mercoledì 5 febbraio 2014

Perché proprio Pietro Pacciani (2)

 
 
Riprendiamo il discorso iniziato qualche giorno fa.
In sintesi, dando per buona la versione ufficiale: l’incrocio tra il messaggio anonimo del settembre 1985 e lo screening dei condannati per reati sessuali liberi in corrispondenza temporale degli omicidi evidenzia il nome di Pacciani. Il precedente del 1951 (feroce omicidio con indubbio movente passionale) pare a PL Vigna un’anticipazione dei delitti seriali di un lustmoerder, con la debole motivazione che l’assassino avrebbe avuto l’intenzione di uccidere anche la fidanzata colta in fallo (ehmm), poi salvatasi a prezzo di una prestazione sessuale accanto al cadavere ancora caldo del B .e senza di questa condiscendenza della Miranda, certo si sarebbe avuto un duplice omicidio di una coppia infrattata, in perfetta somiglianza (?) con quelli del MdF; già che si è in vena di fantasia, si inventa la scena primaria del seno sinistro di Miranda, una delle peggiori illogicità di tutta la storia, visto che l’escissione del seno sinistro compare solo negli ultimi due delitti (oltre a essere la scelta normale per un maniaco destrimane).

Vigna scatena Perugini alla caccia di indizi sulla pista Pacciani; il raccolto è suggestivo, ma scarso, qualche giornale, un paio di quadretti, un album da disegno. Scavando in profondità (sic), si trova la pallottola nell’orto, compare più o meno miracolosamente un’asta guidamolla. Si va ad un processo ove il PM Canessa, con quasi niente in mano, fa obiettivamente un gran lavoro (dal suo punto di vista). Pacciani deve essere condannato, tanto tutti sono convinti che se lo merita e che il MdF, morto o partito per altri lidi, non colpirà più. Però alcune testimonianze non si inquadrano bene nella versioni PP = serial killer unico; Nesi ha visto un’altra persona insieme a Pacciani, Ivo Longo lo ha visto su un’altra macchina; alla testimonianza dell’avvocato Zanetti, che sarebbe in teoria un teste a discarico, viene “capita al contrario”. La sentenza Ognibene condanna Pacciani, ma per dare conto di queste discordanze è costretta a supporre l’esistenza di complici. Si cerchino dunque i complici, fantasmi usciti dalla effimera verità giudiziaria della corte di Assise del 94. Perugini è in America, all’arduo compito viene chiamato Michele Giuttari.

(continua)

 

19 commenti:

  1. Quella del seno sinistro a mio parere resta una coincidenza suggestiva: è vero che probabilmente la scelta è naturale per un escissore destrimane, ed è anche vero che l'asportazione avvenne solo negli ultimi due duplici omicidi. Ma un maniaco disposto a perdere tempo pur di compiere il macabro rituale avrebbe potuto asportare anche l'altro seno. E d'altra parte già nel delitto delle Bartoline era stata evidenziata una certa predilezione per la mammella sinistra, e una possibile anticipazione della futura escissione.
    Nel caso di Pacciani la "sfortuna" vuole che nel materiale pornografico rinvenuto nelle numerose perquisizioni proprio il seno sinistro e il pube fossero oggetto di particolare "attenzione grafica" (stando almeno alle parole di Canessa e Perugini).
    Aggiungerei che già negli anni Ottanta Maurri ipotizzava che l'arma bianca usata per le mutilazioni (in particolare nell'ultimo duplice omicidio) non fosse un bisturi ma uno strumento diverso, per esempio un trincetto.
    A mia conoscenza, tra tutti gli indagati (e perquisiti) noti solo a Pacciani furono trovati dei trincetti.

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    1. Caro Kozincev, lei cerca di mettermi i dubbi su Pacciani, ma io sono dubbioso di mio. Sul trincetto ricordo che ci batté molto l'avv. Colao, che fece anche una lunga dimostrazione della quale ammetto di aver capito ben poco. Le evidenziazioni del seno sinistro nelle riviste porno al momento non le ritrovo.

