venerdì 4 luglio 2014

Coincidenze (4)


Secondo il sito ViaMichelin, la piazza di Montefiridolfi dista oggi 39 km da via dei Prati a Calenzano. Nel 1981 la distanza doveva essere più o meno la stessa, essendoci già l'uscita autostradale di Calenzano, a mezzo tra Firenze Nord e Barberino del Mugello. Una distanza non eccessiva, ma che di per sé renderebbe improbabile una frequentazione della località da parte di Pacciani a puro scopo di voyeurismo o altri divertimenti, a meno di altre indicazioni; inoltre, a differenza di altre scene dell'omicidio, via dei Prati non è una strada di scorrimento e non porta altro che a Travalle, prediletto luogo di gite (girate, per gli indigeni) e merende dei calenzanesi. Il PM Canessa nel processo del 1994 ritenne di trovare questi altri elementi che giustificassero una conoscenza del luogo da parte dell'imputato in una permanenza per lavoro, quando il Vampa (dal 1981) era al servizio di Afro Gaziero. Il Gaziero, oltre ad avere un terreno a San Casciano, possedeva una ditta a Calenzano, in via Garibaldi 70. Tra l'ottobre e il novembre 1982 la fabbrica si incendiò e il Pacciani fu mandato lì a ripulirla, facendo incetta, secondo il suo costume, di quanto poteva raccogliere (sarebbe questa l'origine, secondo il suo racconto, anche del famoso quadro "Sogno di Fatascienza"). Bene fa l'avvocato Bevacqua a chiarire che l'incendio avviene nel 1982, quindi l'anno successivo al duplice delitto di Calenzano (udienza del 1 giugno 1994). (Nota: e su questo particolare l'Alessandri sembra non contarla giusta e lavorare abbondantemente di fantasia).

Ma poi c'è Giovanni Faggi, il rappresentante di piastrelle di Calenzano che scrive una cartolina a Pacciani chiamandolo "Caro Pietro" e gli regala una tuta; uno che alcuni testimoni, già nel 94, giurano di aver visto insieme a Vanni e Pacciani intorno a casa di Antonietta Sperduto; e che poi sulla base di altre testimonianze, tra cui quella, de relato, di Giancarlo Lotti, diverrà imputato nel processo ai "Compagni di Merende". Una figura rimasta piuttosto enigmatica, Giovanni Faggi sarà alla fine assolto; rimane la curiosa coincidenza che Pietro Pacciani, del tutto fuori delle sue tradizionali zone di appartenenza, avesse un conoscente che abitava, secondo Canessa, a meno di 1000 metri dal campo delle Bartoline dove vennero uccisi Susanna Cambi e Stefano Baldi. Tralascio qui la questione dell'identikit e dell'Alfa GT rossa perché le due cose, a mio parere, non stanno insieme.

33 commenti:

  1. Non ho trovato notizie sull'eventuale morte di Faggi ( classe 1920). Ne sapete qualcosa?

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    1. Ricordo che già parecchi anni fa era apparsa sul forum storico la notizia della sua morte. Purtroppo, essendo stato il forum cancellato dall'amministratore, non sono in grado di reperire il post. Non ho altre notizie.

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    2. Scusami ancora, un dato su Ugo Narducci, se conosciuto: leggo che sarebbe morto nel 2017, ma sappiamo l'anno di nascita?

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    3. Non lo so; nemmeno capisco perché dovrebbe interessarci saperlo.

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    4. Perché ci sto scrivendo un libro e mi pare curioso trovare le date di nascita e morte di tutti tranne che di questi due. Ugo Narducci non è certo secondario nell'economia generale

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    5. Credo che i certificati anagrafici siano pubblici, a parte alcune eccezioni, quindi dovrebbe essere possibile richiederlo al comune di residenza

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    6. E' morto nel 2005 e sepolto a Calenzano

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  2. Faggi è un personaggio molto sospetto. A partire dalla sua incredibile somiglianza con l'identikit di Calenzano, proseguendo con l'atteggiamento a dir poco reticente nel dibattimento del processo Pacciani. E l'appunto sulla gita a Travalle era proprio del 1981, mi pare. Il figlio della Sperduto ricordava bene la sua auto sotto l'abitazione della madre. Chissà perchè gli inquirenti si sono accaniti tanto sul solo Vanni? Eppure Ognibene, che scemo non era, aveva notato la mendacia di entrambi.

