martedì 25 marzo 2014

L'enigma di Baccaiano (6)


Il forumista Accent ha prodotto la ricostruzione più dettagliata del delitto di Baccaiano, in uno scritto intitolato "Il Mostro e la legge di Murphy" diffuso in rete.

Sintetizzando molto, la sua idea è che il ragazzo fosse ancora sul sedile di dietro, ma accortosi dell'arrivo di uno sconosciuto si sia proteso verso il volante sopra il sedile anteriore per accendere il motore, trovandosi quindi al momento dell'inizio della sparatoria con il volto all'altezza del finestrino sinistro (da qui l'abbondante sangue sul sedile e le ferite da schegge di vetro): tale movimento allo scopo di girare la chiavetta di accensione per far spostare la macchina pur stando ancora con la parte inferiore del corpo sul sedile posteriore. A comprova viene citato un analogo (ma certo non identico) episodio di cui alla testimonianza Iandelli al processo Pacciani del '94, il quale Iandelli avrebbe fatto più o meno la stessa cosa per sottrarsi all'attacco di un presunto Pacciani-Mostro (ma non risulta che il teste fosse sul sedile posteriore).  Colpito mortalmente il ragazzo, a girare nuovamente la chiavetta di accensione sarebbe stata poi la ragazza, facendo indietreggiare l'auto a balzelloni fino al centro della carreggiata, inseguita a pistolettate dall'assassino (colpo che sfonda il parabrezza, ma può ferire solo superficialmente la vittima in quanto frammentatosi all'impatto col vetro). A quel punto il Mostro apre lo sportello sinistro (provocando la famosa colatura di sangue in verticale e una macchia di sangue sull'asfalto, di cui sono testimonianze giornalistiche, ma a quanto pare non reperti scientifici), ha una colluttazione con la ragazza, uccide la malcapitata con un colpo alla testa (bossolo all'interno dell'auto), si mette alla guida dovendo solo ributtare indietro il busto del ragazzo che era rimasto proteso in avanti, finisce fuori strada eccetera.

Il meccanismo dell'azione è ingegnoso e darebbe conto di alcune cose altrimenti non spiegabili (la frattura al naso della ragazza, il sangue sulla fiancata dell'auto e sulla strada), ma non so giudicare quanto credibile il fatto che ci si voglia sottrarre ad un attacco avviando il motorino d'accensione mentre si è ancora sul sedile posteriore. Naturalmente in pochi attimi di presentito rischio mortale si possono compiere gesti inusuali e sostanzialmente disperati, per cui la ricostruzione non si può escludere. Rimane peraltro insanato e insanabile, in quest'ottica, il contrasto tra le testimonianze dei primi testimoni e quelle dei soccorritori; come pure il sedile anteriore sinistro sarebbe stato reclinato all'indietro addirittura nella fase di sopralluogo delle FdO (mentre i primi testimoni affermano abbastanza chiaramente che fosse già reclinato all'indietro al loro arrivo).

Quanto al colpo sul parabrezza, che nella versione ufficiale sarebbe stato sparato alla fine della serie e sarebbe uno di quelli che sfondano il cranio della vittima maschile, un esperto esclude, dopo adeguate prove, che un colpo di calibro 22, dopo aver attraversato il vetro del parabrezza, fosse ancora in grado di trapassare le ossa del cranio; si tratterebbe quindi del proiettile che colpisce superficialmente il volto della ragazza. Eppure, la posizione del foro corrisponde in maniera singolare con la testa di un guidatore girata verso destra nell'atto consueto di fare retromarcia.

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