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    2. Sulla dimostrazione riguardante il trincetto siamo in due ad averci capito poco, per quanto Colao sembrasse piuttosto convinto e ve ne sia qualche cenno nella sentenza di primo grado.
      Sulle evidenziazioni del seno e del pube ci sono dei riferimenti in una delle deposizioni di Perugini (13 giugno 1994):
      R.P.: Poi un’altra cosa, mi ricordo che c’era una foto, foto ritagliata da una rivista immagino, di una donna che anche in quel caso ne era stato evidenziato il seno e la vagina con una penna…
      R.P.: ... se è per questo, stavo dicendo, che la foto che mi colpì di più non fu certamente questa…
      P.M.: La vogliamo vedere quella che la colpì?
      R.P.: Si però… devo fare una piccola premessa…
      A.B.: Il seno sinistro…
      R.P.: No, non fu neanche il seno sinistro che mi colpì…
      P.M.: Ci sono c’è lo stesso dei segni a penna sul seno sinistro…
      Essendo come lei cultore del dubbio e lavorando di fantasia, potrei trovare una spiegazione innocentista: da sporcaccione qual era, Pacciani seguiva con morbosa curiosità la vicenda del mostro, immedesimandosi nell'imprendibile assassino, magari stimolato dal suo spirito guida... :)

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    3. è quello che avevo pensato anch'io; comunque appena posso riguardo gli scarsi documenti in mio possesso

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    4. Mi sembra un po' improbabile la vostra ipotesi. Per confermarla o smentirla sarebbe utile sapere l'epoca di pubblicazione delle riviste pornografiche sequestrate a Pacciani. Una era sicuramente precedente agli anni delle mutilazioni, e conteneva un articolo dal titolo inquietante, L'Eros catastrofico. Perugini disse in dibattimento che vi erano ritratte delle donne in posizioni che ne riproducevano la morte. La posizione supina con le gambe divaricate poteva richiamare quella di alcune future vittime del mostro. Si può vedere un'immagine su questo link http://insufficienzadiprove.blogspot.com/2009/05/pietro-pacciani-prima-perquisizione.html?m=1

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    5. Chiaramente queste non sono prove, ma degli elementi di sospetto che si inseriscono in un quadro di perversioni senza pari. Che il Mostro fosse un pervertito e che non potesse aver fatto sparire tutte le tracce dei suoi deliri sessuali, mi pare evidente.A Lei che conosce bene le indagini sui sardi, gentile Omar, vorrei chiedere se su Salvatore Vinci e gli altri sardi vennero fuori elementi suggestivi così particolari, che potessero richiamare in qualche modo i delitti delle coppiette. A me non risulta, ma posso sbagliare.

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    6. direi di no, nonostante tutti gli sforzi del ten. col. Torrisi

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    7. In marito all'argomento, l'unica descrizione che mi sovviene è quella contenuta nel libro di Alessandri: "Particolarmente interessante poi una delle riviste, risalente al '78 e contenen­te un servizio di foto, titolato “L'Eros catastrofico”, in cui appaiono donne
      nude ritratte in posizioni che ne raffigurano la morte: ad una delle quali è
      stato tracciato a penna un triangolo attorno alla vagina. Un'altra foto mostra
      il volto, congelato nella maschera della morte, di una ragazza mora, dai lun­
      ghi capelli lisci e che scopre l'enorme mammella sinistra; mentre fra le labbra
      socchiuse le passa il gambo di una rosa. Impressionante appare la somiglian­
      za col volto della De Nuccio: alla quale l'assassino si era peraltro premurato
      di porre tra le labbra la collanina di perle che portava al collo.
      Sulla parete della cucina, tutta cosparsa di foto pornografiche e santini, Pe­rugini nota inoltre, inserita fra un'immagine di Cristo e un'illustrazione osce­na, un particolare della Primavera del Botticelli: quello del volto della ninfa
      Clori, che ghermita alle spalle da Zefiro in mezzo a un boschetto di aranci
      apre la bocca, dalla quale fuoriesce un filo di fiori. Immagine che può ri­chiamare la scena campestre del delitto di Borgo San Lorenzo ed in particolare l'oltraggio subito dalla Pettini per mezzo del tralcio di vite."

