martedì 18 marzo 2014

L'enigma di Baccaiano



Anticipando la pubblicazione delle trascrizioni delle relative udienze in "Insufficienza di prove", con riserva di tornarci su in seguito, cominciamo a leggere la ricostruzione della scena di Baccaiano contenuta nella sentenza di I grado "Compagni di Merende".

Su un paio di cose non c'è, che io sappia, discussione alcuna: la retromarcia è innestata, il sedile di guida è inzuppato di sangue nello schienale e sulla seduta; la ragazza è morta sul sedile posteriore lato di sinistra. I problemi sorgono sulla posizione della vittima maschile. Vi sono quattro testi che si avvicinano all'auto nella fossetta e riferiscono di aver visto il ragazzo (Mainardi) al posto di guida, ferito e rantolante; questo quando vengono interrogati subito dopo il fatto (dichiarazioni del 21.06.82), mentre in udienza, 15 anni dopo, due confermeranno, mentre altri due non saranno più sicuri.

Un altro teste, a quanto pare, passò sulla via Virginio Nuova prima dell'omicidio vedendo l'auto nella piazzuola con la luce interna accesa e ripassò pochi minuti dopo, quando l'auto era già infossata e vedendo il Mainardi alla guida. Interessante la testimonianza del gestore del bar di Baccaiano che, intervenuto prima dell'autoambulanza, vide "lo schienale del sedile di guida reclinato all'indietro e il Mainardi disteso con le gambe sul sedile di guida, col corpo nell'intercapedine tra i due sedili anteriori e con la testa adagiata sul sedile posteriore nella parte centrale" (21.6.82 e 19.12.97).

I barellieri dell'ambulanza riferiscono in udienza che Mainardi era sul sedile posteriore; due di essi non erano però sicuri della posizione del ragazzo al momento dell'interrogatorio del 22.06.82, mentre il 19.12.97 la ricorderebbero bene. Rimangono due su quattro testimoni che sia nel 1982 sia nel 1997 confermano con certezza che il ragazzo era dietro (uno di essi, il ben noto Allegranti, era il conducente dell'ambulanza, ma è credibile che abbia dato una mano a estrarre il ferito dall'abitacolo, come lui stesso riferì). Occorrerebbe chiedersi se il sedile di guida era reclinato all'indietro (a dire il vero, non se ne comprenderebbe il motivo) già al momento dell'attacco, se lo fosse quando l'auto fu vista da vicino dai primi quattro testimoni (che non ne fanno parola); se tra la scena vista dai primi 4 e quella vista dal barista pochi minuti dopo, che mi sembra molto significativa, si possa situare un intervento esterno al quale si debba lo spostamento all'indietro (non sul sedile posteriore, ma a metà) del corpo del ferito.

Non è neanche ben chiaro se il sedile anteriore sinistro sia effettivamente reclinato all'indietro e di quale angolatura (De Fazio scrive "leggermente reclinato") o, al contrario, basculato parzialmente in avanti verso lo sterzo, come scrive l'avvocato Filastò nella sua Storia delle Merende Infami, citando una relazione di polizia scientifica che è comunque posteriore al primo intervento dei soccorritori, che hanno senza dubbio alterato la scena. Sembra chiaro che un sedile reclinato all'indietro porterebbe ad escludere che la vittima maschile, di notevole corporatura, fosse già all'inizio sul sedile posteriore, per semplice mancanza fisica di spazio. Ciò contrasterebbe del resto con l'abbondante sangue presente sul sedile anteriore e sarebbero abbastanza incongrui gli spari attraverso il finestrino anteriore sinistro e ancor più i frammenti di vetro sull'avambraccio sinistro della vittima.

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