mercoledì 15 ottobre 2014

Il giudice e lo storico (2)

Cito dal libro di Carlo Ginzburg.

 "Il processo, come si ricorderà, è stato definito da Luigi Ferrajoli <<il solo caso di esperimento storiografico>>. Il giudice che conduce l'interrogatorio degli imputati e dei testimoni (<<le fonti fatte giocare de vivo>>) si comporta come uno storico che mette a confronto, per analizzarli, documenti diversi, Ma i documenti (gli imputati, i testimoni) non parlano da soli (…); per far parlare i documenti bisogna interrogarli, ponendo loro domande appropriate. Che il giudice istruttore L. e il sostituto procuratore P. siano stati guidati, nella loro inchiesta, da <<un disegno preciso in testa, un problema da risolvere, un'ipotesi di lavoro da verificare>>, non deve stupire (né, tanto meno, scandalizzare) nessuno. Il punto è un altro: la qualità delle ipotesi elaborate. Esse devono: a) essere dotate di un forte potere esplicativo; e, nel caso che i fatti le contraddicano, devono B) essere modificate o addirittura abbandonate del tutto. Se quest'ultima circostanza non si verifica, il rischio di cadere nell'errore (giudiziario o storiografico) è inevitabile."

Sono, questi, principi basilari di ogni studio storiografico e, credo, di ogni inchiesta giudiziaria; non è difficile accostarli a varie fasi della vicenda dell'indagine sui delitti del Mostro di Firenze. Che il Torrisi, Perugini, Giuttari – per limitarsi agli inquirenti senza coinvolgere i giudicanti - avesse in testa un disegno preciso, è indubbio e naturale; poco giustificabile invece passare dall'ipotesi da verificare al teorema da dimostrare ad ogni costo. La pista sarda, smentita dagli accadimenti successivi (ma solo parzialmente, a parere personale di chi scrive), venne abbandonata del tutto; l'accusa a Pacciani, smentita dall'assoluzione in secondo grado, venne modificata nel processo ai Compagni di merende; la stessa sfociò poi nella ricerca di ipotetici mandanti, che è rimasta infruttuosa.


L'indagine infinita rimane insoddisfacente sia dal punto di vista giudiziario (rinuncia a perseguire l'autore di tre duplici omicidi – incapacità di determinare il vero motore dei fatti delittuosi) che da quello storiografico, in quanto è impossibile arrivare ad un'univoca ricostruzione di quanto realmente accaduto; come se uno storico dovesse ammettere che sì, senz'altro è assodato che nel gennaio 1793 fu tagliata la testa al re di Francia, ma di non poter dire chi sia stato e perché…


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