venerdì 4 luglio 2014

Coincidenze (3)

 Riprendo per ora saltuariamente a scrivere, dopo un periodo non facile - e non ancora concluso - sotto molti punti di vista.

Come ben si sa, la vicenda Pacciani è costellata di altre coincidenze, oltre a quella già descritta relativa all'album di fabbricazione tedesca. Non voglio qui parlare della cartuccia trovata nell'orto o dell'asta guidamolla fatta pervenire da un anonimo, perché l'origine di questi "elementi di prova" è sconosciuta e fu messa in dubbio nella sentenza di assoluzione in appello.

Ma guardiamo le coincidenze locali, il territorio segnato dagli omicidi attribuiti al Mostro di Firenze. Pacciani nasce e vive, tranne gli anni passati in carcere dopo il delitto del 1951, nel comune, assai vasto per estensione, di Vicchio del Mugello. Dal 1973, licenziato e in cerca di nuovo lavoro, Pacciani si trasferisce in comune di San Casciano, prima a Montefiridolfi, poi a Mercatale.

Quattro su otto duplici omicidi (Scandicci, Baccaiano, Giogoli, Scopeti) furono commessi in località vicine a San Casciano val di Pesa, l'ultima nello stesso comune; in ciascun caso la distanza chilometrica non supera i 20 - 22 km. Nel 1981 e seguenti, Pietro Pacciani del resto è abbondantemente motorizzato. Ovviamente, il discorso potrebbe essere rovesciato, sostenendo che Pacciani entrò nelle indagini proprio in forza della località dell'ultimo omicidio, senza il quale probabilmente non sarebbe stato neppure sospettato: è da dubitare infatti che se, poniamo, il delitto del 1985 fosse stato compiuto in comune di Pontassieve, sarebbe mai partita la lettera anonima inviata dal vicino di casa sancascianese che probabilmente funse da primo innesco dell'indagine (avendo per risultato la perquisizione del 19 settembre 1985).

Vediamo gli altri. Il mostro di Firenze uccide nel 1974 a Rabatta, al confine tra Vicchio e Borgo San Lorenzo lungo la strada Sagginalese; e dieci anni dopo in località Boschetta, di nuovo lungo la Sagginalese ma più oltre, in comune di Vicchio, non distante da un podere (Particchi a Bovino), nel quale aveva lavorato Pietro Pacciani quando risiedeva nel Mugello. Non vi è dubbio che Pietro Pacciani potesse conoscere bene quei posti, che, d'altra parte, sono a ridosso della via di Sagginale e, contrariamente a quel che spesso si dice, ben poco nascosti.

Rimangono apparentemente fuori della diretta conoscenza e frequentazione di Pacciani i luoghi in cui avvennero i delitti dell'ottobre 1981 alle Bartoline di Calenzano e, soprattutto, il primo, l'inizio di tutto, Signa 1968, i quali meritano un discorso a parte.


 

2 commenti:

  1. Lei fa qui un'osservazione certamente logica: se l'ultimo delitto non fosse stato compiuto nel comune di residenza di Pacciani, probabilmente non sarebbe mai partita la lettera anonima dell'ex vicino che funse da innesco primario dell'indagine.
    Io sono abbastanza convinto di una cosa: che non a caso l'ultimo duplice omicidio avvenne nel comune di San Casciano. L'azione omicidiaria doveva essere stata preceduta da non pochi sopralluoghi, dato il luogo molto frequentato e gli spostamenti dei francesi, che l'assassino (o gli assassini) doveva aver studiato per bene. Ma soprattutto l'invio della busta col macabro reperto fu determinato proprio dal fatto che le vittime (sicuramente prescelte) erano straniere e quindi non c'era il rischio che ne fosse denunciata la scomparsa. Di qui anche il probabile presidio del territorio dopo il delitto, volto ad impedire la scoperta dei cadaveri prima che la lettera fosse consegnata alla destinataria.
    Altra sfortunata coincidenza per i soliti noti?

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  2. Presidio del territorio? caro Kozincev, mi sta diventando Toxicitiano? :-)

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