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    8. In merito alla dimostrazione dell'avvocato Colao sul trincetto, la sentenza Ognibene dice:
      Va ricordato al riguardo che il difensore delle parti civili Mainardi ha sostenuto (vedi avv. Colao, ud. 20.10.94, fasc.86, pag. 23 e segg.), facendo riferimento alla deposizione del prof. Pierini all'udienza del 15.7.1994 (vedi fascicoli 74 e75), il quale parla della ferita da punta a stampo ed a sezione triangolare rilevata sul radio del ragazzo francese in sede di perizia autoptica, che essa corrisponderebbe alla sagoma della punta di uno dei due trincetti da calzolaio, nel caso specifico quello più grande, che furono sequestrati al Pacciani. La Corte non può non apprezzare la solerzia del difensore, il quale poi ha corredato la sua esposizione di un grafico in scala riproducente le caratteristiche della ferita rilevata sul piano osseo del radio del ragazzo e la sezione triangolare della punta del coltello: le coincidenze che è dato riscontrare al riguardo sono indubbiamente più che singolari, anche per la corrispondenza delle misure, tanto da far pensare che esse possano anche non essere casuali. Occorre però ricordare che il prof. Pierini aveva precisato (fasc. 75, pag. 12 e segg.) che in base alle sue ricerche esistevano vari tipi di coltello, soprattutto di tipo sportivo, che potevano avere una sezione a punta triangolare, in grado quindi di lasciare quella particolare impronta, sicché pare alla Corte che, pur non sottovalutando il dato rappresentato dal difensore di parte civile, esso non sarebbe comunque decisivo per l'identificazione dell'arma bianca usata dal Pacciani per uccidere il Michel Kraveichvili, tenuto anche conto che il trincetto in questione era privo di impugnatura e dunque, anche se non impossibile, meno agevole sarebbe stato vibrare con quello la terribile serie di fendenti che avevano trafitto lo sventurato ragazzo.

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  2. Omar, a proposito del ritrovamento della cartuccia nell'orto di Pacciani, qual è la sua opinione sulla lettera del novembre '91 che avrebbe preannunciato l'interramento di un oggetto simile (in realtà di una pistola)? Se ne è parlato recentemente ma ho pensato di scrivere su questo vecchio post perché mi pare in tema con l'argomento.

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    1. Intanto, ritengo che la lettera sia autentica; su come sia venuta fuori poco tempo fa c'è stata un po' di confusione.
      In breve, credo che qualcuno vicino alle indagini abbia raccolto il suggerimento dell'anonimo (in sé ingenuo, non bastava sotterrare una pistola a caso nell'orto di Pacciani). Ovviamente, non avendo la vera pistola del MdF, è stato messo qualcosa attinente all'arma (prima la cartuccia, probabilmente quando l'indagato era ancora in carcere, poi l'asta guidamolla). Non penso sia stata la SAM comunque, la lettera era indirizzata anche alla Nazione :-) Ritengo inoltre che la lettera faccia capire che non era il vero Mostro a voler incastrare Pacciani, come sospettava, se non sbaglio, Lavorino.
      Tutto considerato, mi sembra che la lettera svaluti ulteriormente la prova "cartuccia nell'orto".

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    2. Non so se ha letto questo contributo dell'avvocato Vieri Adriani (http://www.avvocatoadriani.com/wa_files/Laletteraanonima2.pdf), che ha fatto notare come la lettera anonima in questione sia l'unica pervenuta ai legali di Pacciani che non è stata fatta "protocollare" come da prassi per gli anonimi. Di qui il sospetto che sia stata scritta dopo il ritrovamento della cartuccia per svalutare la portata probatoria dell'indizio.