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    1. per Faggi ilPM Canessa chiese l'ergastolo, non so cosa doveva fare di più. Appellò la sentenza di assoluzione e anche in appello Faggi fu assolto. Nel merito, è vero che l'identikit gli somiglia, ma l'accusa non riuscì a dimostrare che avesse avuto a disposizione un'auto di quel modello e colore.

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    2. ma si può sapere quali sono queste benedette bugie di quel poveraccio di vanni? l'uomo "singolarmente reticente". ma quando? per la questione della lettera? per la storia delle merende quando canessa gli ha chiesto che lavoro faceva? poi sulla onestà intellettuale di ognibene ci sarebbe molto, ma veramente molto, da discutere.

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    3. Lorenzo Franciotti, in questo blog l'onestà intellettuale degli inquirenti si dà per scontata, pur sottolineando i loro eventuali errori in buona fede. Capisci a me ;-)

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  3. Caro Franciotti, Le ricordo che Ognibene si è ben guardato dal rilasciare interviste con la vicenda processuale in corso così come non ha scritto libri per difendere la sua verità. Il dibattimento del processo di primo grado è certamente la cosa migliore di tutta questa vicenda. Lo riconobbe anche l'avvocato Santoni Franchetti. Fu dato ampio spazio a tutte le parti. Se per lei non è intellettualmente onesto chi non la pensa come Lei, non so che dirle. Vogliamo parlare del giudice Ferri, che si affrettò a chiudere il dibattimento - praticamente mai iniziato - rifiutando di ammettere i testi per un appiglio formale censurato dalla Cassazione? Quando in realtà aveva deciso che Pacciani doveva essere innocente e che i testimoni erano degli ubriaconi mentecatti? Le interviste che concesse con imprudenza subito dopo la lettura della sentenza sono inequivocabili.

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    1. Il fatto che Ognibene non abbia scritto libri cosa dovrebbe significare? Ferri, prima di scrivere il libro, a malapena pubblicato, si tolse la toga. Ci sono stati altri che invece hanno scritto libri mentre erano saldamente ancorati alle cariche pubbliche. Mentre i processi erano ancora in corso , tra l'altro. Franchetti era un avvocato di parte civile, non ha mai detto che i cdm erano innocenti. Faceva, giustamente, il suo lavoro. Non giudico intelettualemente disonesto chi non la pensa come me. Giudico vergognosa, per la nostra storia repubblicana, e per la storia del nostro Diritto, una sentenza di condanna a 7 ergastoli senza uno straccio di prova, senza mezzo indizio, e senza testimoni. Ferri non ammise i testi perchè si sentì preso in giro. E aveva ragione. Si presentano mezzo secondo prima della sentenza,e senza nemmeno fare i nomi di chi doveva testimoniare. Ma per carità. Per quanto riguarda Vanni, se per lei la reticenza significa rispondere "vado a fare le merende", alla domanda "che lavoro fa lei?" non gliela faccio passare lisca. Assolutamente. Lei giudica reticenza quella che in realtà era paura, stupidità, e una buona dose di demenza senile. Vogliamo parlare della lettera? Talmente sospetta che Corsi lo hanno anche assolto. Veniamo al Faggi. Quale sarebbe la reticenza? Io ho solo visto udienze vergognose in cui le persone venivano sputtanate, mettendo in piazza la loro vita privata, che ovviamente niente aveva a che fare con i delitti. I falli di legno del Faggi e il vibratore del Vanni cosa dovevano dimostrare, in concreto? La reticenza del Faggi sarebbe la sua negazione della frequentazione con Pacciani? Mi porti le prove che i due si frequentavano, continuativamente, negli anni degli omicidi. Poi ne riparliamo. Anche se il titolare di questo blog, che è uno dei pochi mostrologi che stimo, mi ha, in maniera garbata e gentile, ammonito, per cosi dire, non posso non confermare tutte le critiche e, francamente, anche la vergogna, che provo quando penso alla verità giudiziaria di questo caso. Poi lei faccia come vuole. Ma non sta scritto da nessuna parte che bisogna dare "per scontata" la buona fede di chicchessia. Poi mi rendo conto che discutere di questo caso non è mai facile. Sarebbe però, a mio avviso, onorevole, oltre che più facile, ammettere che Ognibene fosse ultracolpevolista, e che Pacciani andava assolto per mancanza di prove. Questo non vuol dire che fosse innocente. Ma sarebbe stata la sentenza più giusta. Se vogliamo credere nel Diritto sempre, e non solo quando ci fa comodo.

