lunedì 24 marzo 2014

L'enigma di Baccaiano (5)


Anche la posizione dei bossoli, se è effettivamente quella originaria, sembra favorire di più la versione ufficiale, poiché indica spari da diverse direzioni: tre nella piazzuola all'altezza del finestrino sinistro nella posizione primitiva dell'auto; due ancora nella piazzuola, ma in posizioni diverse, come se lo sparatore stesse inseguendo l'auto che si allontanava in retromarcia, gli ultimi tre davanti all'auto nel fosso, due destinati ai fari ed uno che colpisce il parabrezza e probabilmente il ragazzo.

Mario Spezi in "il Mostro di Firenze" propende per l'idea che, se la versione dei barellieri è vera, il corpo del ragazzo sia stato spostato; ma poiché spostare un ragazzone dai sedili anteriori a quelli posteriori sarebbe stato impossibile per un uomo solo, si dovrebbero ipotizzare più assassini. Il suggerimento però rimane a quanto sembra inascoltato; anche da Spezi stesso, che nel successivo Dolci colline di sangue fa entrare il mostro (singolo) in auto per cercare di levarla dal fosso, glissando sullo spostamento del corpo del ragazzo che venti anni prima gli era sembrato impresa impossibile.

Dopo di che, quasi tutti gli appassionati e studiosi del caso, in libri, articoli, blog si sono esercitati sulla possibile dinamica dell'omicidio. Il ben noto De Gothia propone nella "Notte dei Salami" una versione in parte simile a quella di Filastò, corroborata dall'evidenza, tratta da una foto dell'epoca, di una colatura di sangue sotto lo sportello sinistro dell'auto che corre in senso perfettamente verticale,  il che dimostrerebbe che lo sportello fu aperto quando l'auto era in piano. E dove avrebbe potuto venire aperto in piano se non nella piazzuola e da chi se non dal mostro e perché se non per mettersi lui stesso alla guida dopo aver spostato all'indietro il corpo della vittima, allo scopo di portare l'auto in luogo riparato per compiere in tranquillità le escissioni? La tesi è ingegnosa, ma non risolve le contraddizioni tra i testimoni che vedono la vittima sul sedile anteriore (che in tal caso avrebbero clamorosamente sbagliato) e i soccorritori che dicono di aver estratto il ferito dal divanetto posteriore. Anche il foro di proiettile sul parabrezza non è adeguatamente spiegato.

Antonio Segnini, invece, ritiene che ambedue i gruppi di testimoni abbiano visto bene, ma che nel passaggio tra il primo e il secondo gruppo il Mainardi si sia spostato da solo, per quanto mortalmente ferito, sul sedile posteriore; il che non appare in linea con le perizie mediche che danno il ragazzo in stato di incoscienza dopo i primi tre colpi.

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