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    3. Ho letto, ma a mio parere si tratta qui di diatribe personali tra "mostrologi" sulle quali preferisco non commentare. Personalmente, come ho detto, sono convinto che la lettera sia autentica e che può aver influenzato, per così dire, il successivo ritrovamento; ma è una mia opinione e naturalmente posso sbagliare.
      Occorre tener presente che non si può escludere che sia stata, da qualcuno, costruita una prova falsa, il che che comunque non dimostra l'innocenza del sospettato.

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    4. Capisco a cosa e chi si riferisce, non intendo prendere posizione. Sulla lettera, a mio modesto avviso sarebbe interessante verificare (ove possibile) se davvero fu inviata una copia a "La Nazione": viene menzionata nei numeri del quotidiano di novembre-dicembre '91?
      Per quanto riguarda la collocazione della cartuccia nell'orto, non ritengo verosimile che possa essere avvenuta mentre Pacciani era in carcere: improbabile che il contadino non l'avesse notata in 5 mesi, dal momento che Perugini la individuò il terzo giorno di perquisizione. Se qualcuno voleva incastrare Pacciani, non avrebbe potuto rischiare che tutto andasse in fumo. Più logiche due ipotesi: o l'oggetto fu interrato nell'imminenza del ritrovamento (come ipotizza Segnini), o era stato Pacciani a nasconderlo.
      Se la lettera fosse autentica, potrebbe averla scritta una persona interna alle forze dell'ordine, magari convinta della bontà della pista sarda e che perciò vedeva qualunque altra pista investigativa come fumo negli occhi. Nel 1990 era stato già passato il metal detector nell'orto di Pacciani (con scarsi risultati anche per la strumentazione non idonea secondo Perugini), ma non mi pare che se ne fosse parlato sui giornali.

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  3. Omar, ma è davvero convinto dell'autenticità della lettera? Magari sto prendendo un granchio, ma l'ho riletta recentemente e mi è parsa un concentrato di luoghi comuni. Il capro espiatorio, il Mostro protetto dagli inquirenti o addirittura capace di orientare le indagini. Io dubito che nel 91 già fossero diffuse queste ipotesi. Pacciani all'epoca aveva solo ricevuto un'informazione di garanzia ed era in carcere per altre vicende. E Fioravanti perchè non ne parlò subito o quanto meno dopo il ritrovamento della cartuccia? Perchè aspettare fino al 94? Sull'esito rivoluzionario di una nuova perizia sono molto scettico ed è bene attendere eventuali - a mio avviso improbabili - sviluppi.

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  4. Sono stato convinto dell'autenticità della lettera fin da subito, prima ancora che Paolo Cochi la pubblicasse. Ma cosa significa "autenticità"? Per me è una lettera anonima, che diede a qualcuno (non so dire chi, naturalmente) un'idea. Non avendo a disposizione la pistola, quel qualcuno si inventò qualcosa che potesse sostituirla.

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    1. Ma diede l'idea a chi? la lettera fu inviata al difensore di Pacciani, mica in Procura. Chi l'avrebbe letta secondo lei? Le risulta che agli inquirenti fu mostrata? Qualche giornalista della Nazione avrebbe avuto l'idea? Quindi un avvertimento che doveva soccorrere Pacciani avrebbe sortito l'effetto contrario. Mah, per me è autentica nel senso che qualcuno l'ha scritta, ma chissà quando...

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    2. I giornali passavano gli anonimi alla Questura, questo mi sembra certo. La lettera è indirizzata al direttore della Nazione, ergo...

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  5. Rileggendo ora la discussione, che a dire il vero avevo dimenticato, mi pare che la recente perizia, se è vero quello che abbiamo letto sui giornali, confermi ciò che avevo ipotizzato.

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