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    2. Non voglio abusare della generosità di chi ospita i nostri interventi, ma devo risponderle. Le rammento che Perugini, prima di scrivere il suo libro, aveva da tempo lasciato la Sam. Nel dibattimento del processo di primo grado si sottopose con il massimo garbo alle insinuazioni al limite della calunnia, quelle sì, dei legali di Pacciani. Insinuazioni che Ferri ha lasciato fare all'estensore della sentenza, che non ha avuto nemmeno la grazia di scrivere e firmare di suo pugno. Parlavo anche di interviste e Le ricordo che Ferri ne rilasciò a iosa dopo aver letto la sentenza, cosa che non mi risulta abbia fatto nessuno degli altri giudici coinvolti nei vari processi relativi al mostro di Firenze. Fino a prova contraria, sono stati condannati in tutti i gradi di giudizio Vanni e Lotti come complici di Pacciani. La verità processuale, che io rispetto non essendo risultato veritiero nessuno scenario alternativo proposto, si avvicina molto più alla sentenza Ognibene - Pacciani colpevole in concorso con persone fino allora ignote - rispetto alla sentenza Ferri. Sul fatto che i testimoni furono presentati un secondo prima della sentenza, Le devo ricordare che il dibattimento di appello è durato pochissimi giorni e che le indagini sui complici erano operative già da mesi ma si preferì non interferire col processo. Senza l'intervento della Cassazione si sarebbe fatto scempio della giustizia. Se vuole sapere la mia opinione, per quel poco che vale, io ho sempre ritenuto molto più convincente la teoria di Perugini di quella di Giuttari. Ma le sentenze si rispettano e sono tutte sullo stesso piano. Non si può sopportare ancora oggi che Ferri venga presentato come il magistrato onesto e imparziale e le altre sentenze come una vergogna per la giustizia.

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    3. Sulla storia di Vanni rincoglionito, creda pure alle favole. Si trattava di una persona che aveva molto da nascondere e da temere, come i fatti hanno dimostrato. Faggi conosceva Pacciani già dal 1977, e poteva semplicemente ammetterlo, anzichè cadere dalle nuvole e fingere di non conoscere neppure il luogo dell'omicidio di Calenzano, vicinissimo alla sua abitazione. Ma Faggi è stato assolto e io alla giustizia voglio credere.

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    4. Vedo con un po' di dispiacere sig. Marletti che la lettura del mio blog non ha scalfito le sue certezze. Spero di poterle instillare qualche dubbio in futuro. La ringrazio se continuerà a leggermi.
      Creo però che si possa chiudere questa discussione, che non farebbe che riproporre con toni sempre più aspri (non da parte mia, beninteso) legittime opinioni e giudizi del tutto personali. Lo stesso invito rivolgo a Lorenzo Franciotti.

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    5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    6. Lorenzo Franciotti, apprezzo la tua partecipazione e mi dispiace che tu abbia perso tempo a scrivere un lungo commento che non intendo pubblicare, pur essendo in buona parte d'accordo.
      E' inutile ripetere che la tenzone Ognibene bravo Ferri cattivo e viceversa risulta sterile. Quindi questa discussione su un vecchissimo post tornato per qualche motivo d'attualità è chiusa.
      Penso che ci siano nel blog contributi più recenti e più significativi degni, se vorrete, di commento.

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    7. Casa tua, regole tue. Vorrei però, se fosse possibile, che tu spiegassi, al mio interlocutore, che il commento non è stato pubblicato per motivazioni sul merito, cioè la ripetitività dell'argomento, e non perchè conteneva offese, o "toni aspri" contro la sua persona. Giusto per precisazione, grazie.

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  4. Quanto a Vanni, io non so se fosse colpevole, ma che la sua deposizione sia stata a dir poco reticente è fuor di dubbio. Basta ascoltarla. Idem Faggi. Se fossero coinvolti nella vicenda o meno io non lo so. Ma non ci si può presentare in un'aula di tribunale fingendosi sordi e rincoglioniti senza aspettarsi delle censure dai giudici.

