domenica 6 luglio 2014

Coincidenze (6)


Altre coincidenze locali e temporali, più o meno forzate, riguardano un altro personaggio che per qualche tempo fu centrale nella vicenda, Francesco Vinci. Come si sa, questi, accusato di duplice omicidio da Stefano Mele, era stato del tutto scagionato nel processo del '70, in parte grazie alla intrinseca inattendibilità della confessione del presunto correo, in parte per l'alibi fornitogli dalla moglie. Quando si tornò ad indagare su di lui, nel 1982, dopo la riscoperta, quale ne sia stata la reale dinamica, del delitto Locci-Lo Bianco come primo ad opera della famigerata Beretta 22 LR, si appurò che nel settembre 1974, un paio di giorni prima del delitto di Rabatta, appena uscito di prigione ove era detenuto per altri reati, questi si era recato a casa di un'amante a Borgo San Lorenzo inscenando una baruffa; che nel giugno del 1982, immediatamente dopo il delitto di Baccaiano, si era dato alla latitanza e la sua auto era stata nascosta (forse da terzi) nel grossetano; che nel giugno del 1982, e anche in coincidenza con la data del delitto, il Vinci lavorava a Montespertoli, effettuando riparazioni nella casa del genero, il quale a sua volta risultava imparentato con la vittima femminile Antonella Migliorini. La sua conoscenza dei luoghi dei delitti di Scandicci-Mosciano e Calenzano-Bartoline poteva essere desunta dalla vicinanza ai luoghi abituali di domicilio ed alla sua frequentazione della zona di Prato.
Dopo aver abitato a Calcinaia di Lastra a Signa all'epoca del delitto del 1968, Vinci si era, tra un periodo di galera e l'altro (ma era sempre libero in coincidenza con i delitti del 1974, 1981_1, 1981_2 e 1982), trasferito a Montelupo Fiorentino, il medesimo paese in cui vivevano sia Enzo Spalletti, possibile teste del delitto di Scandicci e per breve tempo arrestato con l'accusa di essere l'omicida, sia il misterioso Dott. B.
di cui parla questo articolo di Oggi, pubblicato in coincidenza con l'uscita del primo libro di Mario Spezi dedicato al Mostro di Firenze (aprile 1983):

Tratto da Oggi dell’8 giugno 1983 (trascritto dal sito mostrodifirenze.forumup)

Articolo di Vittorio Lojacono 

Un giornalista dice di avere identificato l’autore degli otto delitti commessi nel capoluogo toscano 

CONOSCO NOME E VOLTO DEL MOSTRO DI FIRENZE 

“E’ un medico che agisce sotto l’effetto di un farmaco, facendosi aiutare da due complici”, spiega M. S., le cui rivelazioni pubblicate in un volume hanno convinto il magistrato ad approfondire le indagini.
“Io so tutto di lui e mi aspettavo di vederlo alla presentazione del libro” – “Forse gli telefonerò per intervistarlo” – “Lo hanno tradito la perizia con cui infierisce col bisturi sulle vittime e l’amore per la madre” 

Firenze, maggio 

Il “mostro”, l’assassino delle quattro coppiette di Firenze, forse non è mai stato solo al momento dei suoi otto delitti. I “mostri” potrebbero essere addirittura tre: tre “uomini della notte”, che sono legati l’uno all’altro da un inconfessabile vizio. E che uccidono insieme. Il primo spara, il secondo squarta, il terzo “protegge” la zona. E uno dei tre, il “capo”, è un medico, un ginecologo.
L’ipotesi che i “mostri dietro la siepe” siano più d’uno è in un libro-verità di un cronista fiorentino, M. S.. E su queste rivelazioni il magistrato di Firenze ha riaperto le indagini sugli otto morti. 

(Nota: il riferimento ai farmaci è probabilmente dovuto al ritrovamento sulla piazzuola di Baccaiano della famosa scatola di Norzetam).

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