giovedì 3 aprile 2014
I pedalini di Natalino (2)
Cosa ci dice la constatazione che i calzini di Natalino erano impolverati
e strappati? In verità, non molto. Strappati potevano esserlo già da prima
della sua avventurosa quanto misteriosa uscita dalla Giulietta del Lo Bianco;
quanto alla polvere, se fosse vero quanto il bambino narrò al Maresciallo Ferrero,
ossia di aver compiuto da solo l'ultimo tratto di strada sterrata, dal
"ponticino" alla casa bianca con il lampione in facciata, che
Natalino abbia i calzini impolverati sarebbe naturale. In mancanza di altro,
sembra opportuno ritenere la convinzione che si era fatta il maresciallo in
corso di sopralluogo, ossia che il piccolo non avesse potuto fare quel percorso
da solo, di notte e a piedi scalzi; non si spiegherebbe altrimenti la sua
insistenza nel farsi fornire una versione alternativa.
I calzini impolverati sembrano dunque essere un dato di fatto che non
risolve la questione dell'accompagnamento di Natalino. Anche difficilmente
valutabile è il suo stato d'animo, poiché un teste ritiene di definirlo
"spaventato", uno "spaurito e con gli occhi rossi", un
terzo, al contrario, "non particolarmente impressionato". Sembra però
chiaro che Natalino non vuole avere a che fare con l'autorità, poiché, racconta
il De Felice, "mia moglie ci ha
riferito che quando siamo usciti il bambino le domandò se per caso si fosse
andati a chiamare i CC. e mia moglie lo rassicurò dicendo di no (sembra
questa una preoccupazione un po' strana).
Quando tornammo ed era con noi il carabiniere, il bambino si mise a piangere e
non volle più parlare." Come sappiamo, però, Natalino fu poi
rassicurato con un biscotto e fu lui a
guidare il carabiniere Giacomini nelle vicinanze del cimitero, dove era
"parcata" l'auto con i due cadaveri a bordo. Può essere che in casa
Mele i carabinieri funzionassero come "babau" o "uomo nero"
– ricordo che la mia figlia più piccola si metteva a piangere disperata ogni
volta che vedeva una suora, ma aveva all'epoca 3-4 anni; ma può anche darsi che qualcuno
(l'assassino?) abbia minacciato il bambino (e anche il padre, se presente?) di
non avvertire i carabinieri…
I calzini impolverati sembrano dunque essere un dato di fatto che non
risolve la questione dell'accompagnamento di Natalino. Anche difficilmente
valutabile è il suo stato d'animo, poiché un teste ritiene di definirlo
"spaventato", uno "spaurito e con gli occhi rossi", un
terzo, al contrario, "non particolarmente impressionato". Sembra però
chiaro che Natalino non vuole avere a che fare con l'autorità, poiché, racconta
il De Felice, "mia moglie ci ha
riferito che quando siamo usciti il bambino le domandò se per caso si fosse
andati a chiamare i CC. e mia moglie lo rassicurò dicendo di no (sembra
questa una preoccupazione un po' strana).
Quando tornammo ed era con noi il carabiniere, il bambino si mise a piangere e
non volle più parlare." Come sappiamo, però, Natalino fu poi
rassicurato con un biscotto e fu lui a
guidare il carabiniere Giacomini nelle vicinanze del cimitero, dove era
"parcata" l'auto con i due cadaveri a bordo. Può essere che in casa
Mele i carabinieri funzionassero come "babau" o "uomo nero"
– ricordo che la mia figlia più piccola si metteva a piangere disperata ogni
volta che vedeva una suora, ma aveva all'epoca 3-4 anni; ma può anche darsi che qualcuno
(l'assassino?) abbia minacciato il bambino (e anche il padre, se presente?) di
non avvertire i carabinieri…
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