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  5. Approfitterei di questo vivace scambio di opinioni per fare alcune osservazioni. Personalmente ho sempre ritenuto Ferri e Ognibene i soli giudici di spessore che la vicenda giudiziaria ha conosciuto. Molte considerazioni di Ferri erano acute e pertinenti, ma non mi convince affatto il suo "teorema" sulle testimonianze (e consiglio a tutti di leggere gli articoli del blog in cui si parla proprio di psicologia della testimonianza).
    In sostanza Ferri, individuando alcune contraddizioni nelle deposizioni dei tanti testi del processo Pacciani, le riconduceva a due fattori: le pressioni degli inquirenti e gli effetti nefasti prodotti dai media con la campagna dello "Sbatti il mostro in prima pagina" alimentata quotidianamente. Se sul primo posso essere d'accordo, sul secondo ho molti più dubbi.
    Se questi elementi fossero sufficienti per raccogliere delle testimonianze favorevoli all'accusa, rifacendoci all'intera storia giudiziaria del mostro di Firenze potremmo osservare che furono vittime della risonanza mediatica della vicenda tante persone prima che Pacciani fosse indagato e poi rinviato a giudizio. E tanti volti e nomi furono sbattuti sulle prime pagine dei giornali o sugli schermi delle televisioni nazionali: e tuttavia nessuno fu rinviato a giudizio: dal che non si può che concludere che testimonianze significative non vennero fuori, altrimenti Rotella avrebbe trovato il modo di rinviarne qualcuno a giudizio.
    Allo stesso modo poi il meccanismo perverso dello "Sbatti il mostro (anzi i mostri) in prima pagina" si sarebbe dovuto ripetere con i compagni di merende: ma io non ricordo nessun testimone che si sia presentato in dibattimento (e l'accusa ne sarebbe stata ben lieta) affermando di aver riconosciuto Vanni o Lotti sulle scene dei delitti.
    Un teste è tenuto a dire la verità, pena il rischio di conseguenze anche penali, come l'incriminazione per falsa testimonianza. Prima di ritenerlo mendace, magari per mero spirito di protagonismo o per suggestione indotta dai media, ci vuole una certa cautela.

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    1. I genitori di Pia Rontini dissero di aver visto Vanni a Vicchio prima del delitto... come avrebbero potuto notare un perfetto sconosciuto e ricordarsene dieci anni dopo vedendolo deporre in aula?
      Per non parlare di chi riconobbe il medico di Perugia per averlo visto una volta (una volta!) in farmacia. La Sabrina C., a quanto pare, non volle ammettere di aver visto Vanni a Scopeti, nonostante le pressioni subite, a quanto racconta lei stessa. Ognuno reagisce a proprio modo alle suggestioni ambientali (mass media, indagini). Natalino disse di essere stato portato dal padre; forse voleva evitare di rivivere l'esperienza di quella notte. Insomma, le situazioni sono diverse e non generalizzabili.
      Quindi mi sembra che di testi fantasiosi ce ne siano stati, ne porto un esempio anche nel recente articolo su Giogoli.

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    2. Io mi riferivo però agli avvistamenti sulle scene dei delitti (nel caso di Vicchio la tristemente famosa piazzola). A mia memoria, nel dibattimento del processo Pacciani, furono almeno cinque i testi che giurarono di aver riconosciuto l'imputato nei pressi della piazzola di Scopeti (Nesi, Longo, Buiani, Iacovacci, Bevilacqua) nel weekend in cui si consumò il delitto (tra il venerdì e la domenica). Altri testi collocarono nella piazzola di Scopeti o in luoghi assai vicini un Pacciani guardone in epoca imprecisata ma antecedente all'omicidio dei francesi (Pierini e consorte, Acomanni, Paola Lapini e probabilmente altri che dimentico).
      Per Vanni e Lotti non ricordo niente di simile.
      A questo punto le faccio notare una cosa: perché nel processo Pacciani gli avvistamenti riguardarono esclusivamente Scopeti? Come mai le pressioni e le suggestioni ambientali non produssero testimonianze anche sugli altri delitti? Sono totalmente d'accordo sul fatto che le situazioni non possono essere generalizzate, ed è quello che la sentenza Ferri, a mio avviso, fece in più di un caso.

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    3. Mi perdoni se ho creato una polemica con i miei precedenti interventi. A proposito di Rontini, non vorrei dire una sciocchezza, mi pare che durante il processo Pacciani disse di aver riconosciuto Vanni, in un'intervista concessa mentre era in corso il dibattimento, nel 1994. Questo riconoscimento può lasciare dei dubbi, ma Le pare possibile che i carnefici di Pacciani e Vanni siano stati due familiari delle vittime? La sorella di Meyer per il primo, il povero Rontini per il secondo. Secondo me queste persone volevano giustizia, non degli innocenti sbattuti in carcere.

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  6. Si sa l'anno di nascita ed eventuale morte di Maria Antonietta Sperduto, vedova Malatesta, amante di Pacciani, Vanni e Faggi?

