venerdì 14 marzo 2014

La versione di Pucci

Sulla rottura della lunga (lunga quanto in realtà non si sa) amicizia tra Giancarlo Lotti e Fernando Pucci c'è, a mio parere, molta ambiguità; e sarebbe stato forse meglio chiarire l'esatto svolgimento dei fatti, atteso che la cosa poteva essere interpretata a riscontro psicologico (o meno) di quanto dichiarato dal Pucci in merito alla sua reazione dopo aver assistito al delitto degli Scopeti.

Nell'interrogatorio in udienza del 6 ottobre 1997, sull'argomento Pucci dice soltanto (salvo errori):

F.P.: Prima succedesse il fatto s'eramo sempre insieme noi, io e lui, s'andava sempre via a Firenze la domenica sera.

F.P.: Poi io smisi di andare con il Lotti - capito? – a giro.

 

In realtà l'ordine delle frasi è inverso, ma dipende dalle domande degli interroganti e la sostanza non cambia.

Nella stessa giornata viene interrogato il fratello di Fernando, Valdemaro Pucci, il quale racconta una storia diversa. Pucci e Lotti avrebbero continuato a frequentarsi – non ricorda però se ci fu un'interruzione del rapporto,– fino al novembre 91, quando Lotti avrebbe pagato con un assegno scoperto dei generi alimentari acquistati  nel negozio di Valdemaro.  Avendo Valdemaro rimproverato Fernando per le cattive compagnie frequentate, quest'ultimo, forse per soggezione nei confronti del fratello, avrebbe effettivamente rotto l'amicizia con il poco raccomandabile Lotti. Nella versione fornita da Valdemaro, quindi, l'allentarsi della relazione tra i due non ha alcun rapporto con l'episodio di Scopeti, avvenendo ben sei anni dopo e per motivi venali.

A questo punto, il P.M. Canessa interviene facendo notare che

Invece, Fernando, ci ha raccontato che lui, dopo l'omicidio, cioè nell'85 - risulta dai verbali, così ha dichiarato - che la domenica dopo, erano d'accordo che si trovavano al solito posto, dopo l'omicidio dell'85. Il Lotti non andò all'appuntamento e lui non lo volle più vedere. Così dice Fernando.

A rigore, pure questa causale, quand'anche vera – ma sarebbe in contrasto con la disinteressata versione di Valdemaro – non sembra avere rapporto con il fatto di Scopeti, essendo solo una ripicca per un appuntamento mancato la domenica successiva: Lotti avrebbe "tirato un pacco" a Pucci, il quale se la sarebbe presa. Come riferisce Giuttari (Il Mostro pag. 125), questa versione era stata data da Fernando Pucci in occasione del primo interrogatorio  (2 gennaio 1996) nel quale il teste aveva peraltro detto molte "mezze verità" che avrebbe "integrato" in seguito.

La sentenza di I grado (marzo 98) aveva comunque raccolto questa versione, scrivendo in premessa che la PG aveva appurato che Lotti aveva improvvisamente rotto i suoi rapporti di amicizia con Fernando dalla domenica successiva a quella dell'omicidio degli Scopeti, senza citare la spiegazione data dal Pucci, ma allegando soltanto la giustificazione (o mancata giustificazione) data dal Lotti alla Ghiribelli, che "lui quando litiga con uno, litiga e non vuole saperne più niente"; versione riportata da Michele Giuttari in udienza del 23 giugno 97 (la sentenza erroneamente scrive 23 marzo).

La sostanza è che la testimonianza di Valdemaro Pucci, che attesterebbe una continua frequentazione dei due fino a tutto il 1991, non contestata apertamente da nessuno, viene tuttavia obliterata.
(segue)

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