Sono il primo ad ammettere che il disvelamento finale del
colpevole nel romanzo è un po' un anticlimax e molto deludente per il lettore. In questo dialogo tra il maresciallo Guarnaccia e la
sorella di Margherita (=Barbarina), avente per oggetto l'assassino di Signa e
il figlio, è nascosto l'indizio principale.
"Ha distrutto altre vite oltre quelle di Margherita
e la mia. (…) Pensi a suo figlio. Quando il ragazzo scappò da lui e venne al
nord da me, lo considerai un segno del cielo. Pensai che dargli una casa, visto
che neppure mia madre lo voleva, era la mia opportunità di farmi perdonare per
aver abbandonato la mia povera sorella quella notte. Il povero ragazzino si
attaccò a Flavio (= Francesco V.) che doveva avere sedici anni allora e che,
comunque, non era migliore del fratello. Poi, quando lui si risposò, Flavio
riportò il ragazzo a Firenze. Si può immaginare che vita… le cose che mi ha
raccontato."
"Sarà stato difficile, con una matrigna e così via.""Matrigna? Era felice di avere qualsiasi persona che assomigliasse a una madre, ma non durò. Lui la costrinse ad andare via con la sua violenza e il ragazzo scappò e venne da me. Provò prima a rifugiarsi da Flavio Vargius, ma non era al riparo dal padre lì. Beh, mia madre disse che me ne sarei pentita e in effetti fu così."
"Non rimase?"
Oh sì, rimase; per lo meno ufficialmente rimase con me fino a 21 anni. Ma gran parte del tempo era in prigione. Mi resi conto già da prima che c'era qualcosa che non andava, quando venne a casa con un'auto sportiva rossa, mentre era disoccupato. Non c'era mai stato niente del genere nella nostra famiglia e io non ero in grado di fronteggiarlo. Quando la polizia gli diede un foglio di via fu un sollievo, lo confesso. Si può immaginare le parole di mia madre a questo punto: <<Non dire che non ti avevo avvertito, è figlio di suo padre quanto di Margherita.>>"
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