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  7. nata 1939 morte non so forse è ancora in vita non ho approfondito questo personaggio

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  8. Continuo a non comprendere il reale motivo per il quale il Faggi sia stato incarcerato per tre mesi nel 1996 essendo egli del tutto estraneo ai fatti...

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  9. Io mi chiedo perché sia uscito, poiché i testimoni che lo accusavano erano gli stessi dei condannati

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  10. Il 12 giugno 1996 Lotti rese a Canessa e Giuttari queste dichiarazioni:
    Lei mi chiede di chiarire meglio quanto è a mia conoscenza in merito a quel Giovanni di Calenzano
    di cui ho parlato nell'interrogatorio del 26/4 u.s.. Io ciò che so in proposito l’ho già detto e lo
    confermo. Circa l'omicidio di Calenzano furono VANNI e PACCIANI a dirmi che dopo l'omicidio
    erano andati a casa di questo Giovanni a lavarsi. Io ho insistito per sapere di più da Vanni ma lui
    non mi ha detto altro, forse per la paura che ha sempre avuto nei confronti del Pacciani.
    Lei mi chiede se i due mi abbiano mai parlato di quali veicoli possedesse il Giovanni. Io ricordo che
    Vanni una volta mi disse che Giovanni aveva una Fiat 131 ma non ricordo se mi disse il colore di
    questa macchina. Voglio comunque precisare che il Vanni non è un esperto di macchine.
    Lei mi chiede a questo punto di dire quale macchina avesse il Giovanni la sera dell'omicidio degli
    Scopeti. Io posso dire che mi sembrò una macchina grossa ma non notai che tipo di auto fosse ne ho
    ricordi precisi sul colore. L'auto aveva una persona a bordo ma io non ebbi modo di vederne le
    sembianze.
    A.D.R. Come ho già detto l'altra volta erano stati Vanni e Pacciani a dirmi che quella sera agli
    Scopeti sarebbe venuta anche un'altra persona. Fu poi il Vanni che successivamente, forse dopo una
    o due settimane dalla sera dell'omicidio o forse più, mi disse che quella notte agli Scopeti c'era il
    Giovanni di Calenzano. Per la verità' il Vanni mi disse anche il cognome del Giovanni ma io non lo
    ricordo. Mi disse questo nome dopo un po’ perchè forse lì per lì non si fidava a dirmelo. Gli chiesi
    perché quella sera era venuto anche questo di Calenzano ed ho insistito un po’ per farmelo dire ma
    Vanni mi disse zittendomi che volevo sapere troppe cose. Mi disse solo che a questo "gli garbava".
    A.D.R. Quando io con la mia macchina con il Pucci arrivammo di fronte alla piazzola degli Scopeti,
    la macchina del Giovanni non c'era arrivò dopo e si soffermò più avanti nel punto che a sua
    richiesta indico in uno schizzo che viene allegato al verbale. La macchina di quello di Calenzano
    l'ho vista ferma avanti a noi in direzione di S. Casciano ad una distanza che non so esattamente
    indicare quasi a metà della discesa che c'è in quel punto. (...) A.D.R. Vanni e Pacciani mi dissero che il Giovanni lo conoscevano, che stava a Calenzano; non mi
    dissero come lo avevano conosciuto né che età avesse né che mestiere facesse.
    A.D.R. Circa il fatto che questo Giovanni era coinvolto nell'omicidio di Calenzano, non ricordo
    esattamente quando me lo dissero perché è passato troppo tempo. (...)

    Il successivo 29 giugno il GIP emette ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Giovanni Faggi.
    C'è da dire che anche in questo caso Lotti era stato preceduto da Pucci, nel SIT del 18 aprile 1996.

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  11. il Faggi in data 11.7.96, mentre era detenuto presso il
    carcere di Prato e si accingeva ad avere un colloquio con la figlia
    Rosetta, è stato trovato in possesso un "foglio manoscritto" del
    seguente tenore, salvo nella punteggiatura che era invece de!
    tutto mancante: "Il fatto macchina, se fosse possibile, avere
    testimoni dalla mia parte; io sempre avuto una sola auto -
    la sera sempre in garage e dopo cena uscivo a piedi " Alcuni teste invece ricordarono le varie auto da lui possedute negli anni
    Negò davanti a Gip e PM di essere amico del Vampa,di averlo conosciuto in trattoria nel'80 ma gli inquirenti scoprirono che si conoscevano almeno dal '77...direi c era quantomeno da dubitare delle sue affermazioni

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    1. A me però questo foglio manoscritto sembra abbastanza innocente; è normale cercare testimoni a proprio discarico... o no?

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