, dichiarazioni e interviste, alla creazione della leggenda mediatica che il contadino di Mercatale avesse un alibi a prova di bomba per la sera del sabato.
Vale qui la pena di fare un minimo di analisi filologica. Partiamo dal notissimo testo di Spezi/ Preston “Dolci colline di sangue” e dalla sua versione americana intitolata “The Monster of Florence”, che, immutata ovviamente la sostanza, ne differisce quasi totalmente nella forma. Andiamo al capitolo 36 dell’edizione italiana e leggiamo il dialogo tra Spezi e Preston a proposito della relazione di Introna che Spezi intende presentare alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto” (siamo nel 2002). Vi leggiamo solo che, visto il parere del prof. Introna, l’alibi di Pacciani dovrebbe essere anticipato di 24 ore e che sia le testimonianze dei testimoni algebrici sia quelle di coloro che videro Pacciani a Scopeti la domenica sarebbero false. Leggiamo ora la versione americana: (capitolo 41 pag. 226; traduco per i non anglofoni):
In altre parole, i turisti francesi dovevano essere stati uccisi la notte di sabato.
<<Capisci cosa significa?>> chiese Spezi.
<<Significa che i testimoni rei confessi sono dei dannati bugiardi – perché hanno raccontato di aver visto gli omicidi la sera di domenica!>>
<<E la testimonianza di Lorenzo Nesi che mette Pacciani sulla scena del delitto la notte di domenica diventa ininfluente! E non è tutto, Pacciani aveva un alibi per il sabato notte – la vera notte degli omicidi. Era stato a una fiera di paese!>>


Da qui a parlare in rete di un Pacciani visto da decine e decine di persone alla festa di Cerbaia il sabato, anziché la domenica, il passo è breve; ad esempio, si veda dal minuto 58 di questo filmato https://www.youtube.com/watch?v=duU7qKJv4oM (del giugno 2010, è il primo che mi è capitato sotto mano).

Il copyright del libro è del 2006. Ma già l’anno precedente, un altro illustre esperto del caso, l’avvocato Nino Filastò, aveva pubblicato il suo fondamentale “Storia delle merende infami”. Anche qui si parla, e un po’ più in dettaglio, di un alibi di Pacciani per il sabato 7; ma dove sarebbe stato? Sempre alla festa dell’Unità di Cerbaia, come la domenica. Leggiamo (I edizione, pag. 264-5):
<<Torniamo al duplice delitto degli Scopeti. Ci sono altre osservazioni da fare.
Abbiamo visto che Pucci e Lotti sono categorici: i due delitti degli Scopeti sono avvenuti nella notte fra l'8 e il 9 settembre '85, domenica. Perché la domenica è importante? Per un motivo semplicissimo: per la notte precedente, quella di sabato 7 settembre, Pacciani ha un alibi emerso con chiarezza durante il dibattimento del processo Pacciani. Il sabato 7 settembre Pietro Pacciani fino alla tarda sera si trovava con la famiglia alla festa dell'Unità di Cerbaia. Sostiene l'alibi del contadino anche una delle due figlie, e la ragazza, che nel contesto della stessa testimonianza ha accusato il padre di violenza sessuale, non può certo considerarsi testimone compiacente. Dunque la data è importantissima. Se i delitti degli Scopeti sono avvenuti nella notte di sabato, va all'aria ogni cosa. Non solo la colpevolezza di Pietro, anche le dichiarazioni di Lotti e di Pucci, anche i cosiddetti 'riscontri', vale a dire le altre testimonianze che confermerebbero, a detta dell'accusa, la presenza di Pacciani e soci la notte della domenica nella piazzola degli Scopeti in atto di commettere i delitti, o di fuggire dal luogo.>>
E più oltre (pag. 270): <<(…) non si può che concludere che nel pomeriggio dell’8 settembre i due francesi erano già morti da più di venticinque ore, almeno trentasei, considerando che durante la notte l’attività degli insetti si ferma. Lo ‘sviluppo investigativo’ del dottor Giuttari va tutto all’aria. Pietro Pacciani è innocente, l’innocenza certificata dalla testimonianza della figlia: la festa a Cerbaia, la presenza continua del padre alla festa, il ritorno a casa a tarda notte (…). Sembra chiaro che la falsità sia in qualche modo necessaria per la conclamata esistenza dell’alibi di Pacciani: se Pacciani nella notte tra il 7 e l’8 settembre era a Cerbaia, non può essere l’assassino, o uno degli assassini; per questo diventa necessario spostare la data alla notte successiva>>.

Lo storico, però, per propria attitudine mentale, non se ne sta e cerca, ogni volta che gli è possibile, di controllare direttamente i documenti.

(Continua)

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